Le chiacchiere da bar di molti dicono che il campionato è già finito (o forse che per il primo posto non è mai iniziato), ma questa tra Inter – Napoli è sicuramente una sfida maledettamente importante per non far scappare i bianconeri là davanti in un caso e per assicurarsi un posto certo tra le top 32 della prossima Champions League.
Tutti hanno gli occhi puntati su Mauro Icardi e Dries Mertens, ma se a spuntarla fossero le “riserve” o quei giocatori che per vari motivi hanno lasciato più volte il posto ai propri compagni di reparto? C’è un numero 10 nerazzurro comodamente seduto in panchina che ancora non è esploso e che scalpita, mentre alle pendici del Vesuvio c’è una fenice polacca pronta all’ennesima rinascita. E se in questo match fossero proprio loro i protagonisti? Ancelotti con le sue dichiarazioni ci lascia intendere che per Arkadiusz la possibilità di partire titolare è alta perché come dice lui “il turnover motiva più i giocatori e allontana gli infortuni” e Spalletti? Che farà?
Carletto in questo alternativo 26 Dicembre ritrova Luciano Spalletti, l’allenatore con cui si è scontrato più volte durante la sua carriera e ritrova anche quell’Inter, tifata da bambino con Mazzola a far sognare, mai guidata dalla panchina.
Inter e Napoli di ieri e quella matematica certezza
Il presente lo conosciamo tutti ma forse in molti dimenticano che in un passato che sembra essere di una vita fa, questa è stata una vera sfida scudetto.
Il 1989 è stato l’anno in cui l’Inter dei record di Trapattoni al Meazza, proprio contro il Napoli di Maradona secondo in classifica, si assicuravano con un 2-1 la matematica certezza di essere Campioni d’Italia, proprio dopo aver sofferto nel vedere la terza Coppa dei Campioni alzata al Camp Nou da Franco Baresi, capitano di una squadra di olandesi che collezionava scudetti e finali con tutta la serenità di questo mondo. L’anno in cui Zenga in porta era una certezza e Matthaus una realtà da gol.
Questa non sarà l’Inter dei record o il Napoli di Maradona e sulla carta non si preannuncia una sfida epica e avvincente come una finale scudetto, ma di sicuro in campo sarà tutta un’altra cosa. Perché in fondo, alla Scala del calcio puoi solo metterti comodo e goderti lo spettacolo.