Lodi è una cittadina di 45mila abitanti distante una quarantina di chilometri da Milano. Città nel mezzo della Pianura padana, sportivamente vive di hockey pista mentre calcisticamente è un po’ fuori dal giro vivendo delle prestazioni del Fanfulla, da oltre trent’anni nei dilettanti.
Ma Lodi è la città di origine del primo millennials convocato in Nazionale maggiore: Sandro Tonali. A dire il vero sarebbe il secondo, se Pietro Pellegri non si fosse infortunato poco dopo la convocazione del Ct Roberto Mancini il mese scorso.
Sandro Tonali è il primo calciatore italiano nato dopo il 2000 ad essere convocato in Nazionale e Mancini lo ha chiamato per gli ultimi due impegni dell’anno dei “grandi”: il match decisivo di UEFA Nations League contro il Portogallo sabato sera a San Siro e l’amichevole con gli Stati uniti martedì 20 novembre a Genk, in Belgio.
Per chi non sapesse chi fosse Sandro Tonali, una semplice biografia: quando lui è nato (l’8 maggio 2000), Roberto Mancini stava giocando le ultime partite della sua carriera con la maglia della Lazio. Tonali gioca in Serie B nel Brescia di Eugenio Corini. Erano anni, dai tempi di del Piero-Buffon-Camoranesi in Serie B con la Juve, che un Ct non convocava un giocatore che militava in Serie B. L’ultimo ad essere convocato in Nazionale giocando in cadetteria era stato Marco Verratti per uno stage pre- Euro 2012 e sappiamo bene la carriera del regista di Pescara dopo di allora.
In cadetteria, Tonali è di passaggio perché su di lui si sono già fatte avanti le principali squadre di Serie A, ma il suo obiettivo è portare il più in alto possibile le “rondinelle”. Ed il Brescia dopo otto anni riporta un giocatore in Nazionale: l’ultimo era stato Alessandro Diamanti. Ora è il turno di Sandro da Lodi, di professione regista con il piede educato e la mente fredda tanto da sbagliare davvero poco in campo. E non è un caso se a 18 anni e mezzo ha già collezionato 39 presenze tra i professionisti, segnato quattro reti e servito sei assist.
Ma Sandro Tonali è molto di più: vi ricordate quale giocatore partendo dal Brescia è arrivato ad alzare al cielo di Berlino la Coppa del Mondo? Facile: Andrea Pirlo. Tonali, si dice, sia un “Pirlo 2.0”: stesso ruolo, stessi piedi buoni, stessa visione di gioco, stessa personalità e debutto tra i “pro” quasi in contemporanea (più “vecchio” di quindici giorni Tonali, a dire il vero). Tra i due giocatori, inoltre, c’è un tratto comune: si somigliano fisionomicamente. In pratica, se tu non lo sai e vedi in campo Tonali esclami: “ma quello è Pirlo o un suo sosia?”.
Quando si dice il destino eh!? Sei uguale al tuo idolo, giochi nello stesso ruolo del tuo idolo, giochi nella stessa squadra in cui ha debuttato “da grande” il tuo idolo, ti convocano in Nazionale da giovanissimo come il tuo idolo: si spera quindi che Tonali possa avere la stessa fortuna che ha avuto Pirlo. Sarebbe clamoroso se Mancini lo facesse debuttare, facendogli giocare qualche minuto, sabato a San Siro contro il Portogallo. E anche lì: debutto in Nazionale nello stadio dove il tuo idolo è diventato il più grande regista di sempre.
Il futuro è dalla parte di Sandro Tonali e di quella nouvelle vague di giocatori nati a cavallo del nuovo secolo su cui il calcio italiano dovrà ripartire per tornare grande. E non a caso Tonali è stato tra i protagonisti del secondo posto della Nazionale Under 19 agli Europei di categoria giocati in Finlandia lo scorso luglio e va da sé che Tonali è stato tra i protagonisti della cavalcata degli azzurrini di Nicolato, sconfitti solo dal Portogallo in finale e all’extra time.
Chissà se Sandro Tonali da Lodi prenderà parte al Mondiale Under20 del prossimo anno in Polonia o sarà in pianta stabile nella Under21 di di Biagio o tra i “grandi” di Roberto Mancini? “Lo scopriremo solo vivendo”, cantava Lucio Battisti. Ecco quindi non perdiamo d’occhio questo “Pirlo 2.0”, perché la rinascita del nostro calcio passerà anche da questo millennials e da quelli come lui nati nel XXI secolo.
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