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Arrivederci campione infinito

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Lui non ha mai voluto la maglia n 10 anzi, lui ha iniziato con la maglia numero 9 ma per lui quei numeri erano troppo scontati. Quei numeri li hanno avuti tutti i più grandi ma lui è sempre andato oltre, anche nel numero di maglia, per questo ha scelto il 14, anche quando al Barcellona gli negarono di poterla indossare, lui giocò con la numero 9, ma sotto quella casacca indossava sempre il suo 14.
Lui era fuori dagli schemi, non ha mai seguito mode perché lui, le mode, le creava. Lui dapprima con il suo Ajax ed in seguito con la nazionale olandese ha inventato un nuovo modo di vedere e fare calcio, il calcio totale, quel modo di giocare a calcio che ancora oggi utilizzano i club più blasonati del mondo. Cruijff non aveva un ruolo ben preciso, poteva fare qualunque cosa in un campo da calcio, poteva essere un’ala, un centrocampista, un trequartista, oppure un attaccante, lui sapeva e poteva fare tutto, avrebbe fatto bene anche il guardalinee, ma la cosa che gli riusciva meglio fare era far impazzire i suoi avversari, e fare gol, nella sua carriera ne fece più di 400.
cruijff-ajax-olanda-barcellonaJohan è stato l’intelligenza applicata al gioco del calcio, è sempre stato più veloce degli altri, sia fisicamente che mentalmente, vedeva qualsiasi giocata prima degli altri, dote che accomuna tutti i più grandi, una cosa la posso affermare con certezza assoluta, che nessun altro giocatore sia mai e dico mai stato più intelligente di lui. Da molte classifiche di livello mondiale è stato eletto come il miglior giocatore europeo di sempre, nel mondo secondo solo dopo un certo Pelè, da qui nasce uno dei suoi soprannomi il Pelè bianco, altro soprannome che gli è stato affibbiato è l’olandese volante, soprannome che nacque dopo un suo gol al volo di tacco in un epico Barcellona atletico Madrid, un gol che sfida le leggi della fisica.
Se il Barcellona oggi gioca con il famoso tiki taka è solo grazie a quel genio infinito che risponde al nome di Johann cruyff, Pep Guardiola disse di lui:
“Cruijff ha dipinto la cappella Sistina, io ho solo dato le ultime pennellate”
cruyff-barcelona-Noi vogliamo ricordarti così, per quel vero fenomeno che sei stato, si mai termine fu più azzeccato, un sostantivo che al giorno d’oggi è troppo bistrattato, lo si usa troppo spesso verso giocatori che non avrebbero nemmeno avuto l’onore di allacciati gli scarpini. Grazie Johan, grazie a nome di tutti quei ragazzi che Oggi non lo sono più,ma anche e soprattutto grazie a te si sono innamorati di questo splendido sport che è il calcio, ma grazie soprattutto da un nessuno come me che ha da sempre amato questo sport e ha portato la maglia numero 14 nei peggiori campi di tutte le categorie minori solo per potersi sentire un po’ più vicino ad uno degli Dei del calcio… e grazie perché per diventare leggende bisogna compiere imprese epiche, e tu l hai fatto riuscendo a vincere per primo 3 palloni d’oro.
Arrivederci campione infinito.

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