C’è stato un periodo dove la parola “rigori” per la Nazionale italiana significava “eliminazione”: si è partiti il 3 luglio 1990 contro l’Argentina per arrivare al 3 luglio 1998 contro la Francia ed in mezzo i rigori di Pasadena del 17 luglio 1994 ed il rigore sbagliato da Zola il 19 giugno 1996 contro la Germania Ovest che ci eliminò dall’Europeo inglese già nella fase a gironi. Il destino azzurro dagli 11 metri in quegli otto anni è stato veramente caratterizzato da un tasso elevato di sfiga.
Ma la sfiga ad un certo punto doveva finire e decise di farlo il 29 giugno 2000 all’”Amsterdam Arena”, nella semifinale europea contro l’Olanda.
Gli Oranje erano una squadra molto forte, competitiva e caratterizzata da individualità di spicco. Dall’altra parte l’Italia, una squadra molto forte, competitiva e caratterizzata da individualità di spicco. Il livello era, in somma, elevato in entrambe le rose.
I primi 90 minuti furono da cardiopalma: al minuto 34 l’Italia rimase in dieci uomini per il “rosso” di Zambrotta e quattro minuti dopo per un fallo di Nesta su Kluivert l’arbitro assegnò un rigore. Dal dischetto, Toldo parò in scioltezza su capitan Frank de Boer,
Al minuto 62, ancora 0-0 il risultato, fallo di Iuliano su Davids: secondo rigore. Dal dischetto, Kluivert: palo con Toldo che aveva intuito. Quella non sarebbe stata una partita unica. Di più.
Al 90′, il risultato è ancora in parità: tempi supplementari e chi avrebbe segnato per primo avrebbe vinto in base alla regola del golden gol. Al 120′, 0-0 e rigori. Oh no, un’altra volta il destino della nostra Nazionale sarebbe passato dalla lotteria degli undici metri.
Dino Zoff, allora CT azzurro, aveva stabilito i cinque rigoristi: Di Biagio, Pessotto, Totti, Maldini e Del Piero. Louis van Gaal rispose con de Boer (un’altra volta), Stam, Kluivert (un’altra volta) e Overmars.
Di Biagio e Pessotto segnarono i loro penalty (con il centrocampista della Roma che si rifece dell’errore di due anni prima in Francia), de Boer e Stam sbagliarono. Dopo quattro tiri, 2-0 per l’Italia.
Il terzo rigorista azzurro era Francesco Totti, numero 20 sulle spalle, capitano ed idolo incontrastato della Roma che la stagione successiva avrebbe vinto il suo terzo scudetto.
Prima di calciare, il “pupone”, a centrocampo, aveva dialogato con i compagni di Biagio e Maldini e l’asso di Porta Metronia aveva detto un sibillino “Mo’ je faccio er cucchiaio!” (Ora gli faccio il cucchiaio, trad.). Cosa è successo? Totti ha segnato il suo rigore? Si o no? Se non vi ricordate cosa successe, guardate il video, qui sotto.
Totti davanti a Van der Sar, un portiere forte e molto fisicato. Il numero 10 prese la rincorsa e calciò il pallone da sotto. L’effetto fu tale che la palla si alzò d’effetto in uno strano pallonetto che andò al centro con Van der Sar spiazzato sulla sinistra e che solo all’ultimo vide il tocco beffardo di Totti andare in rete: 3-0.
Kluivert segnò, Maldini sbagliò e Toldo parò l’ultimo rigore di Bosvelt: Italia in finale. Che poi perse in finale contro la Francia con il golden gol di Trezeguet.
Appuntamento con la vittoria continentale rinviato, eppure quell’Italia-Olanda ha reso immortale Francesco Totti che aveva deciso di “prendere in giro” il portiere avversario.
Totti, che aveva fatto quel colpo ad effetto detto “scavetto” o “Panenka” (dal nome di Antonin, centrocampista della Nazionale cecoslovacca che nel 1976, anno in cui nacque Totti, vinse ai calci di rigore l’Europeo in finale contro la Germania Ovest con l’allora giocatore dei Bohemians capace di fare “il colpo da sotto” nell’ultimo penalty), in carriera ha fatto altre volte quel tiro: alcune volte gli è andato bene, altre volte no.