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Oddo: “Tanto chi se ne accorge di quanto sto ubriaco?”

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“Uno dei miei primi ricordi da campioni del Mondo è Del Piero che rischia di spaccarsi la testa. C’è mancato davvero poco. Triplo carpiato con entrata in acqua rumorosa. STONC!

Ha fatto proprio così, STONC! Eravamo da poco nello spogliatoio dell’Olympiastadion, neo campioni del Mondo. Avevamo varcato l’ingresso del paradiso, ma ancora non ce ne rendevamo conto. C’era una piscina, non molto grande, io sono stato uno dei primi a entrare con Peruzzi, Totti e il suo inseparabile amico e preparatore Vito Scala. Quanta romanità! Francesco, il nostro 10 anche quando doveva tirare fuori dal cilindro qualche scherzo, prima di raggiungerci, ha guardato il lettino e ha avuto un’intuizione geniale. Se l’è caricato sulle spalle e l’ha posato sul fondo della vasca. L’acqua non era troppo profonda, ma abbastanza per coprirlo completamente. Ridevamo, perché eravamo felicissimi. Ridevamo, perché avevamo appena vinto il Mondiale. Ma ridevamo soprattutto perché, in lontananza, abbiamo visto Del Piero puntare dritto verso di noi. Ha preso una rincorsa lunga più di cinque metri, ha iniziato a correre, sempre più veloce e, giunto al bordo, si è lanciato. Devo dire con uno stile quasi perfetto, come sul campo. Peccato che un secondo prima di atterrare si sia accorto di quella macchia scura sotto di lui. Escludendo che si potesse trattare di uno squalo (troppo piccola la piscina) o di qualsiasi altra specie di pesce(Peruzzi se lo sarebbe magnato), ha realizzato quale sarebbe stato l’esito del tuffo.

Lo STONC, appunto. Ha preso in pieno il lettino. Una spanciata tremenda, si è fatto male, un male porco, però ha fatto finta di niente. Era troppo felice per piangere e troppo dolorante per ridere. “Ahò Alessà, che te serve un massaggio?” L’ha detto Francesco, togliendomi la battuta di bocca. L’abbiamo preso per culo ma, a ben guardare, credo abbia rischiato parecchio. Avesse battuto la testa, sarebbe diventato come Gattuso. Oppure ubriaco come Oddo, che intanto aveva requisito tutte le birre nel raggio di chilometri, urlando:“tanto chi se ne accorge di quanto sto ubriaco?”
Nessuno in effetti, a parte l’Italia intera, perché poco dopo gli è venuta la brillantissima idea di uscire dallo spogliatoio e andare in diretta televisiva. Biascicava, tentava di parlare ma non si capiva nulla, scoppiava a ridere nel bel mezzo delle domande dell’intervistatore. Fantastico. Al collo aveva la medaglia e continuava a ripetere:”E’ d’oro massiccio, si si, massiccio.” Fuori come un balcone…

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Del ritorno a Roma invece, il giorno dopo la finale, conservo un’immagine simbolo. Dopo essere atterrati siamo saliti su un bus. Lungo il tragitto siamo stati “scortati” da centinaia di motorini festanti, un esercito, né sbucavano da ogni angolo. A un certo punto però un ragazzo e la sua fidanzata hanno affiancato il nostro bus: per tentare di starci dietro il loro scooter ha sbandato, finendo fuori strada. Panico. Entrambi sono caduti, per fortuna su un prato. Lui si è rialzato e, senza degnare neppure di uno sguardo lei, ha cominciato a correre impazzito verso di noi, una sorta di Forrest Gump “de noantri”. La fidanzata, dolorante, in terra, gli urlava cose incomprensibili, suppongo niente di bello. Lui però voleva noi, e ci gridava:”Vi amoo!” L’abbiamo sentito forte e chiaro. Idolo. Immagino si siano lasciati…”

[Marco Amelia]


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