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Mateo Retegui e la Nazionale italiana nel destino

Chi è Mateo Retegui, l’oriundo che ha stregato Mancini. Contro Inghilterra e Malta, indosserà l’azzurro.

Per “oriundo” si intende una persona nata in un certo Paese ma che ha origini in un altro e che di quest’ultimo ottiene la cittadinanza grazie ai suoi avi. Il nostro calcio ha una lunga tradizione di giocatori oriundi, spesso sudamericani. In Sudamerica, ad esempio, sono tante le persone di origine italiana nate lì in quanto i loro nonni o i loro genitori in quella zona di Mondo hanno trovato una migliore vita lavorativa ed economica rispetto all’Italia, ma che non hanno mai tagliato per nessun motivo il cordone ombelicale con il nostro Paese: teniamo presente, per intenderci, che in Argentina oltre 1/3 della popolazione è di origine italiana. Ed infatti sono tanti gli oriundi che hanno vestito i colori della nostra Nazionale provenendo dal Paese albiceleste. Tra questi l’ultimo della lista, Mateo Retegui.

Fino al 9 marzo, nessuno (se non i soli addetti ai lavori) conoscevano questo giocatore: Roberto Mancini, in vista delle due partite di qualificazione a Euro ‘24 contro Inghilterra (al “Maradona”) e Malta, avrebbe convocato per le due partite questo ragazzo. Il motivo? Il nostro calcio non sforna più attaccanti come una volta e quelli che ci sono non sono in formissima o stentano a decollare. Sono lontani gli anni dei vari Inzaghi, Gilardino, Toni, Totti, Vieri e del Piero e oggi è difficile (se non impossibile) trovare almeno due attaccanti italiani titolari in una squadra di Serie A: uno può essere che ci sia, ma è impossibile trovare un tandem d’attacco. Per questo il “Mancio” ha pescato nella squadra del Tigre questo attaccante classe 1999 che da qualche anno si sta imponendo come uno degli attaccanti più interessanti del panorama calcistico argentino. Forte fisicamente e con un buon fiuto del gol, Mateo Retegui sembra essere l’uomo giusto al momento giusto per Roberto Mancini e per una Nazionale che si sta ancora leccando le ferite per la mancata qualificazione a Qatar 2018 ma che ha nel mirino la final four di Nations League del prossimo giugno.

Nato a San Fernando, cittadina a trenta chilometri da Buenos Aires da una famiglia di hockeisti su erba di valore olimpico (il padre ha allenato la Seleccion argentina medaglia d’oro a Rio 2016 mentre la sorella Micaela ha vinto l’argento a Tokyo 2021), Mateo Retegui oggi milita nel Tigre, squadra della massima serie argentina (la Primera División), in prestito dal Boca Juniors. In Italia, però, nessuno sa nulla di lui: il 9 marzo il nome “Mateo Retegui” è stato il più cercato sul sito di statistiche calcistiche Transfermkt. Del resto se non si conosce un qualcosa e si vuole saperne di più, si cerca su internet e qualcosa si trova sempre. Anche solo un’immagine.

Mancini durante il suo periodo come Commissario tecnico, iniziato il 14 maggio 2018, ha schierato molti oriundi (Jorginho, Emerson Palmieri, Toloi, Grifo, Joao Pedro e Luiz Felipe) e vuole continuare con questa tradizione, visto che a oggi sono 50 i giocatori nati all’estero ma con origini (anche lontane) italiane.

Contro Inghilterra e Malta, Retegui indosserà l’azzurro e vedremo se il “Mancio” lo getterà nella mischia. I numeri sono tutti per il “chapita” (uno dei suoi tanti soprannomi, da buon argentino): 29 reti in 50 partite con il club di Victoria, una media davvero molto alta. Peccato che, nonostante questi numeri, il CT Scaloni non lo abbia mai considerato. A parte che il tecnico dell’Albiceleste campione in Qatar davanti ha l’imbarazzo della scelta, strano che non abbia mai considerato il ragazzo di San Fernando con il nonno siciliano e con l’hockey su prato nel cuore. Questo ha fatto storcere il naso a tanti tifosi italiani: non è che ‘sto Retegui ha scelto la Nazionale italiana perché l’Argentina non lo ha mai considerato? Si, no, forse. Fatto sta che ora Mateo Retegui ha scelto la nostra Nazionale ed i nostri colori ed è questo che deve importare. 

Ora starà a lui dimostrare che è davvero quel giocatore che manca alla nostra Nazionale e magari sarà proprio lui a condurci prima in Germania e poi a Canada-USA-Messico 2026.

Un passo alla volta, ovviamente, ma su Mateo Retegui oggi c’è tanta hype. Starà a lui dimostrare quello che sa fare e, perché no?, fare il percorso inverso di suo nonno, tornare in Italia e giocare ed affermarsi in Serie A.

Vamos “chapita”. O comunque proviamoci. E anche se sei un altro oriundo, chi se ne importa. C’è da fare gol, sei pronto?

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