Vai al contenuto

14 motivi per cui seguire la Serie C

Finalmente è iniziato il campionato di Serie C,o forse no, o forse ci saranno rinvii. Alla fine anche lui ce l’ha fatta a partire, ma non perché sia un campionato che si fa attendere come una ragazza che ritarda il giorno del primo appuntamento, ma perché a causa di ricorsi, contro ricorsi e appelli dovuti al discorso dei ripescaggi in B, quest’anno la terza serie nazionale partirà più in la. E nonostante siamo a metà a settembre, cinque delle cinquantanove squadre al via non sanno ancora se disputeranno alla fine la Serie C o quella superiore. Si dovrebbe sapere a giorni, ma non è detto visto che si è imballo dai tempi di Carlo Codega. Comunque sia, tutte le squadre al via lotteranno per almeno una di queste quattro alternative: vincere il campionato e andare in B, vincere i play off e andare in B, salvarsi e rimanere in C, non retrocedere in D.

Eppure la Serie C ha un non so che di affascinante, di entusiasmante, di catartico che a volte viene da dire: ma sapete che è meglio della Serie A? Saremo pazzi, ma abbiamo trovato almeno 14 motivi per cui la Serie C merita di essere vista e non solo tramite le pagine 214-215-216 del Televideo.

La Serie C è cazzuta

La Serie C non è fighetta: non ci sono giocatori impomatati, non ci sono giocatori che indossano scarpe fornite dagli sponsor o che troviamo reclamizzare un qualsiasi cosa. In C c’è il Calcio, senza fronzoli.

Con la Serie C si migliora la geografia

La terza serie si compone di tre gironi con 59 squadre: più di A e B messe insieme (al netto della B dispari). Va bene che ci sono squadre espressione di città capoluogo di Regione, ma soprattutto…c’è tanta provincia. Ed ecco che nel vedere i vari gironi troviamo squadre di paesini che la maggior parte di noi non saprebbe della loro esistenza se non l’abitare nella stessa provincia. Ed ecco quindi Gozzano e Rende, Albissola e Pagani (Paganese), Arzachena e Salò (FeralpiSalò), Renate e Francavilla Fontana (Virtus Francavilla), Monopoli e Lentini (Sicula Leonzia), Fano e Chiavari. Sempre dando per scontato che voi sappiate dove siano Novara, Trieste, Ravenna, Teramo e Catanzaro eh. Gubbio sappiamo che lo sapete perché lì ci girano “Don Matteo”.

Se si vuole seguire una squadra di Serie C si deve andare allo stadio per forza

Non ci sono programmi tv calcistici che parlano di Serie C, perché tutti gli espertoni pensano che il calcio si solo Champions, Serie A e B ma non sanno che il cuore pulsante del calcio è la terza serie calcistica nazionale. Ed ecco che chi segue queste squadre si informa leggendo i giornali locali o le radio private che raccontano i match con sanguigne radiocronache. Oppure vanno tutti allo stadio. Che forse è la cosa migliore.

Le partite durano anche lì 90′

La tanto bistrattata Serie C prevede partite che durano 90′ minuti, ammonizioni ed espulsioni. Come un qualsiasi altra partita di una serie superiore. Non ci sono VAR e Gol Line Technology. Quindi fate meno gli schizzinosi e tifate.

Si gioca su campi e stadi simili a quelli della Serie A

Questo è il tasto dolente: gli stadi di Serie C rispecchiano, salvo alcuni, la situazione degli stadi delle due serie maggiori. Vecchi, fatiscenti, con campi non perfetti, non bellissimi (ma questa è una cosa soggettiva), spalti non proprio…spalti: questa è la situazione. Quindi perché andare in uno stadio di A quando in uno di Serie C è uguale?

Tante squadre hanno più storia di molte della Serie A attuale

Come detto, la Serie C 2018/2019 si compone di cinquantanove squadre espressione di diciotto Regioni (mancano all’appello Valle d’Aosta e Molise, che sappiano non esistere di suo). In questa Serie C, quindici squadre hanno nella loro storia almeno una presenza in Serie A e trentaquattro almeno in Serie B. Per non parlare che in questa Serie C si contano sette scudetti ed una Coppa Italia: molte squadre in A hanno meno scudetti e non hanno mai alzato la coppa nazionale, per esempio. Ah il Renate ha i colori nerazzurri perché i fondatori del club, nel 1947, tifavano Inter.

La C è puro calcio di provincia…e di quartiere

In Serie C si suda, ma c’è tanta passione verso uno sport che prevedere undici uomini che rincorrono una palla con in mezzo a loro un’altra persona con il fischietto in mano. Ed ecco squadre di cittadine che hanno un po’ di notorietà grazie alla loro squadra e grazie magari al giocatore che segna di più. Dopo una squadra in Serie A ed una in Serie B, la città di Verona

ha una squadra anche in Serie C: la Virtus Vecomp. Un Chievo II, essendo espressione di un altro quartiere della città di Giulietta e Romeo, il Borgo Venezia. Verona come Londra: una squadra in ogni serie professionistica.

