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Cassano: “A 20 anni puoi anche farlo ogni giorno”

QUELLA VOLTA IN CUI CASSANO MANDÒ 500 ROSE ALLA HUNZIKER
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«Preside’, guadagno due milioni e settecentomila lire al mese, il minimo contrattuale, mi dia l’aumento che non c’ho una lira…». Lui mi disse: «Tranquillo». Ma ovviamente non arrivò nulla, se non una Golf nera che è ancora parcheggiata nel suo giardino. Ma prima della golf come girava per le strade di Bari?
Con un Booster 50 color bordeaux Acquistato con il primo stipendio Al minimo contrattuale. “A sedici anni del resto quasi tre milioni al mese erano comunque una cifra che obbligava a farti un regalo e io presi lui.”
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Cassano: Una vita al massimo

Antonio Cassano ha ormai messo la testa a posto da tempo, quasi da tornare nel mondo del calcio.
Ma guardandosi alle spalle e alla chance sprecata al Real Madrid, ecco emergere un pizzico di rammarico. In una lunga intervista al quotidiano spagnolo As, il 37enne ricorda i trascorsi con la camiseta blanca, le scorribande, le liti ma anche il piacere di giocare con grandi fenomeni. E l’ammissione di essere stato anche sesso-dipendente. Poi ha conosciuto Carolina Marcialis, che è diventata sua moglie, e quindi si è calmato. «Nel mio cuore ci sono tre squadre: la prima è la Samp, poi c’è l’Inter di cui sono tifoso sin da piccolo, e quindi il Parma, soprattutto dopo tutto quello che è successo. Il resto l’ho già dimenticato, anche il Real dove avrò giocato 3-4 volte – sorride – Ma è stata colpa mia, e poi allora c’erano i migliori del mondo e della storia come Ronaldo, Zidane e Raul».


“IL GIOCATORE CHE MI HA MESSO PIÙ IN DIFFICOLTÀ?
CASSANO!”

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 «Sono andato in giro a fare lo stupido»

«Non potevo dire no al Real. Molta gente avrebbe pagato per giocare lì ma in campo andava solo uno fra me e Robinho. Ho cominciato bene, segnando, ma quando vai a Madrid puoi fare due cose: stare con la famiglia, concentrato, o andare in giro a fare lo stupido. E io ho fatto la seconda», ricordando con una battuta anche le splendide donne che giravano intorno allo sposatissimo David Beckham. «C’è rimpianto, non mi sono reso conto di essere nella squadra più grande della storia, solo uno stupido poteva comportarsi come ho fatto io a Madrid. Ho però giocato con due dei cinque migliori calciatori della storia, Zidane e Ronaldo il Fenomeno. E se avesse avuto la testa e la professionalità giusta, lo sarebbe stato anche Guti». Bello il ricordo che conserva ancora di Zizou.
«Non parlava mai, in un anno e mezzo lo avrà fatto tre volte, ma in quelle occasioni tutti lo ascoltavano senza fiatare».

Un giocatore che alle regole era allergico. Ricorda poco di quella sera, ma la tv gli è stata d’aiuto, il cartellino giallo lo aveva letteralmente cancellato dalla memoria, ma la richiesta fatta al rientro negli spogliatoi al presidente Matarrese, quella se la ricorda ancora ora:

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