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CR7 bullizzato con i Red Devils

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CR7 bullizzato non lo avremmo mai pensato ma è così.
Il nonnismo è sempre esistito, dal militare a scuola passando per gli spogliatoi.
Poi nel corso degli anni, si è leggermente modificato con il classico “chi perde ritira tutto”.
Ma a proposito di spogliatoi, entriamo in quello del Manchester United e torniamo indietro di 20 anni.


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Gc Manchester (Inghilterra) 09/04/2008 – Champions League / Manchester Utd-Roma / foto Giuseppe Celeste/Image Sport nella foto: Cristiano Ronaldo

L’esordio al Manchester United di Cristiano Ronaldo


Siamo nel 2003, la prima stagione di Cristiano Ronaldo al Manchester United.
Era una calda estate di agosto, il giorno dopo ferragosto e a dare il cambio a Nicky Butt è proprio Ronaldo, con un numero di un certo peso sulle spalle. Il numero 7 che a Manchester è un po’ come dire, il numero 10 al Boca Juniors. Maradona, Tevez, Riquelme e ora anche Edinson Cavani. A Manchester la casacchina numero 7 risponde al nome di George Best, Eric Cantona, anche Paul Ince prima di arrivare a Davide Beckham che quella maglietta l’ha tenuta dal 1995 fino al 2003 prima di trasferirsi in Spagna, con i Blancos, al Real Madrid.


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Chi c’era in campo il giorno dell’esordio di CR7

L’undici guidato da Sir Alex Ferguson, il 16 agosto 2003, demoliva il Bolton di Jay-Jay Okocha e di Youri Djorkaeff.
In campo tra i Red Devils a difendere la porta c’era Howard, da sinistra a destra, Fortune, Silvestre, Rio Ferdinand, Gary Neville. A centrocampo Butt e Keane e i tre i tre dietro a Ruud van Nistelrooy, erano il gallese Ryan Giggs, Paul Scholes e Ole Gunnar Solskjaer.
Al 61° minuto al posto di Nicky Butt entra quella che diventerà la stella ma anche il bullizzato, Cristiano Ronaldo.

Appena diciottenne e arrivato dallo Sporting Lisbona.

IL BULLISMO NEI CONFRONTI DI CR7

Come raccontato da Rio Ferdinand durante un’intervista radiofonica a “Kyle and Jackie O’”:

“Lui era molto più giovane di molti di noi all’epoca e oggi potrei anche dire che potremmo aver rasentato il bullismo nei suoi confronti”

Rio Ferdinand


“Noi approfittavamo di lui, ma stavamo solo cercando di costruirlo, di costruirgli un po’ di resilienza. In quel periodo eravamo soliti giocare a giorni alterni prima dell’allenamento anche a tennis come parte del riscaldamento. Mi divertivo a schiacciarlo da tutte le parti… ma se fosse stato trasmesso in televisione anche allora avrebbe battuto tutti i record. Lo facevamo piangere sempre, se la prendeva, era già allora molto competitivo”.

Rio Ferdinand

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