I 10 NUMERI DI MAGLIA PIÙ “IGNORANTI” NELLA STORIA DEL CALCIO
Numeri di maglia e calciatori; talvolta connubio indissolubile tra un campione e la sua casacca. (Come per storici ’10’ quali Maradona, Del Piero, Totti, il ‘divin codino’ Baggio o l’inconsueto 14 del fenomenale e oggi compianto Johan Cruijff), in altre occasioni, invece, opportunità per atleti meno noti e talentuosi di salire comunque agli onori delle cronache sportive.
Sono innumerevoli gli esempi di numeri assurdi nel mondo del calcio. In questa speciale classifica, pertanto, si è deciso di raggruppare soltanto i dieci casi più divertenti/sorprendenti.
Pronti, partenza, via.
- Mohamed Kallon (Inter)
Siamo agli inizio degli anni Duemila e la numerazione dei calciatori è ancora piuttosto ‘regolare’. Poi arriva lui: ‘Momo’ Kallon. Giunto in Italia a metà del decennio precedente, il calciatore originario della Sierra Leone nell’estate del 2001. (Dopo svariati anni di prestiti in giro per l’Europa ed il Belpaese) finalmente arriva all’Inter per restare e si fa subito notare. Il motivo? Non tanto gol e prestazioni quanto il numero 3 (tipico di un terzino o al massimo di un difensore centrale) sulle spalle!
- Fabio Gatti (Perugia)
Signore e signori, tutti in piedi. Con Fabio Gatti da Perugia siamo all’apice della genialità. Prime giornate del campionato 1999-2000, il Grifone è una realtà ormai solida nella massima serie italiana grazie al presidente Luciano Gaucci. Un nuovo giovane della ‘cantera’ biancorossa inizia a segnalarsi per il piede delicato e le ottime prestazioni sul campo. Si parla ben presto di Roma e Juventus sulle sue tracce ma Gatti finisce sulle prime pagine dei giornali anche per il numero scelto: il 44. Per quale motivo? 44 Gatti..vi dice nulla?
- Marco Fortin (Siena)
Marco Fortin: ovvero quando il calciatore, oltre a voler mostrare la propria (ampia) dose di sana follia, decide di sfoggiare anche ottime doti in inglese. 14 nella lingua britannica si scrive ‘fourteen’ ma si pronuncia esattamente come il cognome dell’ex portiere (tra le altre) di Siena e Cagliari. Inutile aggiungere, quindi, le ragioni per le quali Fortin sul finire degli anni Duemila decise di indossare tale numero..
- Ivan Zamorano (Inter)
Il bomber cileno, ex Real Madrid ed Inter, potremmo dire che sia stato il vero pioniere nel campo della stravaganza in quanto a numeri sulla maglia. La storia è la seguente (e ormai anche piuttosto nota). Estate 1997, Il presidente interista Moratti decide di fare il botto e porta a Milano il ‘Fenomeno’, Luis Nazario de Lima Ronaldo. Il numero nove è stato sino a quel momento appannaggio di Zamorano, che, però, da buon padrone di casa decide di lasciare senza polemiche la casacca del bomber per eccellenza al nuovo arrivato. Come dimostrare di essere ancora un vero nove? Zamorano ci pensa su e poi progetta la grande idea: “Datemi il 18 ma tra i due numeri metteteci un piccolo segno +”. 1+8 fa 9 ed ecco che per il cileno è rimasto esattamente tutto come prima…
- Cristiano Lupatelli (Chievo)
Siamo sul finire degli anni Novanta quando un giovane portiere italiano si fa notare tra i pali della Fidelis Andria. Mezza Serie A vuole accaparrarsi le sue mani d’oro ma alla fine la spunta la Roma del presidente Sensi. Si chiama Cristiano Lupatelli e alla fine rimarrà nella Capitale solo per due anni (vincendo però uno Scudetto da secondo del titolare Antonioli). Nell’estate del 2001, il passaggio al neopromosso Chievo Verona, una delle più belle favole mai proposte dal calcio dello stivale. Si arriva alla consegna della lista con i numeri dei calciatori e Lupatelli decide di sorprendere l’Italia e l’Europa con una scelta incredibile: il numero dei fantasisti, dei fenomeni con la palla al piede, il 10!
- Hicham Zerouali (Aberdeen)
Zerouali è stato (purtroppo è deceduto nel 2004 a soli 27 anni) un calciatore marocchino che tra il 1999 e il 2002 ha militato in Scozia, con la maglia dell’Aberdeen. Probabilmente con l’intento di richiamare il suo cognome, l’attaccante africano in quell’esperienza opta per il numero 0! Si trattò di una decisione che suscitò molte polemiche, tanto che la Federazione scozzese dall’anno seguente iniziò a vietare l’utilizzo del folkloristico numero zero.
- Jonathan De Guzman (Chievo)
Storia dei giorni nostri. Il centrocampista De Guzman lascia Napoli ed approda al Chievo Verona alla corte di Rolando Maran. Una mezzala dinamica come lui che numero avrà potuto scegliere? 7? 8? Macché! Come cantava Lucio Dalla ‘l’impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale’. Pertanto De Guzman si prende il numero 1! Chissà, magari un tentativo di ‘parare’ gli avversari già dalla metà campo.. Senza dimenticare l’erede Edgar Davids.
- Salvatore Fresi (Salernitana)
Difensore centrale di La Maddalena, ‘Totò’ Fresi nel 1998 torna alla Salernitana dopo tre anni di Inter. Il numero 6 è occupato pertanto a Fresi scatta la ‘zamoranata’. ‘Prendo il 33..tanto tre più tre fa sei..“. E via alla maglia granata con ‘Fresi 3+3′ sulle spalle (seppur soltanto per poche gare rispetto all’ex compagno cileno).
- Luca Bucci (Parma)
Parafrasando ‘La Solitudine dei Numeri Primi’, nel caso del portiere Luca Bucci potremmo affermare ‘La noia di avere il numero uno’. L’ex estremo difensore, nella sua seconda esperienza al Parma, decise di scegliere dapprima il numero 5 ed in seguito addirittura il numero 7. Chiamatelo come volete ma non ‘numero uno’..
- Salvatore Soviero (Crotone)
Salito alla ribalta delle cronache nei primi anni Duemila per una clamorosa rissa innescata (da solo) nei confronti dell’intera panchina del Messina. Il portiere ‘Sasà’ Soviero entra a far parte di questa classifica del tutto particolare poiché durante la sua esperienza crotonese, tra il 2005 ed il 2007, scelse di abbandonare il tradizionale ‘1’ in favore di un maggiormente ‘pazzo’ numero ‘8’
Ci avete ricordato anche Zaccardo col 9, Capelli, Viviano, Pratto, Dempsey col 2. Per chiudere il momento ignoranza con Sensi numero 5 che non tutti capiranno…
Per oggi è tutto, torniamo a lavorare per portare ignoranza cosi come faceva Ringhio quando volava mani al collo al vecchio Jordan
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