Il numero 77 che ha incantato Napoli, avrebbe potuto vestire la maglia bianconera ma l’addio di Paratici cambiò tutto.
E’ senza dubbio la più grande sorpresa di questa stagione. Il giocatore che nessuno conosceva e che oggi è uno dei più determinanti non solo nel nostro campionato, ma in tutta Europa. Un ragazzo arrivato in estate dalla misconosciuta Dinamo Batuni e dall’altrettanto misconosciuta Erovnuli Liga, la Serie A georgiana. Uno che sta facendo innamorare i suoi tifosi e li sta avvicinando alla vittoria di un titolo che da quelle parti manca da oltre trent’anni (trentatre, per la precisione) e che sta rendendo la sua squadra anche una delle squadre più temibili in Champions League. Lui è Khvicha Kvaratskhelia, ha la maglia numero 77 e tutta Napoli ed il Napoli sono pazzi di lui.
Nato a Tblisi 22 anni fa, Kvaratskhelia è la prima volta in carriera che si affaccia in un campionato top. E lo sta facendo benissimo, visto che i suoi numeri parlano chiaro: 26 partite giocate, dodici reti, quindici assist. Numeri impressionanti di un giocatore che di mestiere fa l’ala sinistra ma che gli piace giocare “davanti”. Se il Napoli guarda tutti dall’alto verso il basso ed in Champions ha un mezzo piede nei quarti (per la prima volta nella sua storia), il merito è anche di “Kvaradona” e della cazzimma che sta mettendo in questa stagione.
Quando il ragazzo georgiano figlio d’arte (è figlio di Badri, ex giocatore degli anni Novanta-Duemila) è approdato sotto il Vesuvio, nessuno sapeva chi fosse e nessuno sapeva come si pronunciassero correttamente il suo nome ed il suo cognome. Eppure gli addetti ai lavori sapevano già chi fosse (e sapevano, forse, anche chiamarlo in modo corretto) e avevano detto che il direttore Giuntoli ed il presidente de Laurentiis avevano fatto un bell’acquisto: 10 milioni per un giocatore di prospettiva, mica male! Se il Napoli lo aveva pagato 10 milioni, a distanza di sette mesi da allora il valore del numero 77 georgiano è aumentato di (almeno) sei volte, se non di più. Merito di una stagione pazzesca del Napoli, merito di Luciano Spalletti, merito anche dello stesso “Kvara” che, da giocatore sconosciuto, oggi è davvero uno dei migliori a livello europeo.
Come se non bastasse, qualche tempo fa è venuto fuori che anche la Juventus, nel 2019, si era informata su di lui, ma il club bianconero aveva detto niet perché il Rubin Kazan, dove giocava allora l’attuale numero 77 partenopeo, chiedeva troppo e Fabio Paratici, l’allora direttore sportivo bianconero che aveva visto in lui il giocatore da portare sotto la Mole, andò al Tottenham e l’affare non andò in porto, nonostante Kvicha fosse stato a Torino a vedere il centro di allenamento juventino.
Da mangiarsi le mani, con il senno di poi, per la Juventus, da fregarsi le mani in casa Napoli, visto che se il club di ADL si sta avvicinando ogni domenica alla vittoria di quello scudetto che manca dai tempi di Maradona, con il minimo sforzo il club azzurro ha preso un vero craque con cui, magari più avanti, poter monetizzare alla grandissima, anche se oggi di cedere Khvicha Kvaratskhelia, dalle parti del “Maradona”, non se ne parla minimamente. Neanche per scherzo.
Fidanzato con Nitsa, studentessa di Medicina che appena può lo raggiunge a Napoli, Kvicha ha nel basket il suo sport preferito. E sapete perché dopo ogni gol, come esultanza, appoggia il viso alle mani come se stesse per dormire? Perché quell’esultanza la fa il suo idolo cestistico Stephen Curry, capitano e leader indiscusso dei Golden State Warriors, un altro che ha del talento da vendere ed è un’icona mondiale della palla a spicchi.
Incubo per chi ce l’ha contro al fantacalcio e gallina dalle uova d’oro per chi invece lo ha preso, Khvicha Kvaratskhelia arriva da un Paese giovane che in trent’anni di esistenza non ha mai giocato né Mondiali né Europei ed il cui campionato è il numero 46 d’Europa (su cinquantacinque Federazioni). Eppure quando si pensa alla Georgia la mente vola a due giocatori (diversi tra loro per ruolo e tutto) che hanno militato in Serie A e fatto bene, ovvero Kakhaber Kaladze e Levan Levan Mch’edlidze: il primo non ha bisogno di presentazioni (e oggi è sindaco di Tblisi), il secondo ha giocato dalle nostre parti undici stagioni, di cui nove a Empoli.
Khvicha Kvaratskhelia vuole fare molto più di loro e ha le carte in regola per diventare davvero non solo un giocatore iconico, ma il giocatore sui cui lo “Spallettone” può creare il Napoli del futuro e creare un ciclo vincente.
Il Napoli di quest’anno sembra poter fare quello che vuole e gli riesce anche bene. Merito di questo ragazzo georgiano dal nome e dal cognome non solo impronunciabili ma anche inscrivibili. Pazienza: per Khvicha Kvaratskhelia parlano i gol. Che sono un linguaggio universale.