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Quando Stamford Bridge era ai piedi di Gianfranco Zola

Il cervello in fuga pronto a fare grande il Chelsea. Gianfranco Zola, “The Magic Box”.

Principato di Monaco (Francia) 28/08/1998 – Supercoppa Europea / Chelsea-Real Madrid / foto Imago/Image Sport nella foto: Chelsea

C’è stato un tempo in cui il Chelsea non era la squadra di oggi. C’è stato un tempo in cui il Chelsea era una delle tante squadre di Londra. C’è stato un tempo in cui nessuno in Italia conosceva il Chelsea se non perché ci giocavano Vialli, di Matteo, Casiraghi, Ambrosetti e Cudicini tra il 1996 i primi anni Duemila. C’è stato un tempo in cui un quarto italiano ha reso grande e noto a tutti il Chelsea.

Un attaccante dalla piccola statura, ma dal piede educato e da una classe in campo (e fuori) esemplare. Un attaccante nato ad Oliena, Sardegna nuorese, oggi unico italiano ad aver vinto il premio di miglior giocatore del campionato inglese e nel 2005 addirittura premiato come “calciatore del secolo” da parte dei tifosi Blues.

Dal 2003 a oggi tutti sappiamo cosa è diventato il Chelsea, ma non ci può essere il Chelsea di oggi senza ricordare il Chelsea di Gianfranco Zola. E’ lui il giocatore del secolo dei Blues, è lui finora l’unico italiano ad aver vinto il Premio FWA, è lui che, con il numero 25 sulle spalle, ha posto le basi per i successi a venire del club che con lui in campo (ed un piede destro da manuale del calcio) ha trasformato il Chelsea da una squadra qualsiasi di Londra a squadra mainstream di Londra. E’ lui che ha fatto innamorare Stamford Bridge con le sue giocate e la sua correttezza in campo e fuori. E’ lui che è stato chiamato “the Magic box”, la scatola magica, perché se gli si dava la palla lui con una magia la metteva in rete.

Era lui che, una sorta di “cervello in fuga” (nel suo caso, “piede in fuga”), ha dato tanto e ricevuto tanto dal Chelsea. Con lui il Chelsea uscì dall’anonimato calcistico europeo che non lo vedeva vincere la Premier League dalla stagione 1954/1955 (e che rivinse solo nel 2004/2005, senza di lui in campo), ma vincendo nel 1998 due trofei internazionali (Coppa delle Coppe e Supercoppa Uefa) e diverse coppe domestiche (tra cui due FA Cup, la coppa nazionale più prestigiosa al Mondo). Con la sfortuna di non aver avuto la stessa…fortuna in Nazionale: vice-campione ad Usa ’94, ma quel cartellino rosso rimediato contro la Nigeria negli ottavi di finale grida ancora oggi vendetta.

Ad Euro ’96, Arrigo Sacchi lo convocò in azzurro grazie al fatto che nel Parma era un iradiddio. Peccato che anche lì si dimostrò poco incisivo: una cosa su tutte, il rigore sbagliato contro la Germania nella fase a gironi che eliminò (grazie allo 0-0 finale) l’Italia vice-Campione del Mondo in carica dall’Europeo inglese. Zola ebbe poi una terza occasione per rifarsi e decise di scrivere la storia il 12 febbraio 1997 addirittura a Wembley: gol vittoria contro l’Inghilterra nella partita per le qualificazioni al Mondiale francese dell’anno dopo. Zola come Fabio Capello, quattordici anni dopo.

LIVERPOOL – JUNE 11: Gianfranco Zola of Italy appeals for a decision during the UEFA European Championships 1996 Group C match between Italy and Russia held on June 11, 1996 at Anfield, in Liverpool, England. Italy won the match 2-1. (Photo by Shaun Botterill/Getty Images)

Zola meglio nei club quindi: esploso nella Nuorese e nella Torres, a Napoli fu visto come l’erede tecnico di Maradona tanto da prendersi la sua maglia numero 10 quando el pibe de oro lasciò il “San Paolo”; a Parma diede sfoggio della sua classe vincendo anche a livello europeo ma per un abbaglio (sì, davvero un abbaglio) tattico di Ancelotti fu ceduto al Chelsea. E poi tra il 2004 ed il 2006 il ritorno nella sua isola preferita, con il Cagliari diventando un mito assoluto quasi alla pari di Gigi Riva. Ma sono state le sette stagioni londinesi a renderlo un mito incredibile. Un giocatore esemplare sotto tutti i punti di vista.

Un giocatore nato su un’isola, esploso calcisticamente su un’isola e che da quell’isola è “emigrato” per diventare un giocatore professionista e che in un’altra isola è diventato fantastico e ha fatto la fortuna di una squadra che mai avrebbe pensato di vedere un nuorese diventare best player of the century dodici anni dopo il suo approdo nella terra d’Albione. E dal 2004, nessun giocatore del Chelsea indossa più la maglia numero 25 poiché il club decise di ritirarla in suo onore.

Gianfranco Zola ha avuto poca fortuna finora anche come allenatore in Italia, Inghilterra e Qatar, ma se vi diciamo che è stato il vice di Maurizio Sarri al Chelsea nella stagione 2018/2019 con cui ha vinto la Europa League, ci credete? Quel Chelsea, sempre il Chelsea. E ci credete che ha segnato un gol al volo di tacco di destro contro il Norwich in FA Cup il 16 gennaio 2002? E ci credete che quel gol sensazionale lo ha segnato sotto la curva dei tifosi del Chelsea proprio a Stamford Bridge? Credeteci eccome: del resto parliamo di uno chiamato “la scatola magica” che con il destro faceva tutto quello che voleva.

Si meriterebbe una statua davanti all’ingresso di Stamford Bridge, la “sua” casa londinese. Lo stadio che era ai suoi piedi e che lo ha reso famoso in tutto il Mondo.

Oggi Gianfranco Zola fa l’opinionista calcistico, ma state certi che se dovesse tornare sugli spalti dello stadio di  Hammersmith and Fulham, come minimo gli darebbero un bandierone dei Blues da sventolare e sarebbe accolto come una superstar.

Perché la vita calcistica di Gianfranco Zola, nato a Oliena in Provincia di Nuoro, è stata davvero da superstar.

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