Quando si pensa ad Andreas Brehme vengono in mente due cose: l’”Inter dei tre tedeschi” e la finale di Italia ’90.
Andreas Brehme parte da Amburgo. Andy da Amburgo di professione “jolly” per le “figu” Panini, ha scritto una grande pagina di calcio alle nostre latitudini, con l’apice dell’”Inter dei record” della stagione 1988/1989 ed il rigore di Roma dell’8 luglio 1990. Ah già, quel rigore.
Forse quello più regalato della storia contro uno dei Maradona più incazzati della storia.
Quel paragnosta di Goycochea che in quel Mondiale parò rigori a profusione (maledetto, aggiungiamo noi) nulla poté contro il tiro del biondo terzino e i crucchi ci raggiunsero nel computo delle Coppe mondiali conquistate.
Oggi Brehme fa l’osservatore per il Bayer Monaco, ma prima di “osservare” per il club più importante di Germania, non gli era andata troppo bene: tra soldi sperperati e altre cose di dubbio valore, Andy si ritrovò povero in canna e pieno di debiti.
E cosa si fa in questi casi? Non c’è “legge Bacchelli” che tenga, si va a lavorare come l’ultimo dei tifosi.
Ma non crediate che indossasse un completo griffato con il cellulare all’ultima moda, ma un camice, la ramazza e tanto olio di gomito.
Eh sì, colui che aveva decise una finale mondiale si ritrovava a fare le pulizie come una persona normale ed invece di alzare coppe e scudetti, il biondo numero 3 puliva e scopava. E nell’ultimo caso, per terra.
Erano lontani i tempi della Milano nerazzurra dove tutti erano ai suoi piedi, erano lontani gli anni in cui con Matthäus, la “pantegana bionda” Klinsmann e altri diciannove crucchi con indosso una maglia clamorosamente figa alzava la Coppa del Mondo al cielo di Roma al posto dell’Italia, erano lontani gli anni in cui Brehme era visto come uno dei più forti terzini dell’Universo.
Come una Cenerentola contemporanea, ecco però che la vita gli riservò un’altra chanche: osservatore dei bavaresi. Ed è stato grazie a lui se l’Inter ha preso Shaqiri: non proprio un fulmine di guerra come dirigente ‘sto Brehme, ma meglio che fare le pulizie.
Questa è stata la storia del penultimo tedesco che decise un Mondiale. Mario Gotze, già dopo il Maracanà ti è andata male, occhio a quello che farai d’ora in avanti.
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