“La gente non sapeva che arrivava da una lunga convalescenza. Nel 2000 si era rotto la sesta vertebra sbagliando un tuffo in piscina in un parco acquatico. Ma io sapevo che era un fenomeno…”.
“Incredibile ha buttato in campo una riserva”
Gennaio 2001: la squadra juniores del San Paolo sta disputando la Coppa San Paolo di calcio giovanile, l’equivalente del Torneo di Viareggio.
Riki, un ragazzetto dalla faccia pulita e angelica, è in panchina, non gioca mai.
Il 7 marzo dello stesso anno, la prima squadra del San Paolo giocava contro il Botafogo la finale della Copa Rio-Sao Pãulo, torneo che non aveva mai vinto. Al 14′ del secondo tempo, l’allenatore Oswaldo Alvarez lo mise in campo al posto di Fabiano, scatenando la reazione scandalizzata dei commentatori radiotelevisivi: “Incredibile! Alvarez està louco“, ha buttato in campo una riserva delle giovanili”.
Quel giorno quel ragazzetto dal viso d’angelo segnò 2 gol in poco più di 2 minuti, regalando il trofeo alla sua squadra e Oswaldo ricorda quel giorno con il sorriso sulle labbra: “La gente non sapeva che arrivava da una lunga convalescenza. Nel 2000 si era rotto la sesta vertebra sbagliando un tuffo in piscina in un parco acquatico. Ma io sapevo che era un fenomeno…”.
Inizia più o meno così la meravigliosa ascesa al grande calcio di Ricardo Izecson dos Santos Leite, al secolo Kakà.
Si arriva così all’estate del 2003, l’approdo al Milan di Carlo Ancelotti è cosa fatta. Il tecnico nel suo libro ricorda così l’avvento del brasiliano.
“Hai avvertito papà e mamma che oggi non vai a scuola?”
Servivano 8 milioni, si “solo” otto milioni, che però all’epoca erano tanti.
I dirigenti rossoneri ne parlano all’allenatore del Milan, Carlo Ancelotti.
“All’inizio per me stavamo parlando di un acquisto al buio, poiché non l’avevo mai visto, nemmeno in cassetta, e una punta di preoccupazione ovviamente c’era.
Tutti mi dicevano la stessa cosa: “Si, ha delle potenzialità, però non è velocissimo. In italia potrebbe trovare difficoltà negli spazi stretti… Non svelo i nomi dei miei informatori per evitare a tutti loro una brutta figura.
Quando lo vidi la prima volta mi misi le mani nei capelli: occhialini, pettinatissimo, faccia da bravo ragazzo. Oddio, abbiamo preso uno studente universitario: Benvenuto all’Erasmus! Finalmente un bel giorno si presentò da noi per allenarsi. Prima domanda che avrei voluto fargli: “Hai avvertito papà e mamma che oggi non vai a scuola?” Poi però è sceso in campo e… Apriti cielo. Ma apriti per davvero. Uno dei giocatori più forti che abbia mai allenato…“
Kakà e il primo contrasto contro Gattuso
Ancelotti: “Al primo contrasto si trovò di fronte Gattuso, che gli diede una spallata terrificante, ma non riuscì a rubargli il pallone. Rino la prese con estrema filosofia, allietandoci anche con un dolce pensiero, conseguente a quell’azione:
“ma vaffancul!”.
Quando toglieva gli occhialini e infilava i mutandoni, diventava quello che non ti saresti mai aspettato: un fuoriclasse meraviglioso.”
A milanello era approdato un “marziano” che negli anni a seguire avrebbe scritto indelebili pagine di storia rossonera.
Ricardo Kakà ha deciso di abbandonare il calcio giocato, pochi giorni dopo l’annuncio del maestro Pirlo. Sembra quasi che si siano messi d’accordo per lasciare insieme, come a dire: “se dovete soffrire, fatelo una volta sola”.
Obrigado Riky, grazie Kakà.