Come ogni settimana, arriva la TOP 5 di Schiaccio e Non Faccio Fatica sul turno di campionato appena concluso.
Continua il Gennaio perfetto dell’Olimpia Milano che, tra campionato ed Eurolega, coglie l’ottava vittoria in altrettante partite da inizio 2021. La squadra di Messina, tuttavia, schiva solo nel finale un’altra insidia esterna, vincendo a Treviso così come era come accaduto martedì nel recupero di Cremona (81-83). La De’ Longhi è avanti fino al 34’ (73-68), ma viene neutralizzata dalle triple di Punter e Rodriguez e resta a secco negli ultimi due minuti e mezzo, vedendo spegnersi sul ferro la tripla del pareggio di Chillo, prima dei liberi della sicurezza di Datome.
Sesta in fila per la lanciatissima Dinamo di questi tempi, che nelle ultime nove ha perso solo al Forum, dove pure aveva condotto per 30’. L’11-0 iniziale indirizza subito, sul mai facile campo di Trieste, la sfida a favore (103-82) di un Banco sicuro e autoritario, dove il lavoro oscuro di Burnell (12 rimbalzi e 9 assist) pesa quanto il career high di Spissu e la consueta grandinata dall’arco: 15/27 di squadra.
Ferma Brindisi per il turno di riposo, la Segafredo perde in casa per la sesta volta, contro una Germani senza Burns, brava a risalire dal – 11 e ancora sotto di tre nell’ultimo minuto. Decide un arresto e tiro da manuale di Moss, anche se il protagonista assoluto è il ventenne Giordano Bortolani, autore di 23 punti con 7/10 dal campo e soprattutto la difesa decisiva da cui nasce il possesso della vittoria. “Tante pacche sulle spalle”, ma zero punti per una Vanoli Cremona che, dopo aver spaventato Milano nel recupero di martedì, sfiora l’impresa al Taliercio di Venezia. La Reyer recupera due volte uno svantaggio in doppia cifra (30-44 al 19’; 62-72 al 32’) e sorpassa nel finale con una tripla di Stone, mentre la replica di Poeta per la vittoria finisce sul ferro, prima che Tonut la chiuda dalla lunetta.
Tutto facile per Pesaro su Cantù (107-83) nonostante i 24 in 29’ di Gabriele Procida, mentre Reggio Emilia, che dopo Sutton inserisce anche Koponen, allunga nel secondo tempo in casa su Trento, approcciando al meglio alle tre partite di FIBA Cup, in programma da martedì a venerdì nella “bolla” di Den Bosch. Non si è giocata Varese – Fortitudo, per il già citato focolaio che ha colpito la Openjobmetis.
Marco Spissu (Dinamo Banco di Sardegna Sassari) – Il nuovo massimo in carriera, 28 punti in 31 minuti, potrebbe già bastare, in realtà arriva in un convincente +21 esterno, in cui oltre a 5/6 da tre, 6 rimbalzi, 4 assist e 36 di valutazione, mette sempre in ritmo anche ai compagni. Ed è 9/11 dall’arco nelle ultime tre partite, dopo aver tirato 6/32 nelle cinque precedenti.
Gabriele Procida (Acqua San Bernardo Cantù) – 24 punti in 29’, con 3/4 da tre (è 42.5% in campionato): se a segnarli è un ragazzo che compirà 19 anni tra una settimana, gli valgono l’inserimento in Top5 anche se la sua squadra ha perso di 24.
Giordano Bortolani (Germani Basket Brescia) – 23 punti con 7/10 al tiro (3/5 da tre) , 4 rimbalzi e soprattutto la decisiva zampata in difesa, da cui si innesca il canestro della vittoria di Moss: era arrivato due volte a quota 10 contro Milano e Sassari, sceglie avversari altrettanto illustri per fissare, con grande sicurezza e faccia tosta, il suo nuovo high personale.
Zach Leday (Armani Exchange Milano) – Con 24 punti in 29’ e 9/9 al tiro è di gran lunga il riferimento offensivo più affidabile di una Armani che esce solo alla distanza al Palaverde. Dopo il 25 segnati nel +40 dell’andata, il suo conto con Treviso resta aperto.
Mitchell Watt (Reyer Venezia) – La Reyer risale con le triple (9 delle 13 totali) nel secondo tempo, ma è lui il terminale più costante dell’attacco della Reyer: combina per 27 punti in 33’, con 10/12 da 2 e 10 falli subiti, pur lasciando per strada sei liberi.
Maurizio Buscaglia (Coach Germani Basket Brescia) – La sua Brescia non si scompone neanche sul -11 (67-56) dopo un primo tempo in controllo e la vince in difesa, sporcando tutti i possessi finali dei campioni avversari. La decide Moss da campione, ma la partita di Bortolani è da stropicciarsi gli occhi e lui lo lascia in campo per tutto l’ultimo quarto fino alla sirena finale.