Dries Mertens detto “Ciro”, curiosità che fanno innamorare Napoli
Mertens, cresciuto a Leuven, cittadina che dista appena 30 km da Bruxelles , gioca prima con l’Eenderacth Aalst e poi in serie B con l’AGOW. Dal 2009 si è affermato prima nell’Utrecht, dove ha militato per due anni e poi nel PSV, di cui ha vestito la maglia per un altro biennio vincendo una Coppa e una Supercoppa nazionale. Dimostra di essere un giocatore completo, assist man e buon finalizzatore. È un’ala sinistra, utilizzato anche come trequartista abile nel dribbling e nella progressione palla al piede.
La prima curiosità? Lo chiamano Ciro perché…
Dal PSV, il Napoli riesce a strapparlo nell’estate del 2011 per 9 milioni di euro. All’inizio parte spesso dalla panchina ma la sua carriera cambia presto grazie all’addio di Higuain, venduto ai rivali della Juventus e all’infortunio di Milik. Spostato al centro dell’attacco riesce a mettere in mostra il suo straordinario repertorio tecnico. Da qui soprannominato “Ciro”, nome che sottolinea il grande legame di Mertens con la città.
La scaramanzia di Dries Mertens
Ogni calciatore ha dei gesti, dei riti o dei simboli scaramantici e quello di Dries Mertens è all’interno dei parastinchi: l’attaccante azzurro porta all’interno della protezione due adesivi, uno con la bandiera del Belgio e l’altro con il logo del PSV Eindhoven, squadra in cui ha giocato e che gli ha permesso di approdare alla corte del Napoli.
Mertens nella storia del Napoli
Mertens capocannoniere del Napoli?
“Quando ho firmato per il Napoli non avrei mai pensato di poter fare questo. Non ero un attaccante, ero venuto qui per giocare e dare il massimo alla squadra, lo faccio ancora oggi dopo 8 anni ma stavolta davanti a me non c’è più nessuno”.
DRIES MERTENS
Dries si è anche scusato con Maradona per averlo superato nella prestigiosa classifica, rimarcando il fatto che per tutti i tifosi napoletani lui sarà sempre il più amato. Dopo la morte di Maradona, Dries, ha voluto rendere omaggio, nel cuore dei quartieri spagnoli, al Pibe de Oro portando una corona di fiori.
Il segno zodiacale di Mertens? Toro
Dries Mertens nasce il 6 maggio 1987 a L’ovanio, cittadina che dista appena 30 km da Bruxelles. Il suo segno zodiacale è appunto quello del toro. Di calciatori importanti nati sotto questo astro ricordiamo Pirlo, Beckham. Cambiando sport è facile trovare altri personaggi come Andrè Agassi, Al Pacino, Shakespeare e Freud. Le caratteristiche fondamentali di questo segno sono testardaggine e possessività.
Top 3 goal Mertens
Contro il Torino, nel 2016, segna con un pallonetto colpendo di mezzo collo esterno. Erano poche partite che Maurizio Sarri lo aveva spostato nel ruolo di centravanti e Mertens ci mise pochissimo a dimostrare che in quella posizione poteva essere incredibilmente determinante per il Napoli.
Nel derby campano contro il Benevento, nel 2017, segna di nuovo con un pallonetto, ma questo goal è molto più complicato rispetto a quello contro il Torino perché l’angolo è più stretto, la giocata più improvvisa e davanti a lui ci sono tanti giocatori. Ed è proprio questa densità che si trova davanti agli occhi a fargli pensare a un pallonetto. Far percorrere al pallone l’unica traiettoria che non potrà incontrare ostacoli.
Sempre nel 2017, segna un altro goal fenomenale contro la Lazio. Lo spostamento a punta non lo ha fatto diventare solo un giocatore più efficiente, ma ne ha liberato la parte più mentale del gioco. La sorprendente intelligenza negli smarcamenti, ma anche la spettacolare vena creativa. Per fare un gol del genere, però, non basta l’idea: serve l’estrema dolcezza del suo interno destro
Le esultanze di Dries, a volte equivocate
Dopo il Goal segnato contro il Salisburgo, Mertens ha scelto un gesto molto curioso come esultanza, che ha attirato l’attenzione soprattutto dei social e che a molti non è piaciuto. Un balletto, con la lingua di fuori e i pugni in movimento a mimare situazioni un po’ hard. Il tutto è stato poi spiegato, dal diretto interessato, tramite una storia su Instagram: una dedica a un personaggio dello spogliatoio al quale il belga è molto legato, lo storico magazziniere Tommaso Starace che è solito a fare questo gesto nello spogliatoio del Napoli.
Chi ha fornito più assist a Mertens in carriera?
Nella top 15 ci sono molti giocatori azzurri come Gonzalo Higuain, Faouzi Ghoulam e Marek Hamsik, ma anche molti ex compagni del belga ai tempi del PSV. Negli ultimi anni però Dries ha fatto faville nel trio composto da lui, Josè Callejon e Lorenzo Insigne. Al terzo posto un ex Roma, Kevin Strootman, che ai tempi del PSV Eindhoven riuscì a fornire ben 8 assist. Come secondo classificato nel ruolo di assist man troviamo Lorenzo Insigne con 10. Il primo posto se lo aggiudica Josè Maria Callejon.
Mertens ribelle ai tempi del PSV Eindhoven
Mertens ribelle ai tempi del PSV? Il suo carattere, a inizio carriera, l’ha reso restio a rispettare ordini o indicazioni, in campo risultava essere spesso litigioso e talvolta antisportivo. Inoltre pareva essere un bravissimo simulatore, cosa che in Olanda non viene perdonato. La sua litigiosità raggiunge il culmine durante un match tra il suo PSV e l’ RKC Waalwijk: sul campo scoppiano scintille tra lui ed il fratellino di Wesley Sneijder (Rodney), Dries prova a colpirlo con un pugno e poi con uno schiaffo. L’arbitro non si accorge di nulla, ma la prova TV non perdona ed arrivano 2 giornate di squalifica.
Dries Mertens sportivo come il padre
Il padre Herman vinse cinque titoli di campione del Belgio per la ginnastica a corpo libero, mentre la madre Marijke Van Kampen è docente universitaria di pedagogia. Il fratello Jeroen lavora in una rete televisiva belga come autore e conduttore.
Dries contro il bullismo
Un ragazzino napoletano di 13 anni, a maggio 2020, è stato vittima di bullismo da parte di suoi coetanei, i quali hanno ripreso il tutto tra le risate generali per poi mettere il video in rete. Tanti sono stati i gesti di solidarietà nei confronti di Umberto. Tra i più celebri è arrivato anche quello di Dries Mertens che lo ha ospitato a casa sua per consegnargli personalmente la sua maglia.