Scopriamo le curiosità sull’attaccante atalantino: il difficile passato, i soprannomi, i record.
Nelle ultime stagioni il talento di Josip Ilicic è scoppiato, mostrando all’Europa intera ciò che è in grado di fare. Acquistato nell’estate del 2010 per 2,2 milioni di euro dall’allora presidente del Palermo Maurizio Zamparini, in Italia non aveva dimostrato in pieno le sue qualità prima di arrivare a Bergamo. Nelle due esperienze precedenti, con le maglie di Palermo e Fiorentina, nonostante numeri di tutto rispetto (25 reti con i rosanero e 37 con i viola), è sempre stato visto come un talento non del tutto espresso, spesso a causa del suo atteggiamento: un’andatura ciondolante e lenta, poca voglia di correre e una certa qual indolenza, hanno sempre etichettato Ilicic come giocatore bolso e svogliato. È soprattutto per questo motivo se l’Atalanta è riuscita a comprarlo per appena 5,75 milioni di euro, creando un binomio, Ilicic-Atalanta, che è già nella storia.
Andiamo a scoprire qualche curiosità sull’attaccante della dea.
Il passato di Ilicic
L’infanzia di Josip è stata tutt’altro che facile, come spesso sentiamo quando si tratta di giocatori slavi. Nasce a Prijedor, città della Bosnia Erzegovina, il 29 gennaio del 1988. In quegli anni la Jugoslavia è destabilizzata e ci sono i primi scontri che, a seguito della caduta di Tito nel 1991, sfoceranno nella cosiddetta guerra dei Balcani.
Un anno dopo la nascita del futuro calciatore sloveno muore il padre, fucilato dai serbi durante uno dei tanti, troppi, scontri fratricida che hanno caratterizzato quella terra negli anni ’90. Padre che quindi non conoscerà mai e questa mancanza resterà nell’animo fragile di Ilicic.
La famiglia decide allora di fuggire, di lasciarsi alle spalle il rumore assordante delle bombe e la desolazione delle macerie, e rifugiarsi in Slovenia, dove inizia la carriera calcistica del giovane.
Dopo aver fatto le giovanili al Triglav e al Britof passa prima al Bonifika e successivamente all’Interblock Lubiana, dove viene allenato da una vecchia conoscenza del calcio italiano, Alberto Bigon, che lo instraderà verso il calcio italiano.
I soprannomi
Lo chiamano il Professore, perché lui insegna calcio. Dribbla, segna, ha una visione di gioco pazzesca, confeziona assist al bacio che i suoi compagni tramutano in goal. Il tutto con quell’aria di sufficienza e arroganza di chi sta facendo le giocate più semplici di questo mondo. Il Professo’, come lo chiamava l’ex compagno Andrea Masiello, non è però l’unico soprannome dello sloveno. Ne esiste anche un altro, meno apprezzato da Ilicic, affibiatogli dai suoi compagni nerazzuri: la Nonna. Dopo aver parlato dell’atteggiamento apparentemente svogliato e sempre stanco, il perché di questo soprannome è facilmente intuibile. Lasciamo, però, la spiegazione a Giampiero Gasperini, che ai microfoni di Sky disse:
Ad ogni modo la Nonna, lenta, poco aggraziata, perennemente stanca, ma rimane comunque una delizia per gli occhi dei tifosi atalantini, e non solo.
I record
I numeri di Ilicic con la maglia neroazzurra parlano chiaro: 55 goal in 139 presenze, che hanno aiutato la dea a conquistare per due anni consecutivi l’accesso ai gironi Champions League e a portarla ad un passo dalla semifinale.
Durante questi anni lo sloveno si è tolto anche qualche soddisfazione personale. Nel 2018, infatti, è stato il terzo giocatore per numero di triplette (nello specifico, 3), dietro soltanto a Lionel Messi e Sergio Aguero. In compenso, però, Josip è stato l’unico ad aver segnato una tripletta da subentrante, in appena 27 minuti nella partita contro il Sassuolo.
C’è un altro record di cui è detentore e che difficilmente verrà battuto. Con i 4 goal negli ottavi di ritorno contro il Valencia, Ilicic è diventato il giocatore ad aver realizzato più goal in trasferta in una partita di Champions League ad eliminazione diretta.
Ilicic e il fantacalcio
Un centrocampista abituato a segnare doppiette, se non triplette, e a smazzare diversi assist a stagione è il sogno di ogni fantallenatore. Sì, lo sloveno non è uno dei giocatori più costanti della Serie A, per usare un eufemismo, ma noi pensiamo che i crediti usati per lui siano ben spesi. Il 72 nerazzuro, però, non ha un buon rapporto con il fantacalcio. Qualche anno fa’, a PremiumSport, aveva infatti dichiarato:
Parole blasmefiche alle orecchie di ogni appassionato di fantacalcio, ormai considerabile uno sport nazionale. Eppure, se andiamo a vedere, i canali social al momento sono aperti, che Josip abbia cambiato idea? La risposta non la sappiamo, ma nel dubbio, a fine partita, andremo a leggere con un sorriso i +1 e +3 di fianco al suo nome. Il suo avversario un po’ meno.
La famiglia
Ilicic è sposato con Tina Polovina che, come lui, è fuggita in Slovenia per scappare dalla guerra. Nella capitale slovena, Lubiana, conoscerà il suo futuro marito. Durante un allenamento ai tempi dell’Interblock Lubiana, Josip si accorse di una ragazza che si stava allenando sulla pista di atletica. Si trattava per l’appunto di Tina, ex quattrocentista. Con l’arrivo in Italia, la giovane lascia l’atletica per seguire la carriera del marito. Ilicic non ha mai nascosto l’importanza della moglie. Ai tempi in cui militava al Palermo, aveva infatti detto: “è per Tina se non ho mai mollato”.
Nel 2016 e poi nel 2018 la famiglia si è allargata con la nascita di due splendide bambine: Sofia e Victoria. Sono un raggio di luce nella vita di Josip, a cui dedica le sue triplette, regalando loro il pallone.
Una volta appese le scarpette al chiodo, la famiglia Ilicic sembra però non avere intenzione di continuare a vivere nel nostro Paese. Stando a quanto detto nel novembre del 2017, sempre a PremiumSport, la Nonna non sarebbe dell’idea di restare in Italia: