Galeotto fu un consiglio: “Vieni a vedere ‘sto folletto”. E “fortunata” una battuta, tipica romana. Perché il tizio sugli spalti non era convinto: “Non lo vedi? E’ troppo piccolo”. Scrutava attento, ma aveva dubbi. Poi una voce: “Famo ‘na cosa, la prossima partita organizziamola a Nettuno…”. Osservatore sorpreso: “E perché?”. Risposta facile: “Se gioca bene al campo dove sei cresciuto allora tu allora è ok, eri poco più alto dell’erba!”. Risate tra i due, battuta efficace: “Vabbè va, domani portalo da noi”. Start.
Perché quel “noi” era la Roma, in primis. E il tizio “di Nettuno” era proprio Bruno Conti, uno che di talenti ne ha scoperti vari. Scout con la maiuscola. Quel piccoletto, invece, era Matteo Politano, il “folletto” che oggi incanta Sassuolo e tutta l’Italia (già 5 gol stagionali). “E l’altro?!”. La storia parte da qui, “dall’altro”. Uno che ha cresciuto il piccoletto e che oggi fa il segretario al Selva Candida. Istituzione, Gianni Buffetti. “Una vita nel calcio”. Quello della battuta alla romana. Verace, sincero, vispo. Ne ha viste tante e ne ha passate ancor di più. Sa tutto di tutti. Specie di Politano: “L’ho visto crescere, stava coi pulcini ma giocava già con gli esordienti sotto età”.
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