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La top11 dei bidoni del Napoli: l’attacco

Gli ultimi peggiori acquisti della storia azzurra: gli attaccanti.

ESTERNO DESTRO JESUS DATOLO

Il suo nome divide l’opinione pubblica: da un lato chi sostiene che inserirne il nome della top 11 dei bidoni del Napoli sia cosa buona e giusta, chi l’esatto contrario. In effetti, l’argentino (un altro!) arrivato in azzurro nel 2009 dal Boca Juniors con un carico di 67 presenze, qualche voto di tutto rispetto sulle pagelle dei quotidiani sportivi se l’è anche meritato. A Torino, ad esempio, contro la Juventus il 31 ottobre 2009 firmò una doppia, gol e assist per il successo dei partenopei. Fu quello, però, il punto più alto della sua carriera in Italia. A incidere sul suo rendimento anche il complicato rapporto con il patron del Napoli Aurelio De Laurentiis, che addirittura volle denunciarlo per non aver – a suo dire – rispettato i diritti di immagine del Club partecipando a uno shooting per una rivista gay argentina. Datolo a Napoli durò solo una stagione, quella successiva venne ceduto in prestito all’Olympiacos e poi all’Espanyol, che successivamente ne riscattò il cartellino.

CENTRAVANTI ERVIN HOFFER

A Napoli nel 2009. In Campania non si è mai acceso, morso forse da una tradizione davvero troppo opaca: quale altro attaccante austriaco dell’Era contemporanea aveva fatto faville sulla penisola? Nessuno. Si aggiunse al corto elenco anche Hoffer, che però a Vienna faticavano a stargli dietro. Era una macchina da gol, inceppatasi tuttavia dal suo sbarco sotto il Vesuvio. Otto presenze per lui e un solo gol. In Italia qualcosa l’ha frenato, in Germania dove finì in prestito riprese a correre e urlare sotto le curve come faceva un tempo.

ESTERNO SINISTRO EDU VARGAS

È l’ultimo dell’elenco ma potevamo citarlo al primo posto. Perché Eduardo “Edu” Vargas, cileno classe 1989, fu il più grande bidone della storia del Napoli e non solo in attacco. Quando fu acquistato dall’Universidad de Chile finì in copertina: a Napoli avrebbe alzato il livello del reparto offensivo. Non fu così. Solo un investimento che a Napoli ha lasciato l’amaro in bocca a molti.

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