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Lo sguardo di Francesco Totti

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Di Francesco Totti sappiamo vita, morte e miracoli:

gli episodi buffi, gli scherzi ai compagni e quella goliardia romanaccia (storiche le barzellette con Vieri e Del Piero)

l’amore e odio con Cassano e Spalletti

TOTTI-CUCCHIAIO-OLANDA-EUROPEIle giocate da fuoriclasse, i gol al volo e quei cucchiai..

l’amore indissolubile per la sua Roma e i No al Real Madrid

 

 

 

 

totti-poulsen-mondiali-nazionale-italia-roma-espulsionei comportamenti sopra le righe (chiedere a Poulsen e Balotelli)

persino la vita privata e il matrimonio dell’anno nel 2005 (non ce ne voglia la Coppa del Mondo, ma che trofeo Ilary Blasi).

Perchè Totti è sempre stato di tutti anche fuori dal campo, giocatore spettacolare e di spettacolo, cuore d’oro negli impegni umanitari e allo stesso tempo avversario rognoso e un po’ rosicone in campo, come quei ragazzini fortissimi che quando perdono non ci stanno.

E un po’ ragazzino Totti lo è sempre rimasto, anche per questo lo si ama anche a 42 anni.

Ma chi è davvero Francesco Totti?

Io me lo immagino come un vero Italiano Medio, quelli che stanno al baretto a parlare di calcio e figa bevendo una birra mentre insulta l’amico per l’episodio da rigore  nel posticipo al lunedi mattina.

Come fa a non esserlo uno che in una semifinale di un Europeo prima di battere il calcio di rigore va dal compagno e gli fa nell’orecchio “Mo’ je faccio ‘er cucchiaio” ?

Come fa a non esserlo uno che organizza un matrimonio da vero Re di Roma, che neanche il meglio matrimonio al Sud regge il confronto ?

Come fa a non esserlo uno che nasce a Roma e dedica tutta la sua vita (calcistica e non) a quella maglia che tifava da quand’era un pischelletto?

Francesco Totti è sempre stato così, uno che divide e unisce al tempo stesso.

Lo nomini e pensi alla Roma.

Non mettere una sua foto in evidenza con la maglia giallorossa è quasi peccato,

ma a me piace ricordarlo semplicemente col suo sguardo, un fotogramma che resterà

per sempre nei cuori di tutti gli Italiani.

26 giugno 2006, Kaiserslautern, (manco lui lo saprà pronunciare) Germania.

Così lontano dalla sua Roma, cosi vicino all’Italia intera.

Minuto 95, Lui sul dischetto, il tempo che si ferma, la telecamera che riprende quello sguardo:

duro, concentrazione pura. Sembra un Western di Sergio Leone, romano come lui.

Non poteva non essere gol. Come andrà a finire lo sapete.

Ma Totti, che a volte con la sua maglia ha anche diviso, ora unisce.

E lo farà quasi sempre.

Come quell’altra volta, era il 19 marzo del 2008, quando portò i fiori sotto la Nord “nemica”,

omaggiando la scomparsa di Gabriele Sandri.

Come a ricordare che il calcio (che poi è la sua vita) è una cosa secondaria, e che per quanta merda ci tiriamo addosso poi sono i valori quelli che contano.

Tanti si chiedono se sia stato un vero esempio, Francesco Totti, per alcuni suoi comportamenti non proprio corretti. Sicuramente è stato leggenda e uomo vero, tra gli ultimi, in questo sport.

E allora se fossi romanista ti direi auguri Capità.

Io non lo sono, ma ti ammiro comunque.

Auguri Francè, auguri all’ottavo Re di Roma.


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