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Chi è Jannik Sinner, piccolo principe degli scii diventato a Sofia re del tennis

Chi è Jannik Sinner, il più giovane tennista italiano a trionfare in un torneo ATP? Il suo volto, sabato 14 novembre è finito sulle prime pagine di tutti i quotidiani sportivi italiani. La sua storia.

Sesto Pusteria è un piccolo comune del Trentino Alto Adige, duemila anime al confine con Veneto e Austria. Il primo ospedale civile dista appena pochi chilometri, a San Candido, territorio italiano. Che fortuna diremmo oggi. Eh sì, perché è lì che Jannik Sinner nasce il 16 agosto del 2001. A San Candido, in Italia. “Il ragazzo del confine” in diciannove anni ha raggiunto il centro della scena. Sannik Sinner sabato ha vinto il suo primo titolo ATP, a Sofia. È lo sportivo italiano dell’anno e poco importa che per scovarlo ci siano voluti undici lunghi mesi, peraltro terribilmente devastati dalla Pandemia da Covid-19.

Chi è Jannik Sinner, dagli scarponi da scii alle scarpe da tennis

Da bambino adora sciare. Come non capirlo! A Sesto Pusteria, milletrecento metri sul livello del mare, la neve è un compagno di viaggio inseparabile. A quattro anni Jannik sogna di emulare i grandi sciatori di tutti i tempi, a dodici ha talento e tempo per dimostrarlo. Durante le gare è impressionante e lo è ancora mentre si allena, attento e rigoroso. Il piccolo Sannik gioca anche a tennis, un hobby però da praticare due volte a settimana. I suoi primi maestri sono Heribert Mayr, conosciuto a Brunico, e Andrea Spizzica. Non può immaginarlo, ma quello per lui è l’inizio di una promettente carriera. A fregarlo (o meglio, a frenarlo) la corporatura: è troppo magro e fragile per contrastare gli avversari, che tendono così a spegnerne le pericolosità allontanandolo dalla linea di fondo. Poi la crescita, i netti miglioramenti e le prime vittorie. Un bel giorno Jannik Sinner accantona gli scarponi da scii e lucida la racchetta. È l’inizio dell’altro sogno.

La crescita al Piatti Tennis Center e i primi successi

Raggiunge la finale nazionale Under 13 e attorno a lui si accendono le prime curiosità di appassionati e addetti ai lavori. Tra questi c’è Massimo Sartori, storico coach di Seppi. Da lì a poco la famiglia si convince che per Jannik è fondamentale il trasferimento a Bordighera, al Piatti Tennis Center, il punto nevralgico dell’attività e il luogo di incontro dei vari Circoli Partner dislocati in Italia e nel mondo. L’intensità nel lavoro cresce, così come crescono le opportunità in campo e nei tornei in giro per la Penisola. Gioca circa ottanta incontri da junior, poi nel 2018 entra tra i futures. Il primo challenger lo conquista a Bergamo, bissa il successo a Trento e poi a Santa Margherita di Pula, poi a Lexington e Ortisei. In bacheca Jannik Sinner aggiunge anche le Next Gen Finals, peraltro conquistate a due passi da casa. Lo scatto in avanti è evidente. Nelle prime pagine c’è finito soltanto sabato superando in finale al torneo ATP di Sofia il canadese Vasek Pospisil con il punteggio di 6-4, 3-6, 7-6, ma chi segue il tennis lo conosce da tempo. Il successo contro Pospisil l’ha proiettato avanti di tre posizioni nella classifica mondiale, al 37° posto. È il più giovane italiano a vincere un torneo ATP.

Chi è Jannik Sinner? Dove può arrivare? «Sinner è molto più vicino ai più forti di quanto si pensi» ha dichiarato Massimo Sartori. «Durante la pandemia gli ho fatto vedere molte partite di grandi campioni come Federer o Djokovic – ha aggiunto poi Riccardo Piatti, coach tra i migliori del circuito –. Di quelle sfide ho selezionato 40-45 minuti, i periodi in cui avevano giocato male. Volevo che Jannik capisse come erano comunque riusciti, in una situazione in cui non si stavano esprimendo al meglio, a cambiare il corso del match. Jannik è un atleta di alto livello – ha aggiunto –. La migliore educazione non è mettere timori, ma mostrare la strada. Perché c’è ancora tanta strada da fare».

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