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Michael Jordan: perché è considerato il più grande di sempre?

Michael Jordan

Pochi atleti sono stati in grado di diventare un simbolo del proprio sport: figure talmente grandi che, quando si pensa ad una determinata disciplina, il loro nome è il primo che viene in mente. Pensate a Pelè nel calcio, a Michael Phelps nel nuoto, a Muhammad Alì nella boxe, ma potremmo andare avanti ancora per molto: nel basket, il nome in questione è Michael Jordan.

Michael Jordan ha raggiunto la vetta della pallacanestro, vincendo tutto quello che si poteva vincere sia in NBA, dove ha fatto piazza pulita di tutti i suoi avversari con i Bulls degli anni ’90, alla nazionale statunitense. Chiariamo, comunque, un elemento molto importante: in uno sport di squadra nessuno vince davvero da solo; Jordan rimane un giocatore indiscutibilmente protagonista, ma bisogna rendere merito anche ai vari Scottie Pippen, Dennis Rodman, Toni Kukoc, Phil Jackson e così via. Detto ciò, andiamo a riscoprire la figura del numero 23 più celebre della storia.

Michael Jordan: i trofei e i record

Niente può aiutarci ad inquadrare l’impatto di Jordan sul campo da basket meglio dei trofei vinti e dei record stabiliti. Ovviamente, i numeri non dicono tutto, ma sono un eccellente mezzo per contestualizzare. Per quanto riguarda i trofei, Jordan vanta:

  • 6 campionati NBA (1991, 1992, 1993, 1996, 1997, 1998; tutti conquistati militando nei Chicago Bulls)
  • 6 MVP delle NBA Finals
  • 5 MVP della regular season (1988, 1991, 1992, 1996, 1998)
  • 14 convocazioni all’All-Star Game
  • 3 MVP dell’All-Star Game
  • 10 volte miglior marcatore NBA
  • Rookie dell’Anno (1985)
  • 2 medaglie d’oro olimpiche (1984, 1992 come uno dei protagonisti del Dream Team)

Passando ai record stabiliti nel corso della sua carriera e alle spaventose statistiche che lo riguardano, invece, vogliamo sottolineare:

  • Media punti in carriera più alta nella storia NBA (30.1 punti per partita)
  • 10 titoli di miglior marcatore NBA (record)
  • 3 volte leader nella classifica delle palle rubate
  • 9 selezioni nel miglior quintetto difensivo
  • Defensive Player of the Year nel 1988
  • 69 punti in una singola partita (massimo personale)
  • 63 punti in una partita di playoff (record)
  • Media di 33.4 punti per partita nei playoff (record NBA)
  • 38 partite consecutive con almeno 20 punti nella sua stagione da rookie
  • 866 partite consecutive con almeno 10 punti

Michael Jordan: lo stile di gioco

Jeff Hornacek (L) of the Utah Jazz falls while guarding Michael Jordan of the Chicago Bulls 05 June during game two of the NBA Finals at the Delta Center in Salt Lake City, UT. The Bulls beat the Jazz 93-88 to even the best-of-seven series at 1-1. AFP PHOTO/Jeff HAYNES (Photo by JEFF HAYNES / AFP) (Photo credit should read JEFF HAYNES/AFP via Getty Images)

Capire il modo in cui giocava Michael Jordan è essenziale per comprenderne la grandezza e il modo in cui è diventato uno dei più grandi. Uno degli aspettati da sottolineare è sicuramente la versatilità offensiva: Jordan, infatti, era letale da qualsiasi posizione del campo, possedendo un arsenale completo che gli permetteva di andare a canestro in qualsiasi modo, dai tiri in sospensione alle penetrazioni al canestro, passando per i tiri in fade-away. Abbinando grande tecnica ad un atletismo con pochi eguali nella storia del gioco, nessuna soluzione gli era precluso. Prendiamo, ad esempio, la sua celebre elevazione verticale, che gli è valso l’iconico nickname di Air Jordan e che gli permetteva di rimanere sospeso in aria più a lungo di praticamente tutti i difensori, creando così uno spazio maggiore per il tiro.

E poi c’è la difesa: il fatto che Jordan sia stato un attaccante straordinario, infatti, fa spesso passare in secondo piano il fatto che sia stato anche un eccelso difensore; combinando istinto e atletismo, si faceva notare sopratutto sul perimetro e nel rubare i palloni. L’elemento più importante, però, è probabilmente la sua mentalità clutch: Jordan era noto sopra ogni cosa per la sua grande capacità di essere decisivo e di salire ulteriormente di livello quando la gara entrava nei suoi minuti cruciali.

Michael Jordan fuori dal campo

NEW YORK, NEW YORK – JULY 14: Michael Jordan signed ‘Player Sample’ Deadstock Air Jordan 11 ‘Space Jam’ sneakers are on display during a press preview of the upcoming single-lot online auction at Sotheby’s on July 14, 2021 in New York City. (Photo by Cindy Ord/Getty Images)

Come abbiamo accennato all’inizio, l’iconicità di Michael Jordan passa anche per tutte le mosse commerciali ed imprenditoriali fatte, che hanno contribuito a renderlo una vera e propria icona senza tempo. L’eredità commerciale di Jordan ha creato un modello sui cui moltissime superstar del mondo dello sport hanno cercato di basarsi successivamente. Entriamo nel dettaglio:

  • Le Air Jordan. Non potevamo che partire da qui, dalla la collaborazione con Nike con cui crea la linea Air Jordan, che trasforma per sempre il mercato delle scarpe sportive. Oggi tutti indossano la Jordan, pure chi non ha mai visto una partita di basket. Qualcosa dovrà pur dire.
  • Nuovo modello di endorsement. Jordan ridefinisce il concetto di atleta inteso come testimonial, diventando il primo sportivo in grado di firmare contratti milionari con grandissime aziende come Gatorade, McDonald’s e molte altre.
  • Espansione della NBA. La sua popolarità e suoi successi sul campo hanno contribuito a rendere l’NBA più appetibile che mai, diventando l’entry point al basket di un’intera generazione.
  • Space Jam. Il celebre film in tecnica mista del 1996 rappresenta una grande innovazione nel marketing. unendo mondi diversi che mai si erano toccati prima.
  • Proprietario di una franchigia. Dal 2010 al 2023 Jordan è stato proprietario di maggioranza degli Charlotte Hornets: in questo modo, è diventato il primo ex-giocatore afroamericano a possedere un team di una lega professionistica americana.
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