Non è uno sport per bassi. Risposta sbagliata! Casomai: è anche uno sport per bassi. Le testimonianze attorno al tema sono davvero numerose: a pallacanestro le misure fanno la differenza soltanto da un ruolo all’altro, ma a pensarci bene forse neanche questa affermazione è totalmente vera. La certezza che mette d’accordo tutti è una sola: a basket chiunque può provare a giocare. Diventare il migliore, o anche solo uno dei più bravi, ecco, è un altro discorso.
Però, non di sola altezza si vive o si sopravvive sul parquet. Contano di più altre caratteristiche: le abilità tecniche, l’agilità a canestro, la visione del gioco, la potenza. Un bel mix di doti che in NBA vale il pass per scendere in campo. Qui abbiamo selezionato cinque esempi, cinque nomi, cinque professionisti della massima lega di pallacanestro forti, bravi e in alcuni casi davvero brillanti. E bassi, terribilmente bassi. Gli invisibili, almeno rispetto alla media.
Isaiah Thomas (altezza 175 cm)
Due stagioni ai Celtics e due presenze all’All Star Game, un tour tra Cleveland, Los Angeles, Denver e Washigton, da inizio 2020 ai Clippens. A Boston Thomas è stato oscurato solo dall’altezza, un filo d’erba in una foresta pluviale, perché sui tabellini invece ha decisamente dominato. Una stella grande e luminosa, spesso il miglior realizzatore e trascinatore della squadra. Campione e leader. Un folletto in campo che ha fatto ammattire chiunque in ogni angolo degli States.
Keith Jennings (altezza 171 cm)
Tre stagioni in NBA con i Golden State Warriors, tra il 1992 e il 1995. I suoi massimi gli ha ottenuti nell’anno prima di salutare il vertice, con una partita da 23 punti e 10 assist, frutto di 3 triple e 4 liberi. Jennings ha giocato anche in Francia, in Spagna e in Turchia, prima di intraprendere nel 2004 la carriera di allenatore.
Greg Grant (altezza 170 cm)
Dieci anni di carriera da professionista, scelto al Draft del 1989 dai Phoenix Suns. Nove stagioni in NBA e un passaggio anche in Italia, sotto il cielo di Forlì. La sua storia, raccontata splendidamente in un’autobiografia dal titolo “94 Feet and Rising: The Journey of Greg Grant to the NBA and Beyond” è molto particolare: fu scoperto per puro caso mentre lavorava al mercato del pesce nel New Jersey. Negli States, ad alti livelli a disputato 274 partite.
Red Klotz (altezza 170 cm)
Basso e campione, a volte finisce anche così. L’anno è il 1948. La sua prima e unica stagione in NBA Red Klotz l’ha vissuta con la canotta del Baltimore Bullets. È ancora oggi il quarto più basso giocatore della storia passato sotto un tunnel in NBA. A partire poi dagli anni ’50, ha contribuito a introdurre il gioco del basket in più di cento paesi in tutto il mondo in tour come proprietario dei Washington Generals. Red ha affrontato in numerose partite gli Harlem Globetrotters da giocatore e allenatore, riuscendo a vincere però una sola sfida, nel 1971. È per questo motivo considerato ancora oggi il “miglior perdente al mondo”. Decisivo un suo tiro dalla lunga distanza a tre secondi dalla sirena.
Melvin “Mel” Hirsch (altezza 168 cm)
Torniamo indietro con la macchina del tempo agli anni ’40. Dopo aver conseguito la laurea nel 1943 a Brooklyn, Melvin Hirsch iniziò a giocare nella squadra universitaria diventando subito la stella più accecante del gruppo grazie a medie per l’epoca di tutto rispetto. In NBA pochi si ricordano del suo passaggio ai Boston Celtics nella stagione 1946/47. Giocò però 13 partite realizzando 9 punti e 10 assist.