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Chi è Matheus Cunha, il brasiliano che ha stregato l’Inter

Matheus Cunha

L’Inter ne è innamorata e sta provando a convincere l’Hertha per portarlo a Milano. Sarà l’erede (o il sostituto fate voi) di Lautaro Martines, dicono gli esperti. Prima ancora Matheus Cunha ha fatto impazzire – in senso buonissimo – la Bundesliga, dove è considerato la miglior sorpresa del 2020. Stella brasiliana, brilla nel firmamento del calcio europeo dal primo giorno a suon di gol e prestazioni, tutto merito del suo estro (e del suo piede destro, perdonate l’assonanza), che cura e migliora fin da quando bambino sognava di emulare i grandi delle Seleção sulla spiaggia di Joao Pessoa, capitale dello Stato del Paraíba dov’è nato. In sette partite disputate in stagione nella Bundes ha già collezionato 4 gol e 2 assist. Età? 21 anni appena. Un talento destinato ai grandi palcoscenici. Scopriamolo meglio.

Trequartista, esterno, prima punta: il prototipo del calciatore moderno

Ha “imparato a sognare” – per citare un famoso brano dei Negrita – al Coritiba, Club brasiliano che (sentite qua) a inizio novecento venne fondato da un gruppo di appassionati di origini tedesche. Oltre cento anni dopo, Cunha troverà fortune proprio in Germania; piccola curiosità dipinta dal destino. Il ragazzo è scattante, ha la stoffa dei migliori, la scintilla per emergere e un grande grandissimo desiderio di farlo. Gioca sulla trequarti, lì dove brace la fantasia. In Brasile poi ne sanno qualcosa. Si pone con sacrificio, sia in allenamento sia in partita, indietreggiando spesso nella propria metà campo per aiutare i compagni in difesa e impostare. Presto però si trasforma in un esterno d’attacco, ma anche un nove capace con un dribbling tecnicamente perfetto di fulminare gli avversari. È un giocatore offensivo moderno, con la sua duttilità spazia lungo tutto il fronte d’attacco per la gioia di chi lo dirige in panchina. Guardate i gol che dal suo approdo in Europa ha messo a segno con le maglie di Sion, Lipsia ed Hertha Berlino. Valgono più di mille parole e sono il suo miglior biglietto da visita.

La perla contro il Bayer Leverkusen e l’incontro con Ronaldinho

Tra i capolavori quello del 6 aprile del 2019 contro il Bayer Leverkusen merita una menzione a parte. Matheus Cunha è in campo con i colori del Lipsia. Forse fin qui è la più bella creazione del giovane brasiliano, questione di gusti: straordinaria ruleta a superare il difensore, seguita da scavetto che lascia allibito sul posto il portiere dei Werkself. Poesia calcistica d’altri tempi. Gli è valsa un posto d’onore nella top ten del Puskás Award 2019, premio istituito dalla FIFA su richiesta del presidente Sepp Blatter che ogni anno va al gol giudicato più spettacolare. Un omaggio a Ferenc Puskás, campione ungherese degli anni ’50 e ’60. A vincerlo nel 2019 è stato Daniel Zsori, 20enne anche lui talento rumeno del Fehervar e oggi al Budafoki, il club calcistico della città di Budapest. Dopo la perla al Bayer, Cunha ha ricevuto però un altro prestigioso riconoscimento, per lui probabilmente ancora più importante: i complimenti del connazionale Ronaldinho, ex campione di Barcellona e Milan. I due si sono conosciuti la prima volta in un ristorante, ad organizzare l’incontro l’agente di Matheus.

Matheus Cunha: la compagna Gabriela e il figlio Levi

In attesa di scoprire quali altre soddisfazioni professionali gli riserverà il futuro (in Italia come detto piace all’Inter), è arrivata a maggio la gioia più grande di tutte. Matheus Cunha ha messo su famiglia giovanissimo, dall’età di 14 anni è lontano da casa. Tra Svizzera e Germania ha scoperto di apprezzare i laghi, gli ricordano il mare di Joao Pessoa. Al lago passa molto del tempo libero insieme alla compagna Gabriela. Matheus e Gabriela a maggio sono diventati genitori del piccolo Levi. Il giorno stesso Cunha era sceso in campo con l’Hertha Berlino nel derby poi vinto con un poker contro l’altra squadra della Capitale, l’Union. Manco a dirlo aveva anche segnato, il terzo sigillo dell’incontro. Tempo di festeggiare e correre in ospedale per assistere alla nascita del figlio: sostituito al 66′ sul 3-0 aveva lasciato lo stadio ancora prima che finisse il match, perdendosi peraltro il quarto centro firmato dall’Hertha.

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