E’ storia.
Già, perché un allenatore italiano (e che allenatore italiano!) ha tagliato il traguardo delle mille presenze. Il soggetto in questione è Carlo Ancelotti, tecnico attuale del Bayern Monaco.
O VINCE O IMPARA: UNA CARRIERA STELLARE
DALL’ITALIA…
Dopo aver vinto praticamente tutto da giocatore, Ancelotti negli anni ’90 decide di intraprendere la carriera da allenatore. Un carriera che gli regalerà più gioie rispetto a quella da calciatore. I primi esordi alla Reggiana sono subito spettacolari, tant’è che Carletto conquista la promozione al primo colpo. Passato poi al Parma, continua a regalare grande calcio a tutti gli amanti del pallone, soprattutto grazie al suo 4-4-2 disegnato appositamente per squadra gialloblu. Un vestito di gioco che esalterà soprattutto gente come Crespo, Chiesa e… Barone. Annata meravigliosa e secondo posto finale.
L’esperienza alla Juve però non ha lo stesso trend delle precedenti. Scarsi risultati, brutte prestazioni e totale sfiducia dei tifosi spingono Ancelotti all’addio. Un addio un po’ forzato, non tanto dalla società, ma dal contesto creatosi. Tuttavia gli anni passati a Torino hanno fatto maturare molto il tecnico di Reggiolo.
Segue poi il trasferimento a Milano, sponda rossonera. Ed è qui forse che il classe ’59 dà il meglio di sé. Numeri alla mano, gli anni passati al Milan sono stati a dir poco sensazionali. Il suo albero di Natale diventa una vera e propria filosofia. Ancora oggi i tifosi hanno nostalgia di quella grande squadra gestita dal romagnolo. 8 anni di emozioni. Alcune un po’ drammatiche, vedasi la finale di Istanbul, altre invece totalmente paradisiache, come la Champions vinta a Manchester. Il lavoro e la creatività del mister si vedevano parecchio in campo: basta ricordarsi del cambio ruolo di Pirlo, divenuto regista dopo essere sbocciato come trequartista. Anche le favole più belle però devono finire, e per questo Ancelotti decise di andarsene con un anno di anticipo rispetto al contratto. Indelebile nel cuore dei tifosi la notte in cui prese in mano il microfono e fece cantare tutto lo stadio a squarciagola. Fenomeno…
…ALL’EUROPA.
Primo allenatore italiano a vincere il campionato inglese
Decise di volare a Londra, dove prese in gestione il Chelsea. Tempo due anni e diventa il primo allenatore italiano a vincere il campionato inglese, scrivendo record su record sia per il club che per se stesso (degno di nota è il suo Double). Con Ancelotti in panchina, esplodono definitivamente Terry e Drogba, nomi più che illustri a Stamford Bridge. Tuttavia i fallimenti europei convincono la dirigenza a esonerarlo dopo la partita persa contro lo United in Champions League…
Trascorre poi una stagione e mezza a Parigi, dove conquista la Ligue 1. Anche qui riesce a dominare in lungo e in largo, tanto da attirare l’attenzione del presidente spagnolo Perez, il quale lo convince a prendere la guida del Real Madrid. Scelte azzeccatissima subito ripagata. Al primo anno infatti l’italiano si porta a casa la coppa nazionale e la tanto ambita decima, entrando dunque a far parte anche della storia delle ‘merengues’. Una decima vinta con ingegno e determinazione, ma soprattutto con volontà di sacrificio da parte dello spogliatoio, divenuto più coeso che mai. Di Maria spostato a mezzala di centrocampo resta tutt’oggi una delle mosse più vincenti di sempre. Il suo esonero la stagione successiva si rivelerà del tutto fuori luogo. Molti si chiedono ancora come possa esser stato cacciato. (Ronaldo lo rimpiange ancora forse…)
Ma Ancelotti al di là dei vari esoneri resta un uomo esemplare sia in campo che fuori. Classe, carisma e professionalità i valori che lo hanno reso uno dei migliori allenatori al mondo, se non addirittura il migliore. Siamo sicuri che anche in Germania il buon vecchio Carlo riuscirà a portarsi a casa un trofeo. E allora, Viel Glück mister!