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Oggi Paulo Dybala compie 27 anni.
Un giocatore che conosciamo bene. Ma ne siamo sicuri?
Ecco 10 cose che secondo noi neanche immagini su Paulino.
I soprannomi
Paulo, Dybala, Joya, Paulino, e compagnia.
Un giocatore, mille soprannomi. Dall’Argentina si porta dietro quello più famoso, la ‘Joya‘, quello che ancora oggi lo caratterizza.
A Palermo, nella sua prima esperienza italiana – quella dell’esplosione -, guadagnò il nomignolo ‘U Picciriddu‘, sia per la giovane età in cui arrivò in Sicilia sia per l’aspetto freschissimo da ragazzino.
Ma c’è un altro soprannome particolare che si guadagnò da giovanissimo, quando era talmente mingherlino che la casacca della squadra gli andava così larga da sembrare un saio. E gli amici lo chiamavano ‘pretino‘.
Oh, partitina?
Cosa fanno i giocatori in ritiro? Questa domanda potrebbe sollevare molti altarini scomodi.
Non per Dybala, che spesso e volentieri si porta dietro la scacchiera per lanciare sfida all’ultimo sangue ai suoi compagni, a suon di ‘Regina in A4″.
La monti tu?
Per continuare nel ritratto del Dybala-nerd, un’altra passione maniacale di Paulo è quella dei Lego.
Si dice – si dice – che passava intere con l’ex fidanzata a fare costruzioni.
Della serie: “Mi monti…?” “Ti monto cosa? Una ruota? Una casa?”.
Ce l’ho, ce l’ho, manca
Altro chiodo fisso per Dybala è il collezionare maglie.
Ne ha così tante che verrebbe da pensare che ha fatto il calciatore solo per scambiarsi maglie con i più grandi…
Chi fa l’arbitro?
Come tutti i personaggi cresciuti in quartieri in cui il lusso non è di casa, spesso Dybala torna dagli amici, quelli di sempre.
Ma da buon professionista, quando i compagni d’infanzia gli propongono una partitella lui si tira indietro. Dal giocarle, non dallo scendere in campo…
“Eh dai Paulino”
“Raga, se volete faccio l’arbitro…”
Già, fischietto e cartellini e si va a prendere proteste.
Fondazione benefica
Come il suo grande idolo, Javier Zanetti, Dybala ha creato un’associazione benefica.
Si chiama ‘Fondazione Sonrisa’, che fa capire chiaramente l’intento: regalare un sorriso a chi vive momenti difficili.
“Di dove sei?” “Eh…”
Paulo Dybala è nato esattamente 27 anni fa a Laguna Larga, in Argentina.
Suo nonno, Bolesław Dybała, era polacco e si spostò nel Paese sudamericano durante la seconda Guerra Mondiale.
In tutto questo, da parte della nonna materna ha origini napoletane, e dal 2012 ha anche preso la cittadinanza italiana.
In totale il conto fa di 3 nazionalità, ma sulla maglia da vestire – purtroppo per noi e per la Polonia – non ha avuto dubbi: sapete com’è, giocare con Messi…
Dove vado?
La prima squadra a portarlo in Italia e in Europa è stata il Palermo.
Una zampata dello ‘Zampa’, Zamparini, che ha completato quello che col senno di poi sarebbe stato uno dei più grandi colpi di sempre dei rosanero e forse una delle miglori scoperte della Serie A.
Ma non fu così facile: a quei tempi (2012), infatti, Paulino fu ad un passo dall’Inter, che poi però decise di non affondare il colpo…
Ma tu la conosci?
Certo, essere un calciatore porta discreti vantaggi. Tra questi, c’è il conoscere persone che in contesti diversi vedresti solo da dietro un televisore, magari sbavando (solo un pochino dai).
Ecco, avete presente Rihanna?
La popstar è una grandissima amica di Paulino.
E la chiudiamo qui, grazie.
Il guerriero Mask-erato
L’esultanza più famosa, quella che ora gli imitano anche i bambini, è quella delle dita a L messe sopra la faccia.
Una roba improvvisata, penserete voi.
E invece Dybala ha rivelato come gli abbia dato il senso di una maschera, perché ognuno di noi vive una battaglia. E nella sua voleva indossare questa, come un gladiatore.
E sti cazzi.