Cosa non può mancare al fianco di un vero tifoso? Scopriamolo insieme.
A metà agosto ricominceranno campionato, fantacalcio e programmi incentrati su quello che è considerato “lo sport più bello del Mondo”. Riprenderemo gli sfottò con colleghi e amici, le litigate con morose e mogli per permetterci di andare a seguire la nostra squadra anche in trasferta, impedendo loro di andare all’Ikea di turno o a fare dello shopping interminabile. Riprenderemo ad andare allo stadio.
Lo stadio, il luogo dove il tifoso diventa tale, la sua seconda casa da agosto a maggio. La location dove trovarsi con propri “simili” a discutere di tattica e tecnica anche se magari non si sa neanche il nome della persona con cui si sta parlando, ma che basta per reputarlo “uno di noi”. Ecco quindi i cinque elementi che non possono mancare ad un tifoso da stadio. Non da divano.
Spoiler: molti millennials potrebbero non conoscere questi elementi
Il Caffé Sport Borghetti
Come può mancare il Caffé Sport Borghetti? Ogni tifoso che si rispetti almeno una volta nella vita ha degustato questa delizia di caffè espresso e liquore simbolo delle partite. Con il caldo o con il freddo, nulla può superare quel cilindro nero con il tappo rosso con dentro quei 3 cl di liquido nero che da piacere e, in caso di sconfitta, allevia il dolore. Sia che se ne beva uno o che se ne bevano tanti, la morale è una sola: non c’è partita senza “il Borghetti”. Lo vendono anche al supermercato, ma si dice abbia un altro sapore rispetto a quello acquistato al bar dello stadio: un conto è metterlo nel carrello, un conto è berlo e commentare un fuorigioco con l’amico sugli spalti.
La banana da stadio
Tipica degli anni Ottanta-Novanta, la banana da stadio ora è una cosa in via di estinzione. Quel suo colore (ovviamente) giallo con le punte nere ha fatto capolino in tutti gli impianti calcistici da Nord a Sud, Est e Ovest del nostro Paese. A metà tra lo sberleffo e l’icona, la banana da stadio ha sempre suscitato ironie, ma anche la volontà di averne una in casa e di poterla portare allo stadio un giorno, vantandosi con i propri amici-tifosi di avere un feticcio iconico del vero tifoso che si rispetti.
Il cuscino
Ogni squadra, di qualunque serie e Nazione, prevede nella sua sezione “merchandising” il cuscino tra gli oggetti in vendita ai tifosi. Il cuscino è lo strumento che il supporter più pigro usa per appoggiare le proprie natiche allo stadio per non bagnarsi o sporcarsi. Più è logoro, più fa tifoso. Usato soprattutto dai più agée, è iconico. Davvero iconico.
La radiolina
Con la radiolina si raggiungono apici di calcio nostalgico senza precedenti. Questa ha fatto capolino all’orecchio di tutti i tifosi che la usavano per sapere cosa facevano le squadre avversarie dagli altri campi. Era un must il non capire il risultato e molto spesso questo si ingigantiva non appena passava di persona in persona. E poi il brusio che emetteva se si sentiva male, la rotella nera per cercare l’fm giusto oppure la lunga antenna. Che ricordi! Ora negli stadi la radiolina ha lasciato il posto agli smartphone, che in tempo reale annunciano risultato, marcatori e classifica. Ma volete mettere la voce di Provenzali, Ciotti e Ameri con l’app all’ultimo grido?
La sciarpa
Cosa differenzia un tifoso da un altro, a parte il settore dentro lo stadio? La sciarpa. Di lana, di stoffa, al collo, al polso o in legata in vita, la sciarpa è il non plus ultra del vero tifoso. Non a caso sono coreografiche le “sciarpate”, soprattutto delle tifoserie al seguito in trasferta. Esiste un vero e proprio memorabilia di sciarpe di squadre acquistate in giro per il Mondo, magari della squadra straniera per cui si fa il tifo dal proprio divani. Ma è quella della propria squadra che fa la differenza: toglietemi tutto, ma non la mia sciarpa.
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