“A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca” diceva Giulio Andreotti, uno che di peccati in politica ne ha fatti. Ma almeno il buon vecchio Giulio era riuscito a sintetizzare quello che è un tratto principale dell’essere umano: lo spirito da imbroglione.
Trasferendo questo concetto nel nostro campo, quello del calcio, basti pensare a 22 uomini in campo il cui unico desiderio è quello di non fallire: “Mal comune mezzo gaudio” direbbe Lotito, “Fifty fifty” avrebbe detto qualche tempo fa Masiello.
Insomma, si pratica il cosiddetto “biscotto”, che non è una pratica per rimorchiare fighe ma semplicemente un modo per truccare le partite a vantaggio di entrambe le squadre in gioco. La finalità è quella di ottenere il risultato desiderato e, in virtù di questo ultimo, di intascare qualcosa grazie al sistemone di turno.
Tra i tanti biscotti , soprattutto delle leghe minori svedesi e kazake, ne abbiamo selezionati 5 “nazionali” il cui tasso di probabilità era pari a quello di un romanzo in mano a Insigne. Scusateci, ma aver pescato la Svezia ai playoff ha scatenato dentro di noi un’ignoranza “troianelliana”.
5. 1990. Una data, un paese… il Belpaese. Quello dove arriva l’Argentina di Maradona campione in carica, che perde contro gli sfollati del Camerun alla prima partita e pareggia contro l’URSS dopo intimidazioni con kalashnikov nel riscaldamento. La terza partita decisiva è contro la Romania di Popescu e qualche ladro di rame, ma l’Argentina non vuole rischiare e regala alla nazionale rumena una fornitura decennale di quel metallo e un polmone di Maradona. Tanto basta per un clamoroso quantomai utile pareggio che porta entrambe agli ottavi.
4. Orge e piaceri sessuali fanno parte della filosofia brasiliana e allora non stupisce quando, nel 1998, una Nazionale brasiliana fortissima e già qualificata regala la vittoria alla Norvegia, arrivata al Mondiale per “fare numero” e ritrovatasi poi agli ottavi. Il Brasile scende in campo con 7 panchinari, 2 tifosi e il terzo massaggiatore della squadra, consentendo di fatto la clamorosa vittoria dei norvegesi. Facile intuire che il piatto forte proposto da questi ultimi fosse un pacchetto completo di stangone per il resto dell’estate ad ogni giocatore brasiliano. Il tutto a discapito dei giocatori del Marocco, che torneranno poi a vendere braccialetti della fortuna vicino la Tour Eiffel.
3. Gli argentini sono un popolo onesto e rispettoso delle regole. E Bonucci sposta gli equilibri. 1978, il paese ospitante è proprio la terra di Papa Francesco… e di Ezequiel Schelotto. All’ultima partita della fase a gironi contro il Perù, la Nazionale di Passarella ha bisogno di ben 4 gol per passare agli ottavi e la partita finisce 6-0. Il portiere peruviano? Ramon Quiroga, argentino naturalizzato. Squadre qualificate? Entrambe. Mazzette e organi dei desaparecidos donati ai peruviani? Tanti, molti. La cosa curiosa è che molti anni dopo alcuni dei protagonisti confessarono che la partita era stata comprata dal regime dei “generali” padroni di casa. A quando il prossimo Mondiale in Italia?
2. Qualificazioni europee del 1983, si qualifica solo la prima classificata e la Spagna ha bisogno di soli 11 gol di scarto per passare. Più o meno quanti ne beccherebbe ogni partita il PSG senza Neymar, Cavani e Mbappè. No, tutto ciò non è solo possibile alla Playstation, perchè Spagna-Malta finisce 12-1. Guarda caso, che coincidenza meravigliosa. La bellezza del calcio e della sua imprevedibilità. P.S. Maltesi siete scarsi ma avete almeno la dignità. Se volete mandare a puttane, come la schedina del sabato, anche quella…
1. Freddi come la morte, come la loro temperatura media, come le loro donne a letto. Agli Europei del 2004, la nostra Italia vince sulla Bulgaria ma spera che l’altra partita del girone non finisca 2-2. Dovevano accorgersene qualche minuto prima del fischio d’inizio, quando le giocate contemporanee di 22 giocatori svedesi e danesi fanno calare a 1.20 il risultato esatto 2-2. Detto fatto, Svezia-Danimarca finisce 2-2. Inutile dire che, durante tutta quella stagione estiva, aumenterà il numero di svedesine e danesine castigate in spiaggia da parte dei bomber italiani. Quanto aveva ragione Shakespeare, l’autore preferito da Schiattarella e compagni: “c’è e ci sarà sempre del marcio in Danimarca”. E in Svezia, aggiungeremmo noi dopo il sorteggio di ieri. Per evitare infarti, non vi facciamo vedere le immagini.