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Muhammad Alì vs Mike Tyson: chi è il più forte?

Muhammad Alì vs Mike Tyson

Mike Tyson e Muhammad Ali sono due dei più grandi pugili di sempre, campioni capaci di valicare i confini del proprio sport e diventare delle vere e proprie icone, pur in periodi storici e contesti socio-culturali profondamente diversi. A separare il prime di Muhammad Alì e Tyson ci sono infatti circa vent’anni, un periodo dove il pugilato e il suo impatto si sono notevolmente evoluti. Andiamo allora ad analizzare le principali differenze tra questi due pesi massimi, capaci di affascinare intere generazioni.

Tyson vs Alì: record e incontri salienti

Muhammad Alì da giovane
BRONX, NY – MAY 17: Cassius Clay, 20 year old heavyweight contender from Louisville, Kentucky poses for the camera on May 17, 1962 in Bronx, New York. (Photo by Stanley Weston/Getty Images)

Per inquadrare i due pugili può essere utile ripercorrere brevemente la loro carriera: Muhammad Alì, attivo tra il 1960 e il 1981, ha disputato un totale di 61 incontri, vincendone 56 (di cui 37 per KO) e perdendone 5. Ha vinto l’oro alle Olimpiadi di Roma nella categoria mediomassimi nel 1960 ed è poi diventato campione del mondo dei pesi massimi conquistando le cinture WBC e WBA in diverse occasioni. I suoi incontri più noti sono i due match con Sonny Linston (1964, 1965), il Rumble in The Jungle contro George Foreman (1974) e la trilogia con Joe Frazier, culminata nel Thrilla in Manila (1975).

Tyson ha combattuto tra il 1985 e il 2005 (salvo un trascurabile ritorno nel 2024 contro Jake Paul) e ha disputato 59 incontri, vincendone 50 con 44 KO. Nel 1986 sconfigge Trevor Berbick e diventa il più giovane campione del mondo dei pesi massimi, record tutt’ora imbattuto. Tra i suoi incontri più memorabili ricordiamo, oltre a quello appena citato, le battaglie contro Larry Holmes (1988) e Michael Spinks (1988), ma anche le sconfitte maturate contro Buster Douglas (1990) e sopratutto contro Evander Holyfield, con il rematch del 1997 culminato nel famoso morso dell’orecchio.

Tyson vs Alì: lo stile di combattimento

Mike Tyson
ARLINGTON, TEXAS – NOVEMBER 15: (L-R) Mike Tyson and Jake Paul fight during LIVE On Netflix: Jake Paul vs. Mike Tyson at AT&T Stadium on November 15, 2024 in Arlington, Texas. (Photo by Al Bello/Getty Images for Netflix © 2024)

Pur avendo militato nella medesima categoria, Tyson e Alì presentavano stili di combattimento estremamente diversi.

Muhammad Ali attuava un movimento costante, ai tempi decisamente anomalo per un peso massimo, utilizzando un footwork fuori dal comune che gli permetteva di “danzare” sul ring. Le mani erano tenute basse, puntando tutto sui suoi notevoli riflessi per schivare i colpi: un atteggiamento scelto anche per provocare ed irritare gli avversari, che spesso si scoprivano facilitando i counter. Pugile estremamente tecnico, Alì amava utilizzare il jab per mantenere la distanza e controllare il ritmo, demolendo i suoi avversari in maniera metodica, attaccando poi con combinazioni rapide e mirate. Un altro aspetto noto del suo arsenale, e diventato celebre dopo l’incontro con George Foreman, è il rope-a-dope: in sostanza, lasciava che l’avversario si stancasse facendosi colpire alle corde, partendo poi al contrattacco.

Mike Tyson, come detto, è agli antipodi di questo stile: aggressivo e compatto come pochissimi altri pugili nella storia, la sua guardia era alta e serrata, uno stile noto come peek-a-boo: lasciando fuori sostanzialmente soltanto gli occhi, si avvicinava oscillando il corpo in maniera estremamente rapida, andando incontro all’avversario “trinceandosi” nella sua guardia per poi esplodere colpi violenti. Questo stile si sposava perfettamente con la struttura fisica di Tyson, che era molto basso per gli standard dei pesi massimi ed eccezionalmente muscoloso. Arrivato nei pressi dell’avversario, lo limitava lavorando ai fianchi ed esplodeva in terrificanti combinazioni di ganci e montanti che spesso demolivano l’avversario in pochi minuti.

Dunque, la principale differenza tra Alì e Tyson risiede nel fatto che il primo operava in un pugilato tecnico, mobile e molto veloce, mentre Tyson era un vero e proprio artista del KO che attuava pressione costante e grande esplosività.

L’impatto fuori da ring

Un aspetto molto interessante da sottolineare è che entrambi i pugili hanno avuto un impatto determinante anche fuori dal ring, diventando volti della disciplina noti anche al di fuori della cerchia di fan e appassionati. Muhammad Alì è diventato un’icona culturale anche per via del suo rifiuto di arruolarsi durante la guerra del Vietnam che, insieme alla sua conversione all’Islam, lo hanno tramutato in una figura tanto controversa quanto influente. Il rifiuto di imbracciare le armi gli è costato il titolo e una sospensione di tre anni, una vicenda che ai tempi divenne un caso mediatico di rilevanza nazionale.

Tyson è stato al centro delle cronache per motivi decisamente meno nobili, come le accuse di violenza domestica e di abuso sessuale, oltre alla bancarotta, tutti elementi che ne hanno alimentato la narrativa di atleta e persona in bilico tra il successo e il fallimento umano e sportivo, accentuato nella seconda parte della sua carriera. Tyson ha anche preso parte a diversi film e serie TV, che lo hanno avvicinato al grande pubblico anche per quanto riguarda generazioni di fan molto più giovani rispetto agli anni del suo prime.

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