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A mio modo, ho cercato di esserti vicino

Match col Torino, inizio dell’incubo di Mirante, il cuore non funziona come dovrebbe. Si teme il peggio, la paura di dover smettere col calcio giocato. Un messaggio, una parola di conforto, i post sui social sono stati la forza per non mollare in un momento delicato vissuto a 33anni.

La conferenza di Antonio è iniziata così:

“È la fine di un incubo e di un periodo particolare della mia carriera, quando fai questo lavoro metti in preventivo degli infortuni e delle assenze dal campo, ma questa era una situazione particolare. È successo l’imponderabile ma ho trovato conforto nell’affetto della gente, nel sostegno della società, dei compagni e soprattutto dei dottori, al di là dello sconforto iniziale ho subito intrapreso la strada dell’ottimismo, che mi ha permesso di affrontare la situazione in un’ottica diversa, è stato un periodo brutto ma grazie all’aiuto di tutti l’ho accantonato bene”.

Poi l’interruzione di alcuni videomesseggi proiettati sul maxi schermo della sala. Da Costa, Donnarumma, Sorrentino, Viviano (che definisce Mirante “corretto, leale ed educatissimo), Padelli, Hart, Marchetti, Perin, Handanovic e Gigi Buffon.

https://youtu.be/ZivomY4VDyM

Attimi di emozione e poi le parole di Mirante:

“Grazie per i messaggi, che sono uno dei motivi che mi hanno dato la forza per tenere duro e non cadere nello sconforto, la testimonianza di stima dei miei colleghi è motivo di commozione per me.”

“Quando ti si presenta davanti una cosa così grande ti fai mille domande e mille cose ti frullano nella testa, mi sono rifugiato nelle mie certezze, la mia famiglia, gli amici, il Bologna, che sento come una famiglia fin dall’anno scorso. Non ho voluto allontanarmi tanto dai miei compagni perché era giusto così e volevo rientrare presto per fare quello per cui vivo, anche se non potermi allenare né giocare era una sofferenza. Oggi sono felice, chiudiamo questo capitolo brutto della mia carriera e della mia vita. Quando questa mattina mi hanno dato la notizia dell’autorizzazione è stato come buttare via due mesi brutti e non pensarci più, solo così posso riprendere a fare quel che facevo prima. Alla mia età sono abbastanza maturo per capire le priorità indipendentemente dal calcio, ci sono cose molto più importanti, a volte non lo dimostriamo ma è così. Le mie gerarchie non sono cambiate, il calcio resta al primo posto dopo la famiglia, avere la percezione che la mia vita possa tornare come prima mi fa gioire, anche se magari non agli occhi degli altri. Ho dovuto rifare la preparazione, resettare il mio fisico e ricostruirmi, non sono al 100% ma alla mia età sono consapevole che non posso esserlo dopo un mese di lavoro, anche perché la domenica è tutt’altra cosa. Comunque pensavo di essere più indietro, comincio ad avere la gamba piena in allenamento, mi manca un po’ di reattività ma conto di averla nel giro di pochi giorni e la prossima settimana sarà decisiva. Sono state giornate noiose e lunghe, come qualche notte, non ho voluto e non ho cercato conforto perché volevo mettermi subito tutto alle spalle, i dottori mi dicevano che avrei superato questa cosa e non piangermi addosso mi è servito. Sono stato tanto in famiglia, si sta bene a casa, in carriera non l’avevo mai provato, sono andato via prestissimo ed è stato l’unico lato positivo, questi due mesi e mezzo mi hanno reso più forte facendomi capire quant’è importante il calcio per me. Mi è mancata tanto la quotidianità ma ho seguito sempre la squadra, è stata una mia scelta. Attualmente abbiamo meno di quanto meritassimo, è indubbio, ma abbiamo anche potenzialità enormi, sicuramente qualche rimpianto c’è, come qualche demerito, ma sono molto fiducioso perché nessuno ci ha messo sotto, abbiamo sbagliato un tempo a Roma e basta, non abbiamo mai dato l’impressione di essere degli inesperti nonostante l’età. Sono stati più che altro errori individuali nei finali, non c’è da sentenziare. Ora abbiamo 5 gare fondamentali, 4 scontri diretti decisivi per il nostro cammino e abbiamo tutte le carte in regola per fare un campionato migliore dell’anno scorso”

 

portBentornato Antonio. Volevo solo dirti che sono 4 anni che ti porto con me ed anche in un momento così difficile, a mio modo, ho cercato di esserti vicino.

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