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Che vita sarebbe senza Carlo Pinsoglio

Il terzo portiere di una squadra è quello che, per antonomasia, si allena tutti i giorni, si fa il mazzo tutti i giorni, suda tutti i giorni, corre tutti i giorni, impreca tutti i giorni contro sé stesso se sbaglia e…e non gioca mai. Dura la vita del terzo portiere: giochi solo se i tuoi colleghi portieri sono infortunati, squalificati o ammalati. Qualcuno ci riesce (vedi il giovane Turati del Sassuolo), qualcuno si fa apprezzare più da terzo che da titolare o panchinaro (vedi ai tempi Buffon o Donnarumma), qualcuno maledice il titolare (leggasi Piloni, Alessandrelli e Bodini nei confronti di Dino Zoff). Qualcuno vince anche i Mondiali da terzo (tipo Giovanni Galli e Angelo Peruzzi).

Db Villar Perosa (To) 12/08/2018 – amichevole / Juventus A-Juventus B / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Carlo Pinsoglio

Sono pochi inoltre i terzi portieri conosciuti alle grandi platee. Uno di questi è senza dubbio Carlo Pinsoglio, terzo portiere della Juventus.
Pinsoglio da Moncalieri da tre stagioni è il terzo portiere della Juventus. Il palmares del portiere vede due scudetti, una Coppa Italia e una Supercoppa italiana…per un totale di due partite sino a oggi giocate.
Sul numero 31 bianconero ci si può scommettere qualsiasi cosa: giocherà l’ultima partita della stagione: la prima partita la giocò il 19 maggio 2018 in casa contro l’Hellas Verona subentrando a Buffon, la seconda il 29 maggio 2019, contro la Sampdoria: un gol nella prima, due nella seconda.
Quest’anno si spera che possa confermare la sua abilità. Non dipenderà né da Sarri né da lui: dipenderà dal Covid19.

Tutti i maligni dicono: Pinsoglio è fortunato, Pinsoglio guadagna e non gioca, Pinsoglio gioca una partita all’anno. Eppure tanti non sanno che Carlo Pinsoglio è un uomo spogliatoio. Ed in una squadra l’essere l’uomo spogliatoio vale quanto essere un top player.
Cosa fa l’uomo-spogliatoio? E’ il punto di riferimento. E’ quello che dispensa consigli. E’ quello che in campo sbraita ed incita i compagni (nel suo caso, dalla panchina). E’ l’amico che tutti vorrebbero avere.
Eh sì perché Carlo Pinsoglio, 194 cm di portiere, è ben voluto da tutti e lui vuole bene a tutti.

Nato calcisticamente nella Juventus, è entrato la prima volta nella Juventus che aveva dieci anni e vi rimase fino a venti. Nel mentre, con la Primavera vinse una Supercoppa italiana e due volte il “Viareggio”, debuttando in panchina nella Juve a Siena alla 28a giornata nel campionato 2009/2010, diventando il vice di Antonio Chimenti che a sua volta fu titolare essendo contemporaneamente assenti Buffon e Manninger.
Dopo di che come tutti, ha fatto la gavetta, girando per l’Italia tra la Serie C e la Serie B in piazze tranquille e piazze calde tra Lega Pro (Viareggio) e Serie B (Pescara, Vicenza, Modena, Livorno e Latina). Ed in serie cadetta, Pinsoglio vive delle vere montagne russe: l’apprezzamento a Vicenza e Modena, la detestazione a Livorno e Latina, dove retrocederà in entrambi i casi in Serie C.

E il povero Carlo non dimenticherà mai la sera del 21 maggio 2016 quando l’allora numero 12 amaranto fece un erroraccio da subentrato e con il gol del pareggio i labronici retrocessero in Serie C dopo quindici anni. A fine partita, Pinsoglio fu aggredito dai tifosi ed uno di questi gli diede un pugno mandandolo all’ospedale davanti a madre e padre.
Pinsoglio sa che non sarà mai il titolare della Juventus, ma sa che ogni giorno dovrà allenarsi al meglio, metterci la grinta, lo spirito giusto ed aspettare il suo momento. E questo lo rende ben voluto dai suoi compagni, in particolare da parte di Ronaldo.


Come si fa a non volere bene a Carlo Pinsoglio? Uno che si allena tutto l’anno con devozione e tenacia, ma che sa che giocherà sola l’ultima partita della stagione. Uno che ci mette grinta ed impegno in quello che fa. Ed infatti ha partecipato anche alla nostra challenge dove, in favore degli ospedali italiani, il portiere bianconero si distinse per un buon uso dei piedi facendo sei palleggi in casa con un rotolo di carta igienica a fianco di una porta al grido di “#Daiunpoeh”.
Insomma, sarà pure bella la vita da Carlo Pinsoglio, ma nel calcio ci dovrebbero essere, umanamente, molti più Pinsoglio. Per il bene di tutti.

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