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Lippi: “Non eravate in grado di capire come stavate”

lippi cannavaro

“Quando siamo entrati in campo, a Dortmund, come sempre succede, ci siamo schierati davanti alla tribuna centrale, poi le due squadre si sono salutate come da rituale. Loro sono rimasti fermi, in fila, mentre noi, passando davanti, li abbiamo
salutati uno per uno. Ma ogni volta che stringevo la mano a un tedesco, quello non mi guardava in faccia, teneva lo sguardo basso. Avevano paura. Tanta paura. Pensavo:
“Mamma mia, quanto sono grossi…”. Un attimo dopo, però, la mia mente sorrideva:
“Sì, sono fisicamente enormi, però se la stanno facendo addosso…”. Ho subito cercato Buffon.
«Gigi!»
«Cosa vuoi, Fabio?»
«È fatta.»
«È fatta cosa?»
«Li abbiamo già battuti.»
«Ma cosa stai dicendo?»
«Non ci guardano negli occhi, ci temono.»
«Tu sei scemo…»
Sarò anche stato scemo, ma intanto abbiamo vinto nello stadio in cui la Germania non aveva mai perso. Abbiamo frantumato il loro talismano. Anche se, a un certo punto della sfida, proprio io e Gigi abbiamo pensato che Lippi fosse completamente impazzito. Che avesse perso senno e lucidità. I tempi regolamentari si erano chiusi sullo 0-0 e anche i supplementari stavano andando in quella direzione, quindi molti di noi in
campo cominciavano a pensare ai calci di rigore. Sembrava un epilogo già scritto. Il nostro mister ancora prima del 90’ aveva tolto Toni per inserire Gilardino, poi dal primo minuto dei supplementari ha richiamato in panchina Camoranesi, mandando in
campo al suo posto Iaquinta. È ricominciato il dialogo fra me e Buffon. È stato lui a richiamare la mia attenzione.
«Fabio, ma che sta combinando?»
«Che ne so, Gigi, mette solo attaccanti…»
«Così qui dietro balliamo.»
Abbiamo cominciato ad urlare. Proprio nella sua direzione: «Mister! Mister!». Non ci sentiva. Anzi, ci stava sentendo benissimo ma stava facendo finta di essere sordo. Al minuto 104, addirittura, ha sostituito Perrotta buttando nella mischia Del Piero. Per la
cronaca: il secondo gol porta la sua firma, su assist di Gilardino (e con azione partita da me). Due dei subentrati. Aveva ragione lui, però la nostra curiosità andava soddisfatta, quindi alla fine abbiamo chiamato Lippi da parte: «Scusi, ma perché
continuava a inserire attaccanti?».
«Fabio, Gigi, voi non potevate vedervi, quindi non eravate in grado di capire come stavate là dietro. Ma fidatevi, stavate da Dio. Voi due, e Materazzi, e Gattuso davanti.
Ve lo assicuro: quelli, i tedeschi, non avrebbero mai potuto fare gol…»
Il suo piano era chiaro: la partita andava vinta prima dei rigori. Si poteva. Lippi se n’è accorto ed è andato dritto come un treno per la sua strada.
È vero, non ci eravamo resi conto di quanto eravamo forti.”

[Fabio Cannavaro]

buffon cannavao parma


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