C’è, c’è chi soffre soltanto d’amore
Chi continua a sbagliare il rigore
C’è chi un giorno invece ha sofferto
E allora ha detto “io parto
Ma dove vado se parto
Sempre ammesso che parto”
Ciao
Krzysztof Piatek. L’attaccante polacco è stato contattato dal regista di “Space Jam” per il sequel di quel Cartoon dal talento rubato, una ricerca da uomini di RAI TRE del mercoledì sera, un’indagine da Chi l’ha visto se l’hai visto! “SCHERZI A PARTE” Preziosi… e fa già ridere, ci ha pensato, ma Piatek non lo vuole, non la vuole più, e allora quella minestra riscaldata lascia spazio a una birra congelata, da bere si per dimenticare. Berlin Calling!
Suso. Nella foto subito sopra potete apprezzare delle prugne appena raccolte che in italiano vengono definite “Susine”. Le susine ricordano in modo inconfutabile i tiri e le prestazioni dell’esterno destro offensivo rossonero negli ultimi mesi, e la sua trasformazione in frutta secca, in prugna appunto. La prugna che dalla notte dei tempi viene utilizzata per favorire la diuresi, ha costretto i tifosi milanisti a rifugiarsi con costanza e perseveranza nei bagni dopo ogni prestazione. Questa situazione ha così convinto la dirigenza a mettere il “Suso” in vendita, destinazione Roma o Liga… Ricordate: “L’uso delle prugne, purché moderato, muove il corpo e quindi non si sa mai…
Matteo Politano. Piazza di Spagna, Piazza Barberini, er Colosseo, “Vacanze Politane”, è in uscita al cinema, siete pronti? La locandina fresca di stampa con la sciarpa giallorossa, avrà il favore musicale di “ndo vai se la banana non ce l’hai” e la partecipazione come attore non protagonista del buon Leonardo Spinazzola. Ad oggi sembra fatta, ma anche ieri e l’altro ieri ma alla fine aspetteremo domani, intanto tra le vie della capitale riecheggia “Politano dov’è” e lui risponde sui social… con la solita foto con la solita sciarpa… “Sono sempre qui”.
Christian Eriksen. L’Inter ci crede ma Mou continua a convocare il giocatore per ogni impegno. La pista della fantasia oggi, è sicuramente la più calda di tutte e Marotta in questi giorni ha dimostrato di rientrare nella categoria degli uomini che non devono chiedere mai.
Emre Can. Lui che doveva essere la figurina senza polvere di un Khedira vicino alla pensione, lui che per genealogia e fisicità ne ricalcava come carta carbone i tratti salienti, lui che doveva ma che non è, almeno per la Juventus. La parentesi al Liverpool gli insegnò a non fidarsi, a non credere alle parole dette: “You’ll Never Walk Alone” (Non camminerete mai da soli). Ma poi non gli rinnovarono il contratto, lo abbandonarono alle cure di una “Vecchia Signora”. E oggi quel bambino deluso si è fatto uomo e ha trovato una nuova causa per cui lottare, si chiama Everton e il suo re si chiama Carlo.