Ci sono calciatori che passano e altri che rimangono: li chiamano “calciatori bandiera” e male che va li chiamano “calciatori mercenari”. Ci sono calciatori che sono nati per fare la storia e altri per far sognare, meglio se espressioni del calcio di provincia. Che fantastica storia il calcio di provincia: poca visibilità, poco mainstream, poca tecnica ma tanta garra churria (ergo, cazzimma) e voglia di far bene.
Il protagonista del nostro spazio “ma che fine ha fatto…” di oggi è l’attuale direttore sportivo del Trapani, squadra siciliana di Serie C che ebbe il suo momento massimo di gloria quattro stagioni fa quando perse la finale play off di B. Nulla poté contro il Pescara di Lapadula e ora sogna di tornare al più presto in cadetteria. Il loro ds, quando giocava, il 26 novembre 2011 riscrisse la storia del calcio italiano con un gol storico. “Storico” perché aveva segnato con la stessa maglia in tutte le serie calcistiche professionistiche italiane. Signore e signori, stiamo parlando di Raffaele Rubino.
Rubino ha legato la sua storia calcistica ad una sola squadra, il Novara, nonostante abbia giocato con le maglie di Torino, Siena, Salernitana e Perugia.
Arrivato a Novara nel 2001 dopo aver fallito a Sesto San Giovanni, Rubino aveva giocato sempre nella periferia del calcio (Bisceglie, Noicattaro, Brescello) tra Dilettanti, C2, una mezza stagione in C1 e arrivò in Piemonte carico di aspettative. Lasciò la città tre volte, cercando sempre fortuna lontano dal Piemonte…ma alla fine sempre in Piemonte è tornato, perché tutto lì era iniziato e tutto lì doveva finire.
L’entrata nel Guinnes dei primati
Faceva freddo quel sabato 26 novembre 2011 e gli azzurri affrontavano in casa il Parma. Il Novara non vinceva (tra casa e trasferta) da due mesi. Era Serie A e la squadra azzurra ci era tornata dopo 55 anni di attesa di cui trentatre passati ininterrottamente tra C, C2, C1 e Lega Pro. Fino a quel momento, Rubino aveva segnato almeno un gol in tutte quelle categorie con il Novara. Aveva un sogno: segnare anche in A per coronare il suo sogno. Rubino partì come ultima scelta tecnica, avendo davanti compagni che avevano più Serie A nelle gambe e nella testa, si diceva ad agosto. “Lele” sapeva, un po’ come una gazzella, che avrebbe dovuto correre e lottare per avere una maglia di titolare.
Fino al minuto 70 di quel Novara-Parma, i padroni di casa erano sotto di un gol quando da sinistra, in area, arrivò un cross da parte di Rigoni. Rubino si fiondò sulla palla di testa ed insaccò alle spalle di Mirante.
Il “Piola” cadde: il suo capitano ce l’aveva fatta, era entrato nel Guinness dei primati. Rubino pianse ed essendo il Novara una provinciale e Rubino uno che ha giocato quasi tutta la sua carriera in provincia, anche ciò che avvenne dopo il gol fu una cosa provinciale ma di grande impatto: una t-shirt completamente bianca con in mezzo la scritta in pennarello nero “Record”. Una “maglia da C” come l’ha sempre definita lui, “C” come la serie calcistica dove era partito con gli azzurri. Quel gol lo ripagò delle fatiche fatte in carriera per diventare un giocatore professionista, lui che era partito dalla Puglia per “salire” al Nord per cercare la gloria. Il giorno dopo giornali, programmi tv e i social parlarono della sua impresa.
Rubino rimase in azzurro anche le due stagioni successive in B ed il 15 marzo 2014 segnò la sua rete numero 87 in azzurro contro la Virtus Lanciano, staccando di una rete Silvio Piola al secondo nella classifica marcatori all time del club piemontese. L’unico che in Italia è riuscito a superare in una cosa Piola.
L’attaccante chiuse a Novara il 30 giugno 2014 e la stagione successiva giocò la sua ultima stagione da calciatore con la maglia del Prato, in Lega Pro, per poi passare dietro ad una scrivania diventando prima osservatore del Bari, poi nei quadri del Parma e ora l’avventura a Trapani. Sempre in provincia, la terra di conquista del “Re leone” di Bari.
Il primato di Rubino è durato fino al 9 gennaio 2016, quando Lorenzo Pasciuti del Carpi segnò un altrettanto gol storico: primo giocatore a segnare almeno un gol con la stessa maglia dalla Serie D alla Serie A. E con tutti i giorni dell’anno, il record Pasciuti lo stabilì proprio il giorno del 38° compleanno di Rubino. Pazienza, ma chi prima arriva meglio….entra nella storia.
Ligabue cantava “una vita da mediano”, citando Gabriele Oriali. Se il rocker di Correggio avesse conosciuto Raffaele Rubino, quella canzone avrebbe, forse, oggi un altro titolo. Ma sarebbe tutto troppo mainstream e troppo poco una storia di calcio di provincia.
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