La Serie C ha più partite

In Serie A a maggio è tutto finito, mentre in B ci sono i play off e i play out e questi, in base ad alcuni criteri, possono anche non esserci. In Serie C a campionato finito c’è da trovare la quarta che andrà in Serie B oltre alle vincitrici dei tre gironi. Ed ecco che iniziano sì i soliti play out, ma gli occhi e i cuori (palpitanti) sono per i lunghissimi play off. A questi partecipano tutte le squadre dei tre gironi classificate dalla seconda alla ottava posizione, oltre alla vincitrice della Coppa Italia di Serie C. In pratica, inizia un altro campionato. E al termine della finalissima si piange: piange chi ce l’ha fatta perché ha superato delle forche caudine mica da ridere, piange chi ha perso e si è fermato all’ultimo gradino delle stesse forche caudine ed il prossimo anno dovrà iniziare tutto da capo.

Con la differenza tra Over e Under, Roberto Mancini sarebbe contento

Da qualche anno, per promuovere i giovani e i vivai, in Serie C esiste la regola degli Under e degli Over: ogni squadra deve avere obbligatoriamente un tot di giocatori nati prima di un certo anno e un tot nati dopo un altro, con un numero illimitato di giocatori che hanno venti anni. Perché la Serie C si gioca con gente esperta ma anche con giovani che hanno voglia di emergere e andare a giocare nelle serie maggiori e diventare famosi, anche senza la squadra per i quali giocano. Non diciamo a Roberto Mancini di convocare i giovani della Serie C, ma questa mossa (Under/Over) può fare bene al nostro calcio che ne ha davvero bisogno

La Serie C ha tanti giocatori con un passato da grande in Serie A

Già solo che quest’anno in Serie C giochi gente con un passato in Serie A come Ledesma (Pro Piacenza); Guberti (Robur Siena); Santana (Pro Patria); Santacroce (Cuneo); Lupoli (Fermana); Granoche (Triestina); Reginaldo (Monza); Caracciolo (Feralpi Salò); Tavano e Maccarone (Carrarese); Moscardelli (Pisa); Vives (Ternana); Floro Flores (Casertana); Marchese, Lodi e Biagianti (Catania); Marzorati e Paponi (Juve Stabia) ed Evacuo (Trapani): non vi viene voglia di interessarvi a questo campionato?

Perché c’è una squadra che si chiama…con nome e cognome

In Serie C c’è una cosa che da altre parti non c’è, val a dire una squadra che si chiama con un cognome e con un nome: la Giana Erminio di Gorgonzola. Espressione della cittadina che ha dato il nome al celebre formaggio, questa squadra è in C da cinque stagioni consecutive e fino allo scorso anno si è sempre salvata arrivando e nelle ultime due stagioni ha anche disputato i long play off. Che storia questa Giana: stesso presidente da 33 anni, un allenatore in panchina per 23 anni consecutivi che solo a giugno ha passato il timone, giocatori che al loro primo anno da professionisti hanno dovuto scegliere se fare gli impiegati o i calciatori. Una bella storia di provincia che solo in Serie C può esserci.

In Serie C si studia, inconsapevolmente. il latino

Latino, una delle materie più ostiche della nostra vita scolastica: o lo odi o la ami. E anche in Serie C lo si studia, indirettamente: delle cinquantanove squadre. Motivo? Semplice: delle cinquantanove squadre di Serie C, undici hanno un termine latino nel loro nome. Ed ecco Juventus B, Pro Vercelli, Pro Patria, Pro Piacenza, Virtus Entella, Robur Siena nel girone A; Virtus(vecom) Verona, Vis Pesaro e Alma Juventus Fano nel girone B; Juve Stabia e Virtus Francavilla nel C. Speriamo che chi non ami il latino abbia la propria squadra in alto in classifica, sennò sarebbe veramente una tristezza.

C’è la prima squadra di A con una squadra B che gioca in C

Qual è il colmo di una squadra di calcio? Avere una squadra in C, chiamandosi “B” e con il nome di una squadra di Serie A. E nella nostra Serie C questo è possibile: la Juventus ha la squadra Under23 (detta “B”) in Serie C. Potevano essercene altre, ma tante società si sono tirate indietro. Peccato, poteva essere una cosa bella.

Dopo tutta la confusione di questi ultimi giorni, perché non vedersi almeno una partita?

E’ stata una calda estate, come detto, per la Serie C. Ricorsi, contro ricorsi e ricorsi dei contro-ricorsi. Dai, non vi viene anche solo la curiosità di guardare almeno una partita di questa serie che regala sempre emozioni?

Capito perché la Serie C è bella (per non dire altro) come la Serie A?

Condividi
x