Spoiler: non c’entra nulla il discorso “sole di mezzanotte”
Il 2017 non è proprio l’anno di Zlatan Ibrahimović: prima l’infortunio in Europa League nel recupero del recupero contro il Celta, poi il non aver vinto la Premier (per la prima volta Ibra non ha vinto un titolo nazionale al primo colpo) ed infine il non aver vinto sul campo l’Europa League con lo United. A questo trittico di delusioni, si devono aggiungere un quarto ed un quinto elemento che fanno capire che per il bomber di Rosengård quest’anno è stato tremendamente sfortunato (“sfigato” è un po’ troppo volgare da scrivere): prima la Svezia che si qualifica ai Mondiali (ai danni della Nazionale del Paese che ha contribuito a rendere Ibra il campione che è) senza lui in campo, poi il non aver vinto il Pallone d’oro svedese. E proprio l’assegnazione del Guldbollen (che si dovrebbe pronunciare come si legge) è stato il momento più basso di questo 2017 dell’asso di Malmoe: dopo dieci edizioni consecutive, il premio non è andato al miglior amico di Guardiola ma ad un altro giocatore.
Andres Granqvist è il vincitore di questo premio sconosciuto ai più facendo calare il sole sul regno di un giocatore che è la quintessenza del calcio mondiale. Granqvist non è nulla di che: ex giocatore del Genoa, ora gioca in Russia con il Krasnodar (che si pronuncia come si scrive) e capitano della Svezia in Russia. E proprio Granqvist è colui che ha ricevuto la fascia di capitano della Nazionale di Stoccolma dall’inventore del leggendario “cazo guardi?”. Una cosa positiva: Granqvist non ha giocato la celebre partita del “biscotto”, Ibrahimović si (e ci aveva anche segnato con un colpo di tacco alquanto efficace, ma ignorante).
Ecco, dire che questo mestierante del calcio svedese sia più forte di Ibra è un insulto al Mondo del calcio. Fatto sta che ora è lui il più forte giocatore di Svezia in questo anno solare. E Ibra muto, ma i suoi cabassisi girano alla velocità della luce. Si può consolare con il ritorno in Champions, ma l’onta della “defenestrazione” di Granqvist è grossa.
A 36 anni Zlatan Ibrahimović sta vedendo la sua carriera piano piano arrivare al capolinea: del resto, a quell’età o si gioca con il contagocce o si fa altro.
Il futuro svedese non è proprio in buone mani (anzi, piedi), visto che contro di noi, la squadra gialloblu si è presa la qualificazione facendo due tiri in due partite e godendo, per di più, di un autogol.
Zlatan, tieni duro: ancora 38 giorni e finirà questo 2017. Tu, per non sapere né leggere né scrivere, fai un salto a Lourdes. Non si sa mai.