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Pazzamente pazzi di Josip Iličić.

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Era arrivato in Italia nell’agosto 2010 dopo che con il Maribor aveva messo in difficoltà il Palermo nei play off di Europa League. In quella sfida, Maurizio Zamparini rimase estasiato da quel centrocampista (che segnò il secondo gol nel match di ritorno) e dal suo compagno di reparto e decise di portarli in Italia entrambi: da allora entrambi non hanno più lasciato il nostro Paese.

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Uno, Armir Bacinovic, però dopo ha girato un po’ l’Italia e oggi è un giocatore svincolato, l’altro è il faro di un’Atalanta che se non stupisce non è contenta ma di cui tutti quanti noi ormai non ci sorprendiamo più di lei. Stiamo parlando di Josip Iličić, il giocatore più interessante della nostra Serie A.

Il numero 72 sloveno (ma profugo bosniaco) in questa stagione è un cecchino implacabile. E i dati parlano da soli: 28 partite fin qui giocate in stagione, diciassette reti segnate e ben nove assist serviti. Josip Iličić è senza se e senza ma il bomber che non ti aspetti e che finalmente, all’età di 32 anni, sta diventando il giocatore che può fare davvero far fare il salto a questa Atalanta che gioca bene, segna come se non ci fosse un domani e che ha (sorprendentemente) un piede e mezzo nei quarti di finale di Champions League.


E anche in una domenica caratterizzata da partite rinviate e partite con stadi aperti, Josip Iličić ha incantato anche a Lecce: un gol, tre assist, un autogol causato e fantagiocatori in estasi.
Ma Iličić questa stagione sta diventando, nel suo piccolo, un vero top player, traino di una Dea che finora ha segnato 70 reti e di cui lui ha gonfiato la rete per il 21%. Se l’Atalanta oggi è una realtà consolidata del nostro calcio, Josip Iličić è il brutto anatroccolo che è diventato il cigno bianco.
Ops, neroblu.

Iličić che in Italia ha attraversato lo Stivale da Palermo a Bergamo via Firenze, sta disputando la sua migliore stagione, conscio di essere il giocatore giusto nella squadra giusta al posto giusto.
E sembra che più invecchi più diventi letale. E i dati sono sempre dalla sua: il tridente con Gomez, Muriel e (ora) Zapata lo esalta come neanche il Dogui dei tempi d’oro.

Per il giocatore sloveno, questa è la stagione della consacrazione in un contesto tecnico-tattico che domenica sarà chiamato alla prova del nove: a Bergamo arriverà la capolista Lazio e ci sarà la sfida tra il leader della classifica marcatori e il quarto in classifica. Atalanta-Lazio sarà la sfida ideale per capire se davvero la Lazio può davvero iniziare a consolidare la vetta e se l’Atalanta cercherà di avvicinarsi al terzo posto in classifica e cercare una seconda qualificazione alla Champions. Ma soprattutto sarà la sfida fra Ciro Immobile e Josip Iličić, ventisette gol contro quindici gol. Se il bomber della nostra Nazionale lo scorso week end è stato “fermo” (ovvero niente +3 al fantacalcio), quello della Nazionale slovena si è preso un bel +6.

E lo stesso attaccante di Gasperini vuole incrementare il suo record di gol e cercare di raggiungere anche il record di marcature di un atalantino in campionato. Record che appartiene a Filippo Inzaghi, un bomber di rapina dell’area di rigore, con 24 reti segnate ormai venti tre stagioni fa. Un primato che sembrava lontano ma che oggi, visto come si sta comportando Iličić, non pare cosi irraggiungibile.
E siamo certi che Josip Iličić non si fermerà qua. C’è da una tifoseria da far godere, c’è una squadra da trascinare, ci sono fantallenatori da far impazzire e ci sono ancora altri portieri da battere.


Sarebbe bello se facesse sempre gol come contro il quarto gol segnato al Torino da metà campo. Ma va bene così: questo Iličić vale quanto Lukaku, CR7 e Immobile. Proprio lui che è sempre stato accusato di essere un pigro, Josip. Non possiamo rimanere indifferenti dinnanzi a Josip Iličić. Dinnanzi ai suoi gol. Dinnanzi al suo essere decisivo con questa Atalanta. E dinnanzi a lui non possiamo che diventare

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