Vai al contenuto

Roberto Mancini: curiosità sull’allenatore della Nazionale

Roberto Mancini festeggia il 27 novembre il suo 56° compleanno. L’allenatore dell’Italia è nato a Jesi nel 1964. Dopo una vita da calciatore coronata da successi, trofei e una valanga di gol (173 soltanto con la Sampdoria, di cui è stato bandiera e recordman per reti realizzate e presenze in campo, 566 in totale), il “Mancio” ha intrapreso la carriera di tecnico partendo dalla panchina della Lazio nella stagione 2000/2001, al fianco di Sven-Goran Eriksson di cui è stato vice allenatore. Dopo Fiorentina, Inter e le parentesi all’estero con Manchester City, Galatasaray e Zenit San Pietroburgo, dal 14 maggio 2008 è il ct della Nazionale, subentrato a Gian Piero Ventura con il difficile compito di risollevarne le sorti dopo la mancata qualificazione al Mondiale in Russia dello stesso anno.

In due stagioni sulla panchina azzurra, Mancini ha restituito ambizione all’Italia superando anche significativi record sul campo. Uno tra questi è legato al 9-1 del 18 novembre 2019 allo stadio “Renzo Barbera” di Palermo contro l’Armenia, passato alla storia come la più ampia vittoria ottenuta dalla nazionale in una partita di qualificazioni ai campionati europei. Ma scopriamo qualcosa di più su Roberto Mancini, l’uomo, il campione, l’allenatore, uno degli sportivi italiani più apprezzati all’estero, andando a spulciare tre curiosità nascoste nella sua biografia.

Curiosità: Mancini e la maglia rossa della Sampdoria

All’ombra della Lanterna, la rivalità tra Sampdoria e Genoa si respira intensamente nel derby allo stadio Marassi, ma ogni giorno in città è da sempre una battaglia d’orgoglio a colpi di sfottò. I colori dei due club sono molto simili: rossoblù per il Genoa, fondato da alcuni migranti inglesi a fine Ottocento (i due colori sono infatti un omaggio alla bandiera del Regno Unito), biancoblù e rossoneri per la Samp, nata da una fusione negli anni ’40 delle società della Sampierdarenese e dell’Andrea Doria. Nel 1990 i supporter della Samp-Doria non impazzivano all’idea di andare in giro per l’Europa indossando i colori dei rivali cittadini. Fu così che Roberto Mancini, che della squadra era il simbolo insieme all’eterno amico Gianluca Vialli, propose alla Società di aggiungere una sottile linea bianca tra le due righe orizzontali blu e quella centrale rossa.

In casa Samp da allora è diventato un diktat: guai ad accostare il rosso con il blu. Nello stesso anno Mancini e Vialli si improvvisarono stilisti: successe tutto davanti a un bicchiere di vino (ci piace immaginarlo così). All’epoca la Sampdoria doveva affrontare in Coppa delle Coppe i biancoazzurri del Grasshoppers. Per abbinamento di colori, i liguri non potevano indossare né la maglia azzurra, né quella bianca, la seconda divisa da gioco. Fu così che un giorno, in un noto ristorante genovese covo dei calciatori della Samp, durante una sfida a carte la coppia Mancini-Vialli ebbe la brillante idea di disegnare la terza maglia rossa, utilizzata ancora oggi in campo. Per la cronaca, la Doria superò la compagine svizzera nei Quarti di Finale e andò a vincere il suo primo titolo europeo.

L’allenatore di calcio con più stile

Stile e moda Roberto Mancini ce li ha nel sangue da sempre. Ai tempi della Premier League e del Manchester City, club che ha allenato dal 2009 al 2013 vincendo anche un titolo in campionato, era spesso citato dalle riviste di moda maschile. Colletto morbido, sciarpa sotto la camicia, maglione con scollo a V. Roberto Mancini ha portando sui campi inglesi con orgoglio l’eccellenza del made in Italy. E lo ha fatto a modo suo, creando tendenza. È un grande ammiratore di Giorgio Armani e ama vestirsi con abiti su misura. Il suo sarto è napoletano.

In Inghilterra portava il fazzoletto nel taschino con un tocco di classe che i tifosi dei Citizens ricordano ancora oggi: nel colore bianco della pochette era affogato un elegante filo azzurro, a riprendere i colori del club. In fatto di stile, Mancini stravince da sempre la sfida a distanza con tutti i suoi colleghi, Mourinho compreso o con lo stesso Guardiola (il primo testimonial della camicia slacciata, il secondo delle maglie aderenti al corpo). Da grande appassionato di moda, Roberto Mancini sa rendere il difficile semplice, con totale naturalezza. Un altro esempio? Il maglione di cachemire appoggiato sulle spalle e sotto al colletto della camicia, diventato un must.

Mancini: paddle che passione

Il paddle, che è a metà tra il tennis e lo squash, è diventato il secondo sport di Roberto Mancini. L’allenatore dell’Italia lo pratica nel tempo libero tra un’impegno e l’altro. Ha giocato in squadra con Francesco Totti sul campo del Foro Italico di Roma durante un torneo nel 2014, quando allenava in Turchia il Galatasaray. Da quando con la Nazionale non è impegnato tutti i weekend Mancini ci gioca spesso. Ne ha parlato lui stesso in una recente intervista.

Roberto Mancini: moglie e figli

Dal paddle, che ha iniziato a praticare al “Tennis ClubAeroporto” di Bologna, la città dove è cresciuto negli anni ’80 spiccando il volo nel grande calcio, al mare, che ama fin dai tempi della Sampdoria. Roberto Mancini possiede uno yacht lungo trenta metri che ha chiamato “Firefly“. Ci va spesso con la moglie Silvia Fortini, con la quale è convogliato a nozze nel 2018 dopo una lunga storia d’amore con Federica Morelli. Ma anche con i tre figli Camilla, Filippo e Andrea. “Firefly” è la sua seconda casa, la sua isola privata, il suo rifugio lontano dalle turbolenze del mondo.

Condividi
x