Lo scorso 4 gennaio vi abbiamo parlato delle squadre più antiche tuttora attive nei primi dieci campionati UEFA. Oggi torniamo a casa nostra e vi parleremo delle cinque squadre più antiche ancora in attività del nostro calcio. Una panoramica che spazia da nord a sud e con tante sorprese. Perché se la storia a scuola annoiava, qua ci emoziona e per ogni tifoso di queste squadre l’orgoglio di vedere la propria squadra ultracentenaria calcare ancora oggi i campi di calcio (professionistici quanto dilettantistici) è sempre un grande onore.
Milan (1899)
Apre la nostra rassegna la squadra con più Coppe dei Campioni/Champions League del Paese: il Milan. Il club meneghino è nato nel dicembre 1899: o il 15 o il 16, non c’è una data certa. Una cosa è certa però: il club “rosso come il fuoco e nero come la paura” è la squadra de Milan più vecchia sotto lo sguardo della Madunina. Il fondatore del sodalizio è un idolo per i tifosi casciavit (cacciavite, dal nome del cacciavite, elemento che caratterizza la natura operaia del club): Herbert Kilpin, creatore e primo allenatore e capitano del Diavolo. Inglese, of course. Il club si iscrisse alla alla FIF (primo nome della FIGC) nel 1900 e l’anno dopo vinse il suo primo titolo nazionale, interrompendo l’egemonia del Genoa. Da allora, la squadra rossonera è una delle squadre più vittoriose della storia del calcio mondiale.
Ascoli; FC Casteggio; Vis Pesaro (1898)
Tre squadre si aggiudicano la medaglia di bronzo e sono le classiche squadre che non ti aspetti: due marchigiane (Ascoli e Vis Pesaro) ed una lombarda (il Casteggio Broni).
Di queste, solo l’Ascoli ha giocato in Serie A e oggi milita in Serie B. Pensi all’Ascoli e subito pensi a giocatori che hanno fatto la storia del club e del nostro calcio: da Scorsa a Greco, da Bierhoff a Casagrande. Ma l’Ascoli è stato tale grazie ad uno dei presidenti più carismatici di sempre: Costantino Rozzi.
Casteggio, invece, è un tranquillo paese di 6mila abitanti nell’Oltrepò pavese ed è la culla del calcio della sua provincia perché nel 1898 vi nacque il FC Casteggio, prima squadra nata di Lombardia e tra le prime in Italia. Nei suoi 121 anni di vita ha avuto dei problemi societari con i primi anni 2000, tanto da dover ripartire anche dalla Terza categoria, il nono e ultimo livello calcistico nazionale, dopo la fusione prima con il Broni (Prima categoria) e poi con lo Stradella (Terza categoria). Oggi la squadra gialloblu milita in Promozione, ma la bacheca del club vede anche una Coppa Italia di Serie D (1976/1977) e quattro campionati di Serie D consecutivi disputati tra il 2003 ed il 2007.
La Vis Pesaro oggi gioca in Serie C (girone B), i colori sociali sono il bianco-rosso e nella sua storia ha avuto molti travagli societari, ma nonostante questo è attiva da 121 anni. La squadra ha conta tante partecipazioni ai campionati di Serie C, Serie C1 e Serie C2. Gioca le partite casalinghe al “Tonino Benelli”. Attualmente milita nel girone B di Serie C.
Juventus (1897)
Medaglia d’argento per la Juventus. Che per una volta arriva seconda in qualcosa, almeno in Italia. Il club bianconero è nato il 1° novembre 1897 quando un gruppo di giovani studenti del liceo classico “d’Azeglio” di Torino si trovò su una panchina e decise di creare una squadra di football. Il primo colore sociale della squadra è stato il rosa, ma dal 1903 è diventato il bianconero, come i colori degli inglesi del Notts County Football Club, la squadra più prestigiosa ai tempi nonché la prima a nascere al Mondo. Da allora, la squadra torinese ne ha fatta di strada e oggi è la squadra con più scudetti vinti (34 ufficiali, 36 per i tifosi) e la prima a fare il Grande Slam in Europa. La Juventus ha dato al calcio italiano ben 144 giocatori in Nazionale, di cui ventidue vincitori di uno dei nostri quattro Mondiali, oltre ad altri tre stranieri che hanno vinto da protagonisti la prestigiosa coppa con la loro Nazionale di appartenenza (tutti francesi, aggiungiamo). Il primo campo da gioco della squadra fu il Parco del Valentino. I soprannomi più noti del club sono Vecchia Signora e Madama, mentre gli avversari chiamano i tifosi juventini “gobbi” non perché abbiano la gobba ma perché le prime maglie da gioco (che non erano come quelle odierne) creavano una specie di “alzatura” sotto il collo dei giocatori quando correvano. In dialetto “goeba”, in italiano”i gobbi”.
