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Come i Washington Commanders hanno ribaltato i pronostici

la vittoria dei Washington Commanders

È la storia più antica dello sport: non c’è niente di più esaltante che vedere lo sfavorito vincere sulla super potenza. Del resto, tutti empatizziamo con l’underdog, con colui che arriva con tutti i pronostici contro e, a volte, sembra essere lì solo per fare la vittima sacrificale. Se c’è una regola sacra, però, è che nel mondo dello sport non esistono finali già scritti e che c’è sempre una possibilità di decidere il proprio destino.

La vittoria dei Washington Commanders contro i Detroit Lions è già una delle partite simbolo di questi playoff NFL e, in generale, delle recenti post season. Nella giornata di ieri in America non si è parlato praticamente d’altro all’interno della community di appassionati: l’underdog ha vinto, e i giganti sono caduti in maniera rovinosa e tendenzialmente impronosticabile. Se sono sopratutto i tifosi di Washington a festeggiare, in tanti hanno empatizzato con la storia di una franchigia che ha dovuto aspettare più di 30 anni per una soddisfazione di questa proporzione e che al momento si trova ad una sola vittoria dall’accesso al Super Bowl. Ma andiamo con ordine.

Come siamo arrivati qui?

A chi non mastica eccessivamente il football americano può essere utile un po’ di contesto: la sfida tra Washington Commanders e Detroit Lions si inseriva nel quadro del Divisional Round, il secondo turno dei playoff NFL. I Lions, che hanno terminato la stagione regolare al 1° posto e scendevano per la prima volta in campo proprio ieri, erano i grandi favoriti: con una difesa rimaneggiata per infortuni, certo, ma pur sempre un team capace di issarsi al vertice della propria Conference e contender quasi scontato per l’approdo al Super Bowl.

Dalla parte opposta c’erano i Washington Commanders, che la scorsa stagione avevano chiuso con la bellezza di 4 vittorie e 13 sconfitte. Poi in estate arriva il cambio di allenatore e sopratutto Jayden Daniels, chiamato con la seconda scelta assoluta al Draft 2024: che il ragazzo è speciale lo si capisce subito, ma quanto sia speciale lo scopriremo solo nei mesi a venire. Dopo una stagione esaltante e l’impronosticabile approdo ai playoff, i Commanders avevano sorpreso tutti battendo i Tampa Bay Buccanners al turno delle Wild Card, conquistando così la loro prima vittoria ai playoff dal 2006. Una favola incredibile, che però si sarebbe senz’altro fermata contro i Detroit Lions. Giusto?

La partita della vita

La partita è stata, semplicemente, incredibile. E non solo perché alla fine Davide ha sconfitto Golia, una squadra giovane guidata un rookie ha battuto una franchigia rinata e ai vertici dell’NFL, ma anche per lo spettacolo portato dalle due squadre: il primo tempo si chiude infatti 31-21, un punteggio che spesso non viene raggiunto nemmeno in una partita intera. Lions e Commanders si scambiano sorpassi e contro sorpassi, touchdown a una mano e intercetti brucianti senza esclusione di colpi. Lentamente, nella mente di tutti coloro che stavano guardando la partita si era fatto avanti un pensiero che solo due ore prima era troppo assurdo per essere formulato: ma non è Washington può farcela per davvero?

Il secondo tempo, pur meno scoppiettante, mantiene una tensione altissima: del resto, le rimonte sono il pane dei playoff, e non era impensabile che i Lions rientrassero dagli spogliatoi con la mentalità necessaria per recuperare 10 punti e ribaltare il risultato. Così, però, non è stato. La difesa dei Commanders ha continuato a mettere il QB avversario Jared Goff in difficoltà, facendogli concludere la gara con 3 intercetti e distruggendo l’attacco dei Lions. Quando Jerry McNichols, il running back di Washington, entra in end zone per portare il punteggio sul 45-28, allora tutti capiscono: si, ce la possono fare. Detroit alla fine riuscirà a mettere sul tabellino altri 3 punti, inutili a fine dell’esito della gara.

Washington approda così al Championship Game, la porta prima del Super Bowl: l’ultima volta che si erano spinti fino a questo punto era nel 1992. Sono passati più di 30 anni.

Jayden Daniels, il predestinato

Se il football è uno sport di squadra, e in quanto tale fa sì che i successi siano frutto della collaborazione di tutti i membri del team, è innegabile che il quarterback abbiamo un peso specifico molto maggiore degli altri: Jayden Daniels ha scritto una pagina incredibile della propria storia, e siamo solo al primo anno della sua carriera. Tutto ciò che ha fatto vedere durante la stagione – grande tecnica e mobilità, una calma da veterano e la capacità di finalizzare anche nelle situazioni più spinose – ha trovato nel match contro i Lions il suo apice. Daniels ha completato 22 passaggi su 31, passato per 299 yards, lanciato per 2 touchdown e sopratutto non ha mai perso la palla. Con la vittoria dei Commanders, è diventato il secondo quarterback nella storia della NFL a sconfiggere una squadra al primo posto in classifica.

Cosa rimane per i Detroit Lions

E poi c’è l’altro lato della medaglia, quello degli sconfitti. Non fraintendete: anche Detroit viene da una lunga storia di lacrime e insoddisfazione, e il fatto che la sua rinascita sia stata tanto recente quanto rapida non può renderli i villain di questa storia. Però, quando sei il numero 1 e perdi, ci sono delle conseguenze da pagare. Se Washington ha portato al vertice quanto fatto vedere durante la stagione, Detroit non è riuscita a mostrare quasi nulla del pacchetto offensivo e difensivo che gli ha permesso di vincere 15 partite su 17 negli scorsi mesi. Dalle giocate del QB Jared Goff alle chiamate del coordinatore offensivo Ben Johnson, passando per le ricezioni di Amon-Ra St. Brown e le precise letture difensive. Niente di tutto questo è stato messo in pratica. Ragionamenti e calcoli verranno fatti durante la primavera e l’estate: forse, però, per smaltire una delusione di questa portata bisognerà attendere i prossimi playoff.

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