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La top11 dei bidoni del Napoli: la difesa

Gli ultimi peggiori acquisti della storia azzurra: i difensori.

Careca, Sivori, Vinicio, il più grande di tutti, Diego Armando Maradona, tra gli ultimi poi Gonzalo Higuain. La storia del Napoli è un tourbillon di campioni, che messi in campo – immaginiamo condensando un secolo di emozioni dentro un’unica magica bolla, nel presente – manderebbero in delirio i tifosi di tutto il mondo e nel panico qualsiasi avversario abbia il coraggio di affrontarli. Ma nel mondo dello sport non è tutto oro quel che luccica, e anche dalle parti del San Paolo ne sanno qualcosa. Di guerrieri dal carattere esemplare e dai colpi sopraffini ne é pieno il romanzo del grande Napoli, ma anche di passanti dal mantello vellutato e dalle spade arrugginite. Soldati semplici mai cresciuti di grado. Tanti top quanti flop: qui ne abbiamo raccolti giusto un drappello. Undici per la precisione, proprio per immaginarceli lì, in quella stessa bolla, in campo tremanti – forse, chissà – dirimpetto ai compagni di squadra più decorati.

IN PORTA NICOLAS NAVARRO

Argentino non significa fenomeno. L’accostamento non è matematico. A Napoli, dopo Maradona è anche paragone piuttosto indigesto. Navarro (uno dei bidoni del Napoli) è stato il primo numero uno (numero 30 per essere pignoli) non italiano in Serie A della storia partenopea. Nella top 11 dei bidoni del Napoli Nicolas è pluri-medagliato. Sono già trascorse dodici primavere dalla sua toccata e fuga al San Paolo. Fuga però non certo per la vittoria. Anzi, ma per le clamorose sviste rimaste macchie di una stagione che il Napoli di Reja prima e Donadoni poi mandò in archivio con un imbarazzante dodicesimo posto. Bologna e Sampdoria ringraziano ancora.

TERZINO DESTRO EMILSON CRIBARI

Empoli, Udinese, Lazio, una gita a Siena e poi Napoli. Stagione 2010/2011. Nove presenze. Nove uscite e un gol, nella porta sbagliata però, in Europa League. In Campania avevano intuito il talento ma l’intuizione non si è poi trasformata in conferme sul campo. In biancoceleste qualcosa però aveva lasciato, compresa la nomea di “eroe mascherato di Bucarest”. Nel 2007 scese in campo contro la Dinamo, in trasferta, indossando una vistosa maschera protettiva al volto perché infortunatosi nella gara di andata allo sigomo, alla mascella e al pavimento orbitale (nell’operazione gli posizionarono 18 viti e 3 placche al volto). Con un’altra botta avrebbe rischiato di perdere la vista.

PRIMO CENTRALE ROLANDO

Nome comico ma pedigree tecnico di tutto rispetto. Un altro bidone del Napoli. Rolando è cresciuto sulle colline di Lisbona, prima con i colori del Belenenses e poi del Porto; lì il Napoli di Mazzarri lo prelevò in prestito con un riscatto sul cartellino fissato a 10 milioni di euro. Stagione 2013/2014, si fa per dire. Perché all’ombra del Vesuvio Rolando non fece in tempo a disfare le valigie a gennaio, soluzione del mercato invernale, che fu costretto a rifarle a fine stagione, a imbarcarsi sul primo volo a Capodichino e raggiungere Milano. Ebbene sì, perché nella stagione successiva si mise in mostra all’Inter, la prima e unica Inter di Mazzarri. Pupillo del tecnico Toscano, in nerazzurro iniziò malissimo con un autorete contro il Cagliari ma a conti fatti chiuse dignitosamente (29 presenze e 4 gol). In azzurro, invece, fu un disastro biblico. Meritatissima quindi una menzione nella top 11 dei bidoni del Napoli.

SECONDO CENTRALE IGNACIO FIDELEFF

In difesa non ha eguali. Un altro argentino stecca nel tempio del più grande campione Albiceleste. Fideleff è stato il peggior affare della storia partenopea. La stagione 2011/2012 per lui è stata la prima di un contratto lungo addiritttura cinque anni. A Napoli lo videro – per così dire – quattro volte in campionato, poi il Club cercò di rientrare dall’ingente investimento provando a rimbalzarlo in prestito un po’ ovunque: a Parma (dove fece ancora peggio), al Maccabi Tel Aviv, in patria al Tigre (magari grazie all’aria di casa si sarebbe sbloccato), all’Ergotelis in Grecia… Un calvario che ha visto i suoi titoli di coda solo nel gennaio del 2016.

TERZINO SINISTRO PABLO ARMERO

La stagione 2013/2014 doveva essere la stagione del Miñia, la Freccia nera colombiana voluta fortemente all’arco del Napoli di Rafa Benitez. Sulla sinistra doveva mangiare in velocità ogni avversario gli parasse dinnanzi. Alla fine della sua avventura giocò 29 partite (praticamente sempre) e realizzò anche 3 reti. Non fu un disastro certo come altri colleghi di reparto, ma non mostrò mai i lampi di genio per i quali era stato ingaggiato. Così a fine anno venne ceduto in prestito, prima in Premier al West Ham, poi al Milan e al Flamengo.

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