Genoa (1893)
La squadra più antica d’Italia in attività è quella che ha fatto la storia del nostro calcio a livello pionieristico: il Genoa CFC. Una squadra che va per i 126 anni di storia e che nacque durante il primo governo di Giovanni Giolitti e quando Umberto I era Capo dello Stato. Il Genoa conta nel suo palmares nove scudetti (tra cui i primi tre della storia italiana), una Coppa Italia e una (incredibile) semifinale in Coppa UEFA nella stagione 1991/1992. A dire il vero il Genoa è la quarta squadra di football a nascere in Italia: le prime tre non sono più attive da oltre cento anni, ma il Grifone è quella più vecchia di tutti. Il club è stato fondato da dieci inglesi, ma il più celebre di tutti non ha partecipato alla fondazione ma è un mito per i tifosi genoani: James Spensley. Medico, è stato prima portiere e poi difensore ed è considerato quello che ha portato il calcio in Italia. I primi campi da gioco del club furono la piazza d’armi del Campasso e Ponte Carrega. Il primo colore delle maglie della squadra era il bianco per poi adottare (con diverse varianti) gli attuali colori rosso-blu. Il suo soprannome è “Vecchio balordo”, nomignolo datogli da Gianni Brera, grande tifoso genoano (nonostante fosse di San Zenone al Po, nel Pavese).
Fuori concorso: Udinese (1896)
L’Udinese è una delle squadre più antiche d’ Italia. Peccato che ufficialmente la sezione “calcio” sia nata solo nel 1911. Nata nel 1896 (quindi prima della Juventus), come tutte le società in quegli anni era incentrata sulla scherma e sul podismo, mentre il calcio non era molto considerato e praticato. La leggenda narra che sia l’Udinese la prima squadra ad aver vinto il primo campionato italiano della storia, avendo vinto la prima edizione della Coppa delle Federginnastica Italiana disputatasi a Treviso dal 6 all’8 settembre 1896, due anni prima del “pomeriggio” di Ponte Carrega. La Federcalcio italiana (nata nel 1898) non ha mai considerato valido quel campionato, anche perché considerato “ginnico”. Bisognerà attendere il 1911 affinché la città di Udine potesse avere la sua squadra di calcio e l’anno dopo la squadra partecipò al primo campionato della sua storia, quello di Promozione 1912/1913, una sorta di Serie B dei tempi.
Fuori concorso 2: Torino Football & Cricket Club (1887)
Abbiamo visto che il Genoa è la squadra più vecchia ancora in attività in Italia e sappiamo che questa nacque per mano degli inglesi, con Spensley uno dei fautori del calcio in Italia. Eppure il Genoa non è stata la prima squadra di football a nascere in Italia, perché la prima fu il Torino Football & Cricket Club. O meglio, l’importatore del calcio in Italia non sono stati gli inglesi ma bensì da un signore torinese, Edoardo Bosio, che dopo un viaggio in Inghilterra si confrontò con alcuni colleghi dell’azienda tessile per la quale lavorava e scoprì questo strano sport. Lo portò nella città sabauda e diede vita alla prima squadra di calcio italiana, il Torino Football & Cricket Club. Quindi Torino non solo è la culla del calcio in Italia, ma anche del primo derby poiché la squadra di Bosio si scontrò due anni dopo con il Nobili Torino, una squadra composta da persone…nobili della città
L’avventura del Torino Football & Cricket Club terminò nel 1891 quando questa si unì con la precedente Nobili per dare vita alla Internazionale Torino. Questa nuova squadra nel 1898 e nel 1899 perse in finale contro il Genoa nei primi due campionati italiani di calcio. La squadra aveva i colori sociali granata per poi adottare il bianco-nero. Il granata era (ed è tuttora) il colore dello Sheffield FC, il primo club di football al Mondo. Nel 1900 il sodalizio entrò a fare parte del FC Torinese, squadra nata nel 1894 che perse la terza finale del campionato italiano contro il Genoa. Nel 1906 l’FC Torinese si sciolse e diede vita al Torino Football Club. Quindi Urbano Cairo, attuale presidente del Toro, è l’ultimo erede dell’idea di Edoado Bosio.
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