Goran Pandev
Acquistato nel gennaio del 2010 dalla Lazio, Pandev diventò sin da subito uno degli uomini più importanti della squadra di Mou, che ne apprezzava lo spirito di sacrificio e la sua abilità come uomo assist.
Attualmente, a quasi 38 anni, è uno dei pochi a militare ancora nella nostra Serie A, dando un fondamentale contributo in termini di goal (6) ed esperienza al Genoa.
Sulley Muntari
In quell’Inter il ghanese non era uno dei titolari, ma entrava spesso a gara in corso per aggiungere muscoli e corsa al centrocampo nerazzurro. Dopo quattro anni con i cugini rossoneri, dove viene ricordato più per il suo goal fantasma nella partita contro la Juventus che per le sue prestazioni, Muntari è passato per diverse squadre e campionati: Al Ittihad, Pescara, Deportivo La Coruna, Albacete. Al momento non ha una squadra, anche per le eccessive richieste che chiede, e chissà se starà facendo il meccanico nelle sue concessionarie, come aveva dichiarato qualche anno fa.
Dejan Stankovic
Uno dei giocatori più amati dalla tifoseria nerazzurra, Deki realizzò anche 2 reti in quella corsa alla Champions League. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, iniziò sin da subito la carriera da allenatore, come vice di Stramaccioni all’Udinese. Da dicembre 2019 allena la Stella Rossa di Belgrado, con cui ha conquistato due scudetti consecutivi ed è andata vicino dall’eliminare il Milan ai sedicesimi di finale di Europa League.
Mcdonald Mariga
Arrivato anche lui a gennaio come Pandev, ma dal Parma, il velocissimo centrocampista keniota trovò poco spazio in quell’Inter, tanto da venir ceduto in prestito l’anno successivo prima alla Real Sociedad e poi al Parma. Dopo continui avanti indietro tra Milano e la provincia emiliana, giocò ancora nel Latina e nel Real Oviedo, per passare poi al Cuneo, dove rimarrà soltanto per un mese.
Da qualche anno Mariga ha intrapreso la carriera politica e nel 2019 è stato sconfitto alle elezioni per un seggio nel Parlamento del Kenya.
Rene Krhin
Prodotto della Primavera dell’Inter, lo sloveno è sicuramente il meno conosciuto della rosa che vinse il Triplete. In quella stagione Mourinho lo impiegò appena cinque volte e venne ceduto l’anno successivo al Bologna, dove giocò per quattro stagioni. Da allora ha avuto alcune esperienze prima in Liga e poi in Francia, al Nantes, per poi ritornare in Spagna dove oggi milita nel Castellon in seconda divisione.
Diego Milito
L’uomo copertina di quell’Inter, soprattutto grazie alla doppietta siglata nella finale di Champions contro il Bayern Monaco. Due dei 30 goal stagionali che gli valsero il premio di attaccante dell’anno per l’UEFA. Dopo cinque stagioni con i nerazzurri, ritorna al Racing, squadra che lo lanciò nel grande calcio, prima come giocatore e poi come segretario tecnico, carica che ha lasciato da poco per diverse vedute con il presidente del club. Oltre alle numerose reti, i tifosi lo devono anche ringraziare per un altro motivo: fu il principale sponsor di Lautaro Martinez all’Inter.
Mario Balotelli
Aveva appena vent’anni, ma Mario si faceva già riconoscere per i suoi comportamenti dentro e fuori dal campo. Un episodio in particolare viene ricordato: al triplice fischio della semifinale di andata contro il Barcellona, dopo essere entrato nei minuti finale ed essere stato più volte rimproverato dall’allenatore, scagliò a terra la maglia. Un gesto che non piacque, per usare un eufemismo, a compagni e tifosi. Dopo diverse esperienze in Inghilterra e in Italia, ogni volta corredate da atteggiamenti al di sopra delle righe, Balotelli ha sposato la causa del Monza e del suo presidente, Silvio Berlusconi, per portare in Serie A la squadra brianzola.
Wesley Sneijder
L’olandese fu uno dei migliori acquisti dell’estate del 2009 e lo dimostrò subito nel derby d’esordio vinto per 4 a 0. Il fantasista disputò la sua miglior stagione in carriera e probabilmente avrebbe meritato la vittoria del Pallone d’Oro.
Apparso recentemente alquanto in sovrappeso, oggi Wesley, senza più al fianco la splendida Yolanthe, è un produttore vinicolo e gestisce nella sua città natale, Utrecht, un’accademia per la formazione di giovani calciatori.
Ricardo Quaresma
Voluto espressamente da José Mourinho come primo rinforzo della sua Inter, si rivelò uno degli ennesimi giocatori strapagati dalla dirigenza nerazzurra che poi a conti fatti si sono rivelati dei flop. Tuttavia, rimane uno dei giocatori appartenenti a quella rosa, anche se i tifosi lo ricordano più per le sue trivela.
Dopo aver aiutato il Portogallo a diventare campione d’Europa, Quaresma a quasi 38 anni, continua la sua carriera nel mondo del calcio, precisamente al Vitoria Guimaraes.
Samuel Eto’o
Arrivato all’interno della trattiva che vide il passaggio di Zlatan Ibrahimovic al Barcellona, il camerunense fu uno dei giocatori che meglio rappresentò l’Inter di Mourinho. Non solo goal, ma anche tanto sacrificio in fase difensiva, come nella semifinale di ritorno contro il Barca, quando giocò come terzino dopo l’espulsione di Thiago Motta. Dopo aver girovagato per mezza Europa tra Inghilterra, Russia, Italia e Turchia, Eto’o passò per una stagione al Qatar SC. Ora, dopo aver ricoperto il ruolo di collaboratore del presidente della CAF, è rimasto nel Paese mediorientale per diventarne l’ambasciatore dei Mondiali del 2022.
Francesco Toldo
Lo storico portiere di Euro 2000 scese in campo soltanto 3 volte in Coppa Italia, chiuso da Julio Cesar che quell’anno era in stato di grazia. Toldo è rimasto sempre all’interno dell’ambiente nerazzurro, diventando ambasciatore dell’Inter e ricoprendo il ruolo di responsabile dei progetti Inter Forever e Inter Campus.
José Mourinho
Mente e spirito dietro la grande Inter che ottenne lo storico Triplete, Mou costruì una squadra con la S maiuscola, con giocatori pronti a sacrificarsi per la squadra per raggiungere gli obiettivi. Dopo aver conquistato la coppa dalle grandi orecchie, se ne andò subito al Real Madrid, ma da allora, nonostante i grandi club allenati, non riuscì più ad alzare il più importante trofeo internazionale.
Ora, dopo essere stato esonerato dal Tottenham, è sul mercato. Chi andrà ad allenare?