Vai al contenuto

Abbiamo la stessa età, non sono un bambino, ma oggi voglio sentirmi tale

“Caro Federico, ti scrivo perché sei un ‘mio amico’, anche se tu ancora non lo sai…”

Caro Federico,
in questa giornata tanti bambini attenderanno la risposta di Babbo Natale alla loro letterina, io invece voglio scrivere a te.
Abbiamo la stessa età, non sono un bambino, ma oggi voglio sentirmi tale.
Non voglio richiederti niente in particolare, anzi si,  di stare attento a ciò che ti dirò e di farne tesoro sempre.
Prima di continuare faccio una premessa doverosa, calcisticamente parlando sono innamorato di te pur non essendo un tifoso della Fiorentina e questa  di per sé è una cosa talmente bella da non riuscire nemmeno a spiegarla.
Amo raccontare storie di calciatori, o meglio di uomini che nella loro vita o carriera si sono distinti, oggi però voglio cambiare e voglio parlare a Federico e non a Bernardeschi.
Invece di rivolgermi al solito pubblico, voglio rivolgermi al mio idolo, cercando per quanto mi sarà possibile, di non cadere nel banale e nelle frasi di circostanza più patetiche.
Ti conosco da prima che ti conoscessero gli altri, per te ho passato pomeriggi interi su Mtv e sabati a sperare nella promozione in A di quel Crotone, diventato bello grazie alle magie di ragazzino arrivato da Firenze. Ho seguito tutto il tuo percorso, ricordo tutte le tue partite. Mi sento così vicino a te tanto da immaginarmi un “tuo amico”.
Non ho mai avuto dubbi su di te sai? Le punizioni a giro dal limite dell’area in quel modo in pochi sanno batterle. Ora ti starai chiedendo a quali punizioni mi riferisco, dato che raramente le calci di recente, beh come detto prima ti seguo da molto tempo,  da molto prima che tu capissi la tua reale forza,  quindi sto parlando delle perle negli allievi, che già a 16 anni ti facevano sembrare di un’altra categoria.
Di cose da dirti ne avrei tante, quindi spero un giorno di rincontrarti. Di rincontrarti si, perché ci siamo già conosciuti quella sera tra i vicoli di Firenze,  quando per gli altri eri un perfetto sconosciuto proprio come io lo ero per te. Ti ho visto, ho richiamato la tua attenzione, poi una foto e via, ognuno per la sua strada, e chissà se un giorno due ragazzi dalla stessa età, ma di due mondi così differenti, potranno incrociare di nuovo i loro destini.
Io sono un amante del calcio come tanti, ma al contrario di molti, riesco a distaccare l’occhio del tifoso e a vedere tutto con la massima obiettività. Per questo ti dico una cosa che in molti ti hanno detto di recente, ma io lo faccio da un’altra prospettiva, sotto un’altra luce e con una speranza. La speranza di chi vuole andare allo stadio tra 20 anni e far innamorare il figlio dello stesso calciatore di cui da piccolo era innamorato lui.
Io non sono di Firenze, ma la amo, è bellissima. Ponte Vecchio, il Duomo, gli Uffizi, Piazza della Signoria e… Bernardeschi. Si, questa è la speranza. La speranza che in un futuro una delle città più belle del mondo venga associata al tuo nome. Probabilmente un giorno tu e quella città potreste dividervi, tante cose possono accadere nella vita e io non sono qui a dirti cosa sia meglio o peggio per te, sei talmente intelligente e maturo da capirlo da solo, ti invito solo a riflettere su una cosa: nessun trofeo potrà mai essere paragonabile all’amore della tua gente,  e all’emozione  che potrà provare un bambino con addosso una maglia viola numero 10, nell’avvicinarsi al suo idolo per un semplice autografo. Quell’idolo in cui si rispecchia e di cui vorrebbe ripercorrere le orme.
Queste sono le cose più importanti nella vita e credo tu lo sappia. I soldi, le macchine di lusso, la popolarità, passano in secondo piano quando c’è il sentimento.
Sai, ogni volta che vedo la Fiorentina non vincere, mi intristisco come fosse la mia squadra, perché alla sola idea di vederti lontano da Firenze, mi domando se valga la pena o meno guardare questo magnifico sport e affezionarsi così tanto a un calciatore.
La cosa strana in tutto ciò è un’altra: nonostante rappresenti per me una divinità contemporanea,  non pretendo che tu ti trasferisca un giorno nella mia squadra, perché sarebbe un ragionamento troppo egoistico; tu meriti di stare lì, dove sei cresciuto, in mezzo alla tua gente. Diciamo che così mi faresti felice come un tifoso viola, anzi molto di più.
Ribadisco, di cose da dirtene ne ho ancora tante e spero un giorno di farlo di persona. Tu per me sei come Valentino per Duccio, un idolo per “amico”, anche se questo ancora non lo sai.
Non so se mai leggerai questa lettera, ma comunque per non mancarti di rispetto qualora lo facessi, ti dico GRAZIE, perché un idolo ti salva la vita senza saperlo…
Ti mando un abbraccio forte e ti auguro buone feste “mio amico” Federico.

Il tuo primo fan, Luca.

Condividi
x