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I 5 personaggi più ignoranti di “Holly & Benji”

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“Holly&Benji”, il cartone sul calcio più figo di sempre ha tenuto un’intera generazione di adolescenti tra gli Ottanta e i Novanta (ma anche oggi nelle repliche) col fiato sospeso nel vedere partite interminabili su campi lunghissimi in salita, reti segnate sbriciolando i guanti dei portieri e palle che si illuminavano dopo essere state calciate.

Oltre a stadi pieni e un telecronista da fare invidia ai vari Caressa e Piccinini. Poteva mancare un tocco di ignoranza in questo cartone? No e quindi buona lettura.

Spoiler: nella lista non sono presenti né Roberto Sedinho né Bart Johnson: il primo era impegnato in casa con la mamma di Holly, il secondo doveva entrare, ma come nel cartone, non è mai riuscito a farcela.


E’ USCITO IL LIBRO DI CHE FATICA LA VITA DA BOMBER:


  1. Teo Sellers

La classifica si apre con le fattezze del portiere della Norfolk. Non aveva grande tecnica, anzi non aveva nulla a che fare con la parola “sport”, ma aveva il fisico dalla sua, essendo alto e (soprattutto) largo come una porta. Era il triplo di tutti e questo faceva pensare che fosse un fuori quota nascosto. Nonostante questo, è anche andato in Nazionale. Si vedeva che era un cartone animato eh.

  1. Patricia “Patty” Gatsby

Avete presente il ragionier Fantozzi davanti alla tv prima di vedere Inghilterra-Italia, valevole per le qualificazioni alla Coppa del Mondo? Ecco Patty Gatsby è un Fantozzi tifoso…al femminile: non ruttava liberamente e non beveva la “famigliare di Peroni gelata”, ma è stata la tifosa numero 1 della Newppy, della New Team, del Giappone e soprattutto di Oliver Hutton. Era così grezza che neanche un hooligan. Chi non tifava veniva insultato e menato, chi tifava poco veniva insultato e menato, chi esprimeva pareri positivi verso avversari veniva insultato e menato. Non particolarmente avvenente (non era né Lady Isabel, Georgie o il trio Occhi di gatto), ma Tsubasa se ne innamorò e, alla fine della serie, se la sposò. Crediamo perché altrimenti sarebbe stato insultato e menato dalla stessa.

  1. Mark Lenders

Mark Lenders ci odierebbe: se nel cartone perdeva le finali arrivando sempre secondo, con noi diventa addirittura terzo. Eppure aveva anche lui un bel carico da 90 in fatto di ignoranza: rude, capello mosso, abbronzatura estiva e quelle maniche arrotolate che gli davano quel tocco in più di tamarraggine. Vero bomber in campo (non sappiamo fuori dal campo le sue performance amorose), usava il calcio come strumento di rivalsa da una vita atroce. La sua ignoranza verrà ripagata quando sbarcò in Europa, vestendo i colori del Piemonte e della Reggiana. Fantacalcio da cartone animato

Se Hutton è stato Gastone, Lenders è stato Paperino. Ma a differenza di quest’ultimo che è amato da tutti, Lenders lo è solo dalla madre, dai fratelli e dai compagni.

  1. Arthur Foster

Quando eravamo piccoli e si giocava a calcio c’era una regola fissa: il più scarso stava in porta. In “Holly&Benji” questa regola è stata sorpassa da destra sin dalla prima puntata, dove il più scarso non solo non andava in porta, ma veniva spedito sugli spalti a tifare. Questo è stato il tragico destino di Arthur Foster, il simpatico ed innocuo bambino occhialuto che con il calcio aveva lo stesso rapporto che ha Kim Jong-un con la pace. Insieme a Patty, è stato uno dei tifosi più incalliti della serie. Perché in campo era peggio di Bruce Harper. E abbiamo detto tutto.

  1. Jeff Turner

“And the Oscar goes to…”. L’Oscar dell’ignoranza va a lui, l’allenatore più sopra le righe di tutti, uno che trasudava ignoranza da tutti i pori, soprattutto dalle sue infradito. Il personaggio più ignorante di tutto il cartone è il mentore di Mark Lenders, Jeff Turner.

Non lo abbiamo mai visto entrare in campo o giocare, ma solo spingere lo stesso Mark alla vittoria e costringendolo a calciare contro le onde del mare per forgiare il suo “tiro della tigre”. Turner è stato un secondo padre per Lenders, ma speriamo che non abbia avuto rapporti intimi con sua madre. Non abbiamo mai saputo che metodo di gioco usasse, machissenefrega: con uno così contano motivazione e grinta. Le chiacchiere (e le bevande analcoliche) stanno a zero.

 

 


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