Il Kairat Almaty sta per scrivere una pagina storica con l’esordio in Champions League. Per i suoi tifosi, la sfida è doppia: combattere il sonno davanti alla tv o affrontare viaggi interminabili fino in Portogallo. Con oltre 45mila chilometri da percorrere nella competizione, il club kazako è protagonista di un’avventura che mette alla prova resistenza, passione e spirito di appartenenza.
Una notte da ricordare
Fischio d’inizio a mezzanotte in Kazakistan. Per i tifosi del Kairat Almaty seguire l’esordio in Champions non sarà semplice: chi è rimasto a casa dovrà sfidare il sonno, mentre i più coraggiosi hanno affrontato 17 ore di volo per approdare a Lisbona. Non una partita qualunque, ma un evento storico che ha proiettato la squadra centroasiatica sul palcoscenico più prestigioso del calcio europeo.
La trasferta più lunga d’Europa
Il viaggio dall’Asia centrale al Portogallo racconta meglio di ogni parola la distanza percorsa: quasi 7.000 km solo all’andata, per un totale di 13.000 tra andata e ritorno. Il Kairat ha dovuto sorvolare Uzbekistan, Azerbaigian, Mar Nero, Europa dell’Est, Italia e infine l’Atlantico prima di atterrare a Lisbona. Un percorso che rende questa la trasferta più lunga di tutta la Champions League, un record che pesa sulle gambe ma esalta la narrativa della competizione.
Un girone dai confini planetari
Non sarà un episodio isolato. Sommando tutte le trasferte della fase a gironi, il Kairat percorrerà circa 45.000 km: più della circonferenza terrestre. Un dato impressionante, che testimonia come la nuova Champions a 36 squadre abbia davvero abbattuto ogni confine geografico. Un tempo queste distanze sembravano inconciliabili con il calcio europeo, oggi invece sono realtà da affrontare con organizzazione e spirito di sacrificio.
Le grandi d’Europa in viaggio
Se per l’Inter il problema non si pone, perché sarà il Kairat a venire in Italia, tra due settimane toccherà al Real Madrid volare fino ad Almaty. In Spagna qualcuno ha ironizzato sulle espulsioni sospette per evitare il viaggio, ma la verità è che per i professionisti non esistono scorciatoie. Questo è il prezzo da pagare per un torneo che vuole essere globale. E per il Kairat, il lungo cammino non è un ostacolo, ma l’emblema di un sogno che si sta realizzando.