Ci siamo: dopo 5 intensi mesi e 18 settimane di grandi battaglie, l’NFL chiude la propria stagione regolare e si prepara ai playoffs. Sono 14 i team (7 per ognuna delle due Conference) che si sono guadagnati l’accesso al torneo che incoronerà la prossima squadra campione, alcuni più favoriti di altri: i Buffalo Bills e i Baltimore Ravens, ad esempio, così come i Philadelphia Eagles e i Detroit Lions. All’appello non mancano, ovviamente, i due volte campioni in carica, vale a dire i Kansas City Chiefs guidati da Patrick Mahomes.
Chi ha seguito con costanza la regular season appena compiuta, però, sa che quest’anno il percorso della squadra più vincente degli ultimi anni potrebbe essere meno scontato del previsto. Molto, se non quasi tutto, dipenderà da come giocherà il leader maximo Mahomes, che quest’anno è parso meno incisivo rispetto ai suoi standard. Ma andiamo con ordine.
La stagione 2024 di Kansas City
Aprendo su una qualsiasi app sportiva la classifica dell’NFL, la prima cosa che salta all’occhio è che Kansas City ha concluso la stagione regolare al primo posto dell’AFC, con un bilancio incredibile di 15 vittorie e 2 sole sconfitte, di cui una maturata schierando sostanzialmente la squadra delle riserve nel match conclusvo contro i Denver Broncos. A pieno regime, insomma, Kansas ha perso solo la partita contro i Bills: lo stato di forma di questa squadra appare quindi ottimo, se non eccezionale.
Ma come vi anticipavamo, chi ha seguito il campionato sa che Kansas City ha ottenuto gran parte dei propri risultati sopratutto grazie ad una difesa straordinaria, mentre l’attacco – solitamente ben più che esplosivo – ha riscontrato diverse difficoltà. Basti pensare, per fare un esempio, che Kansas è riuscita a segnare 30 punti soltanto in due partite, senza mai superare questa soglia.
E poi c’è la questione degli episodi. Kansas City ha vinto diverse partite in maniera rocambolesca, con alcuni successi arrivati in seguito ad incredibili errori avversari o a veri e propri colpi di fortuna. Basti pensare alla partita contro i Las Vegas Raiders, dove il fraintendimento tra il quarterback O’Connell e il suo centro è costato una sanguinosa palla persa a pochi secondi dalla fine, o alla vittoria conseguita contro i Chargers, arrivata grazie ad un field goal all’ultimo secondo con il pallone che colpisce prima il palo e poi varca la porta. Nel corso della stagione, questi e altri episodi – come il field goal sbagliato dai Broncos ancora una volta sul finale di partita – hanno lanciato la wave di meme che vede i Chiefs come dei veri e propri sciamani capaci operare una qualche sorta di magia nera che li rende invincibili al netto di un gioco non brillante.
Chiariamo subito un concetto molto importante: dare merito al caso per una o più vittorie può essere errato, poiché in una partita entrano in gioco diversi fattori. In un momento delicato come il finale di una gara non si può prescindere dall’esperienza che solo una squadra più volte campione può vantare, ma anche da elementi aleatori come l’aura che questo tipo di superpotenze emana sugli avversari. Insomma, la fortuna bisogna anche sapersela creare. E come si inserisce in questo contesto Patrick Mahomes?
Patrick Mahomes, un giocatore straordinario
Patrick Mahomes è uno dei migliori giocatori di football al mondo, forse il più conosciuto in assoluto e senza dubbio il più rappresentativo di quest’epoca, specialmente dopo il ritiro di Tom Brady. La stagione corrente del quarterback di Kansas City, però, non è stata al livello dei suoi elevatissimi standard. Mahomes ha lanciato per 3928 yards, contribuito a 26 touchdown ed è stato intercettato 11 volte, totalizzando un QB Rating di 67.9. Questo valore, che in sostanza misura la qualità della performance di un quarterback, posiziona Mahomes all’ottavo posto nell’apposita classifica.
Ma, anche all’interno di una stagione povera di highlights, c’è un elemento che non è mai venuto a mancare, che è anche la caratteristica più temibile di Mahomes: la sua incredibile capacità di dare il meglio quando lui e i Chiefs sono con le spalle al muro. Mahomes è quello che in gergo viene chiamato finisher, un giocatore che appunto alza notevolmente i propri standard nei momenti cruciali e che, anche dopo una brutta partita, riesce a portare i suoi alla vittoria con singole giocate dalla grande importanza.
Questa dote, essenziale per ogni campione di alto livello, diventa ancora più importante in un ruolo delicato come il quarterback: ed è proprio lì, oltre che nel grande ventaglio di skills, che risiede ciò che ha fatto di Mahomes uno dei più grandi di sempre. Per questo, al netto di un campionato poco brioso, anche le squadre più in forma di Kansas City devono stare ben attenti ai due volte campioni in carica, che potrebbero essere la prima squadra nella storia a siglare il three-peat. Mahomes ha già dato prova di essere in grado di alzare in maniera quasi metodica le proprie performance limitando al minimo gli errori e di saper orchestare letali run con cui chiudere qualsiasi partita. Si dice che a Mahomes basti meno di un minuto per vincere una partita: vedremo se anche nell’anno della storia sarà così.