L’Inter sta vivendo un’annata straordinaria, diretta a gonfie vele verso l’agognata vittoria della Serie A e la conseguente conquista della seconda stella grazie ad un gioco dinamico e ad una squadra ricchissima di talento, costruita con impegno a pazienza dalla propria dirigenza. Un ruolo da protagonista in questa campagna è rivestito dal giocatore più noto e leader indiscusso dei nerazzurri: Lautaro Martínez. Il Toro, così come è soprannominato, sembra avere finalmente raggiunto la maturità tecnica e tattica che i tifosi aspettavano, diventando a tutti gli effetti quell’attaccante inarrestabile che prometteva di essere già negli anni precedenti: all’arsenale tecnico ha infatti affiancato una costanza con pochi eguali che gli permette di andare in porta quasi sempre, o comunque di essere pericoloso ad ogni partita che disputa. Ecco allora 4 cose che potresti ancora non sapere sul capocannoniere della Serie A, nonché uno dei migliori attaccanti in tutta Europa.
Chi ha scoperto Lautaro Martínez?
Lautaro Martínez inizia a farsi notare nel club del Linares, dove attira l’attenzione di molti osservatori e addetti ai lavori: tra questi c’è Fabio Radaelli, uno dei primi ad intuire il vero potenziale di Lautaro Martínez. Il tecnico del Racing Club tenta di ingaggiarlo in ogni modo, riuscendoci nel gennaio del 2014. Questa prima grande esperienza rischia però di essere bruscamente interrotta dallo stesso Lautaro, che non riesce a scacciare quel tipico sentimento di nostalgia argentina per il proprio paese natale: quando sta per abbandonare la squadra, viene convinto dal compagno di squadra Braian Mansilla (oggi all’Orenburg) a restare e a far decollare così la propria carriera.
Curiosamente, il debutto di Lautaro Martínez nel campionato argentino avviene sostituendo il 1° novembre 2015 un’altra leggenda dell’Inter: stiamo parlando di Diego Milito, che ha vestito la maglia nerazzurra dal 2009 al 2014 ed è stato assoluto protagonista del triplete, concludendo poi la sua carriera al Racing Club tra il 2014 e il 2016.
Perché Lautaro viene chiamato il Toro?
Lautaro Martínez è noto anche per il suo caratteristico soprannome, El Toro (o Il toro di Bahia Blanca, sua città d’origine). Questo particolare appellativo nasce nei primi anni della sua carriera, come ha raccontato lo stesso Lautaro in più occasioni: dalle sue parole scopriamo che El Toro vede la luce ai tempi del Racing, quando un compagno di squadra soprannomina Martinez in questo modo per via del suo carattere – “Ero sempre arrabbiato” confessa Lautaro – e per la sua voglia di buttarsi in ogni duello. Così nasce El Toro, soprannome che accompagna ancora oggi l’attaccante argentino e che ben identifica il suo stile di gioco e la sua attitudine in campo.
Cosa significa in italiano “Lautaro”?
Lautaro è un nome molto particolare ed estremamente popolare in Sudamerica, soprattutto nei paesi di Argentina e Cile: si tratta della forma ispanizzata del nome Lef-Traru, che nella lingua del popolo amerindo dei Mapuche, il mapudungun, può essere tradotto grossomodo come “falco veloce”. È un nome legato a qualità come coraggio e forza, e fu popolarizzato dal leader mapuche Lautaro, che nel XVI secolo guidò la resistenza indigenza del suo popolo contro la colonizzazione spagnola, diventa una figura leggendaria in Cile e tutto il Sudamerica. Da allora, moltissime famiglie continuano ad omaggiare questo personaggio, sinonimo di orgoglio e perseveranza, dando il suo nome ai propri figli.
I migliori gol segnati (finora)
Una delle caratteristiche più note di Lautaro Martínez è la capacità di segnare praticamente in ogni modo: di destro, di sinistro, di testa, in progressione, tagliando verso la porta per capitalizzare l’ultimo passaggio dei compagni, con un pallonetto da dentro l’area o con una sassata da fuori; il suo arsenale tecnico-tattico non è solo estremamente ampio, ma anche in costante evoluzione. Proprio per questo Martínez è una minaccia continua per le difese avversarie: quando prende la palla, è impossibile capire in che modo sceglierà di andare in rete.
Abbiamo scelto alcuni dei migliori gol segnati finora in Serie A dall’attaccante nerazzurro anche sulla base di questo concetto. Prendiamo ad esempio la rete contro la Fiorentina datata 22 ottobre 2022: Lautaro recupera palla poco oltre la propria metà campo e si invola verso la porta avversaria; arrivato a ridosso dell’area, elude con un dribbling il difensore viola Martínez Quarta e scarica un sinistro che si infila tra palo e portiere.
Un’altra rete molto celebre è quella segnata contro il Bologna il 7 ottobre 2023: l’Inter sta costruendo a ridosso della propria trequarti, e Lautaro riceve palla da Thuram; la posizione sembra innocua, ma il Toro si aggiusta il pallone con un tocco e libera un destro violentissimo da 25 metri che fulmina un’incolpevole Skorupski.
Torniamo al 14 marzo 2021 per vedere Lautaro Martínez segnare nell’ennesimo, differente modo: Alexis Sánchez apre un cross alto diretto in area di rigore, dove Lautaro prende il tempo e realizza un gol di testa, nonostante l’altezza non eccezionale che dovrebbe penalizzarlo in mezzo ai difensori avversari.
Un altro gol che i tifosi ricorderanno con più affetto risale alla stagione 21/22, per essere precisi alla partita contro l’Atalanta del 25 settembre: Lautaro al 4’ capitalizza un cross di Barella articolandosi in una spaccata a mezz’aria e fulminando così la difesa e il portiere avversari.
Insomma, Lautaro Martínez sembra davvero non avere alcun limite.