Dicesi “giocatore bandiera” quel calciatore che decide di rimanere a vita con la propria squadra: un po’ perché tifoso, un po’ perché il giocatore più forte, un po’ perché se andasse via romperebbe un incantesimo. In Serie A, abbiamo avuto l’onore di vedere tantissime bandiere giocare e al momento del loro addio per i tifosi sono state lacrime, strazi e scenate isteriche.
Ma chi sono oggi i “giocatori bandiera” presenti nel nostro massimo campionato? Ovvero i giocatori che sono da più tempo con la stessa squadra? Scopriamoli qua sotto
Spoiler: la Juventus qua non è in testa
Marek Hamsik, al Napoli dalla stagione 2007/2008 (dodici stagioni)
Apre la nostra classifica il capitano del Napoli. “Marekiaro” arrivò in ‘ncoppa ‘o Vesuvio nell’estate 2007. Aveva vent’anni e arrivava dal Brescia dove aveva fatto vedere di essere un calciatore da Serie A. Si parlava di lui come di un fenomeno e così è stato, smentendo il fatto che dalla Slovacchia ci potesse essere solo fxxa ed invece abbiamo scoperto che ci sono anche centrocampisti che sanno il fatto loro. Da dodici anni è il leader del Napoli di cui detiene il record di presenze e di gol realizzati, superando un certo Beppe Bruscolotti (detto Palo ‘e fierro) ed un certo Diego Armando Maradona (detto el Pibe de oro). Lo ringraziamo per non essere andato in Cina a svernare, altrimenti al quinto posto ci sarebbe un altro.
Giorgio Chiellini e Francesco Magnanelli, alla Juventus e al Sassuolo dalla stagione 2005/2006 (quattordici stagioni)
Quando Giorgio Chiellini e Francesco Magnanelli indossarono per la prima volta la maglia di Juventus e Sassuolo, non pensavano sicuramente quattordici anni dopo di essere inseriti in questa classifica. I due, capitani delle rispettive squadre, hanno esordito in categorie differenti: Serie A il primo, addirittura Serie C2 il leader del Sasol. E sicuramente non pensavano un giorno di diventare anche capitano della Nazionale ed arrivare in Serie A con la classica squadra di provincia, che per Magnanelli è come giocare in Champions o giocare in Nazionale. Del resto lo diceva anche Kobe Bryant in uno spot tv venti anni fa, quando i due neanche pensavano che da grandi avrebbero fatto i calciatori professionisti: se non credi in te stesso, chi ci crederà? A proposito, i due allora avevano 14 anni.
Sergio Pellissier, al Chievo Verona dalla stagione 2002/2003 (diciassette stagioni)
Valle d’Aosta: terra di confine, di piste innevate, grolle d’oro, fondute e…Sergio Pellissier. L’attaccante più forte che la più piccola Regione italiana ci ha dato il prossimo anno diventerà maggiorenne come…presenze. Era il 2002 e l’allora 23enne Sergio arrivò dalla Spal: in un’estate dalla C1 alla A. Mica male eh. Il povero Chievo ora si gode il suo capitano, il suo primatista di presenze e reti in Serie A con la maglia dei mussi, nonché il record di giocatore più anziano del campionato con i suoi 40 anni ad aprile. Peccato che questi primati non diano punti al Chievo, sennò…scansati CR7 che arriva SP31. Che sembra più il nome di una strada che di un bomber, machissene.
Daniele de Rossi, alla Roma dalla stagione 2001/2002 (diciotto stagioni)
Per un Pellissier “minorenne”, ecco un Daniele de Rossi “maggiorenne”. Il capitano della Roma ha preso sulle spalle (e sul braccio sinistro) un peso non indifferente: la fascia di capitano della Roma dopo Francesco de Rossi ed il titolo di bandiera più bandiera in questo campionato di Serie A. A dire il vero, lui e Pellissier sarebbero appaiati in vetta a questa classifica perché nella prima stagione romanista (la 2001/2002, quella con er tricolore sur petto), il futuro “Capitan Futuro” non giocò mai in campionato. Disputò uno scampolo di partita in Champions League ed cco spiegato perché de Rossi è in cima a questa classifica. Su de Rossi nulla da eccepire: fedeltà alla causa, tifoso romanista da sempre, capitano per antonomasia. I tifosi della Lupa sperano che possa alzare anche qualche trofeo di peso e non solo la Coppa Italia del 2007. Anche se lui si può consolare con l’aver alzato al cielo la coppa che tutti vorrebbero alzare: la Coppa del Mondo. Lo abbiamo odiato tutti contro gli Stati uniti, lo abbiamo tutti perdonati dopo il suo rigore segnato alla Francia e ora guarda tutti dall’alto verso il basso. Peccato che questa classifica dia scudetti, sennò…caroselli e Circo Massimo sold out.
Menzione d’onore: se Lotito avesse preso Ștefan Radu dalla Dinamo Bucarest sei mesi prima, ora il capitano laziale sarebbe ad ex equo con Marek invece che ad essere a undici stagioni e mezzo.
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