Vai al contenuto

Da Optì Poba ai gay: le 5 gaffes più clamorose del presidente Tavecchio!

Oggi è ancora più brutto essere italiani. Fuori dal Mondiale, eliminati dalla Svezia, presi in giro da mezzo mondo. Insomma, un incubo ad occhi aperti destinato a durare ancora per molto tempo. Quello che passeremo questa estate ad ubriacarci nelle discoteche di mezza Italia per dimenticare l’amarezza, ahinoi, e non invece per festeggiare qualche vittoria, magari contro quei maledetti crucchi tedeschi.
Tempo al tempo, torneremo i più forti nel giro di breve tempo. Questa speranza, infatti, è alimentata anche dalle dimissioni del ragioniere emerito presidente federale Carlo Tavecchio, che qualche giorno fa, da buon marinaio, ha preferito abbandonare la nave piuttosto che continuare a prendere iceberg in mezzo al deretano.
Ancora non riusciamo a capacitarci di come un ignorantone del genere sia arrivato a ricoprire la massima carica in Federazione per ben due volte, forse ancora non lo sa manco lui.
In ogni caso, confidando nella regolarità delle elezioni, abbiamo raccolto le 5 gaffes più clamorose del mitico presidente in questi 3 anni.
Proviamo un po’ a farvi ridere. E a togliere ulteriori ore di sonno al vecchio pensionato.

  1. 2014. Non ancora alla guida della FIGC, il luminare in comunicazione Carlo Tavecchio affronta in un’assemblea della Lega Nazionale Dilettanti lo scottante tema dei troppi stranieri presenti in Italia e illustra a tutti la sua diplomatica opinione in merito: “Le questioni di accoglienza sono una cosa, quelle del gioco un’altra. L’Inghilterra individua dei soggetti che entrano, se hanno professionalità per farli giocare; noi invece diciamo che Optì Poba è venuto qua che prima mangiava le banane e adesso gioca titolare nella Lazio e va bene così”. E va bene così, viva l’integrazione in Italia. Ah, comunque dopo questa uscita Tavecchio diventerà presidente della FIGC.

2.Un gentleman del genere non poteva non esprimersi, qualche                 mese dopo Opti Poba, sulle donne e sulla loro presenza nel                         calcio. Un’occasione per sfoggiare il suo carisma ed                                       elogiare il gentil sesso, e invece: “Finora si riteneva che la                  donna fosse un soggetto handicappato rispetto al                        maschio sull’espressione atletica. Invece abbiamo                      riscontrato che sono molto simili”. Beh, che scoperta                        signor Tavecchio. Ci vuole una laurea honoris causa, così                      magari può dire di possedere un buon titolo di studio.

3.Ribadiamo: Tavecchio è un tipo diplomatico e di ampie vedute, aperto al dialogo ed al confronto                               costruttivo. Ecco un’altra sua dichiarazione che dimostra questo particolare “savoir faire: “La sede della                     Lega Nazionale Dilettanti? Comprata da quell’ebreaccio di Anticoli”e poi ancora “Non ho niente           contro gli ebrei, ma meglio tenerli a bada”. Come dire: “a quella tipa non puzza la patata, ma meglio               non leccargliela”.

4.Secondo delle statistiche più incerte del gioco della Juve, 1/3 dei maschi oggi è omosessuale. Ne consegue,             dunque, il bisogno di eliminare definitivamente l’omofobia e di sviluppare maggiore tolleranza in tal                         senso. Essendo il calcio il più grande fenomeno di massa in Italia, il presidente della FIGC ha in mano il                   potere di veicolare il giusto messaggio a milioni e milioni di italiani. E, nel 2014, ecco le sante parole: “Io non            ho nulla contro gli omosessuali, però teneteli lontani da me. Io sono normalissimo”. La                            metafora precedente della patata vale anche in questo caso.

5.È innegabile che in Italia il calcio sia, a tratti, più importante              della religione. Gli stadi possono dare vita ad un imponente                     business che si allarga anche ad attività extracalcistiche.                   Per ulteriori approfondimenti, leggiamo l’importante parere             del presidentissimo: “Non sono più ambienti in cui si                deve giocare solo al calcio. Ci va la farmacia, il                          supermercato, la lap dance, si fa attività sociale”. Su                 farmacia e supermercato ci siamo, ma la lap dance… in                         uno stadio di calcio… Forse abbiamo capito come il nostro                       amato pensionato passerà le fredde serate d’inverno d’ora               in poi.

 

Condividi
x