La storia del calcio (ad ogni latitudine) è ricca di giocatori talentuosi (e capaci) che per un qualche motivo non emergono. O meglio, emergono ma non come invece avrebbero potuto. Per una serie di motivi.
Nel lungo elenco rientra a pieno titolo Davide Faraoni, capitano dell’Hellas Verona, un giocatore importante e determinante da tre anni a questa parte per gli scaligeri.
30 anni il prossimo 25 ottobre, il numero 5 gialloblu finora ha giocato quattro partite (su cinque)e segnato un gol.E l’unico finora segnato è stata la perla di destro da fuori area domenica al “Bentegodi” contro la Roma. Una rete pesante per tre motivi: vittoria del Verona contro i giallorossi (3-2); prima vittoria stagionale della squadra veneta; fine del filotto di sei vittorie in sei partite da quando la squadra capitolina è sotto la guida di José Mourinho.
Di gol pesanti Faraoni se ne intende, visto che la sua rete dell’1-1 dello scorso 23 maggio contro il Napoli ha sancito il quinto posto in classifica per i partenopei e la loro qualificazione all’Europa League in favore della Juventus che, vincendo contro il Bologna quello stesso giorno, ha raggiunto invece il quarto posto. Per non parlare del fatto che Faraoni garantisce sempre il 6 in pagella facendo la gioia dei fanta-allenatori anche perché il giocatore è una fucina di assist (quindi +1 da aggiungere alla sua fanta-votazione).
Solo che Davide Faraoni non è un nome mainstream, lo si sta conoscendo solo ora. Ed è la storia di un ragazzo pazzo per il gioco del calcio che troppe volte ha avuto in carriera problemi fisici che ne hanno tarpato un po’ le ali e che oggi ha raggiunto un livello di calcio molto elevato.
Guardandolo ora, il capitano veronese fa tutto con facilità: salta l’uomo, dribbla, corre, serve assist, segna. Una carriera la sua iniziata nella Lazio e che doveva prendere il volo con l’Inter. Siamo nella stagione 2011/2012, Faraoni ha vent’anni e si ritaglia i suoi spazi in nerazzurro: 18 partite giocate ed un gol segnato. A vent’anni è nelle grazie di Ranieri.
Tra il 2012 ed il 2017, il terzino destro di Bracciano (la città dove è nato) ha giocato un anno a Udine, un anno a Watford (Championship inglese), un anno a Perugia, un anno a Novara ed un altro a Udine, facendo bene in tutte le squadre. L’Udinese non crede del tutto in lui e nel 2017 l’addio.
Si fa un anno e mezzo a Crotone tra Serie A e Serie per poi passare nel gennaio 2019 al Verona. E sotto la guida di Ivan Juric esplode definitivamente, guadagnandosi anche la fascia di capitano.
Oggi Faraoni si gode il momento e con Tudor in panchina vuole ripetere le gesta del Verona dello stesso Juric. E, perché no?, anche sognare una convocazione in Nazionale maggiore, visto che lui ha avuto solo convocazioni con la Under 16 e la Under 21.
La convocazione in Nazionale per Davide Faraoni significherebbe il coronamento di una carriera fatta di impegno e sacrifici a girare le piazze del Nord e del Sud, facendo sempre bene e lasciando un bel ricordo nel cuore dei tifosi. E magari potrebbe essere il giusto sostituto dei vari di Lorenzo e Florenzi scompigliando le carte del Ct Roberto Mancini, uno cui piace che le carte si scompiglino se ci sono giocatori di valore.
Il campionato è lungo e tutti sperano che Davide Faraoni possa diventare il vero pilastro dell’Hellas Verona. Con la semplicità che lo ha fin qui contraddistinto.
E basta vedere i gol contro Napoli e Roma per farsi un’idea del concetto di “semplicità”: mi passano la palla, tiro, segno, esulto e faccio godere chi fa il tifo per la squadra in cui gioco.