Le squadre più note che devono il loro nome a ex calciatori, e a personaggi storici.
Conosciamo squadre di calcio che hanno nomi di città, santi, quartieri e aggettivi. Oppure squadre con parole latine o tratti dall’unione di altre squadre della stessa provincia. Ma esistono anche compagini che hanno legato il loro nome a quello di calciatori e personaggi storici. Una rarità, ma che dietro a queste realtà c’è una storia che merita di essere raccontata.
A dire il vero non sono poche, ma sono diverse e per ragioni di spazio abbiamo inserito le più note.
Partiamo dall’Italia che oggi, a livello professionistico, conta una sola squadra che ha nel suo nome il nome ed il cognome di una persona. Dobbiamo spostarci a 25 chilometri a est di Milano, a Gorgonzola. In questa cittadina, bagnata dalla Martesana, gioca le sue partite interne al “Città di Gorgonzola” una squadra di calcio dai colori biancocelesti nata nel 1909 e che dal 1947 ha cambiato ragione sociale con un nome e cognome di una persona: la Giana Erminio. Intitolata ad un giovane alpino (Erminio Giana) morto nel 1916 sul Monte Zugna durante la Prima guerra mondiale, oggi questa squadra milita nel girone A di Serie C. Ha anche una storia in sé particolare: il suo patron la presiede dal 1985 ed è lo sponsor di maglia, mentre il suo allenatore onorario è Cesare Albé, detto il “Ferguson della Martesana”, fino allo scorso novembre alla guida della squadra. Particolarità? E’ stato allenatore dal 1994 al 2018, un record di longevità che lo ha visto ancora per altre volte in panchina fino allo scorso novembre. Essendosi salvata ancora una volta in campionato, il prossimo anno sarà ancora l’unica squadra italiana ad avere un nome e cognome nel suo nome a livello professionistico.
La seconda squadra italiana ad avere un nome e cognome si trova a Città Sant’Angelo, ad una ventina di chilometri da Pescara, ed è nata nel 1998 dalla fusione di due squadre, l’Angolana (nata nel 1949) e la Renato Curi, attiva già nel 1978. La squadra in questione si chiama Renato Curi Angolana e oggi milita in Eccellenza abruzzese. Se Erminio Giana è noto a pochi, Renato Curi è noto ai più in quanto è stato un ex calciatore di Serie A con la maglia del Perugia ed il 30 ottobre 1977, durante il match con la Juventus, nello stadio del grifone, il Comunale, ebbe un infarto e morì a 24 anni. In suo onore lo stadio del Perugia è intitolato alla sua memoria e da 23 anni esiste la Renato Curi Angolana che porta in giro il nome dello sfortunato centrocampista di Montefiore dell’Aso.
In Europa invece sono tre le squadre che hanno un nome ed un cognome nel nome.
La prima, più antica, ha sede a Tilburg, nei Paesi Bassi, e si chiama Willem II, in onore del re Guglielmo II che li vi morì. Il team olandese, dai colori rossobiancoblu, oggi milita in Eredivisie, gioca le partite interne allo stadio “Willem II” e ha in bacheca tre titoli nazionali (l’ultimo vinto nella stagione 1954/1955) e due coppe d’Olanda.
Le altre due sono entrambe nella ex Germania orientale e sono il Karl-Marx-Stadt ed il Carl Zeiss Jena.
Il Karl-Marx-Stadt, che oggi si chiama Chemnitzer Fussballclub, è nato nel 1966 e ha cambiato nome del 1990 con l’unione tedesca. I suoi colori sociali sono il biancoceleste, milita nella quarta serie tedesca ma ha avuto un passato nobile: nel 1967 ha vinto il suo primo titolo nazionale, una volta si è classifica seconda ed una volta terza e per tre volte ha giocato la finale della Coppa della Germania Est. E grazie al fatto di aver perso l’ultima finale contro la corazzata Dynamo Berlino, nella stagione 1989/1990 il Karl-Marx- Stadt giocò in Coppa Uefa dove si spinse fino agli ottavi di finale dove venne eliminato dalla Juventus di Dino Zoff che poi vinse il trofeo. Da allora il Karl-Marx-Stadt ha “patito” l’unione del campionato tedesco orientale con il più forte tedesco occidentale, scomparendo dai radar del calcio europeo. Per inciso: il filosofo Karl Marx, che ha dato il nome alla squadra, era nato a Treviri, da tutt’altra parte rispetto a Chemnitz.
Il Carl Zeiss Jena deve il suo nome a Carl Zeiss, fondatore dell’omonima azienda produttrice di lenti, ed è stata fondata nel 1911. Oggi gioca nella stessa categoria del fu Karl-Marx-Stadt, ma a dispetto della squadra sassone, il Carl Zeiss Jena ha vinto tre titoli nazionali, nove volte è arrivata seconda e ha vinto quattro Coppe di Germania. In Europa il suo miglior risultato è stata la finale di Coppa delle Coppe persa contro i russi della Dinamo Tblisi nella stagione 1980/1981: dopo il Magdeburgo nel 1973, il Carl Zeiss Jena è stata la seconda squadra della DDR a giocare una finale europea.
Il nostro viaggio ora si sposta in Sud America dove sono diverse le squadre che hanno nel loro nome un nome e cognome. Le due più famose sono il Vasco da Gama e il Colo-Colo.
Il Vasco da Gama ha sede a Rio de Janeiro e il nome deriva da Vasco da Gama, l’esploratore portoghese che per primo arrivò in India passando per il Capo di Buona Speranza, considerata la punta più a sud dell’Africa e punto di incontro tra l’Oceano Atlantico e l’Oceano Indiano. Il Vasco da Gama, nato nel 1898, è una polisportiva nota per il suo club calcistico dai colori bianconeri ed il suo palmares vede quattro titoli brasiliani ed una Coppa del Brasile, oltre a svariati titoli carioca e trofei locali. Il suo massimo successo è stata la Coppa Libertadores vinta nel 1998 contro gli ecuadoriani del Barcelona Sporting Club di Guayaquil. La squadra carioca perse però la finale di Coppa Intercontinentale contro il Real Madrid campione d’Europa a Tokyo.
La Coppa Libertadores l’ha vinta nel 1991 la squadra cilena Colo-Colo in finale contro l’Olimpia Asuncion. Nulla poté però contro la Stella Rossa nella finale di Coppa Intercontinentale dell’8 dicembre 1991. Ma chi era Colo Colo? Era un capo mapuche, un eroico leader che nel XVI secolo era a capo del suo popolo che si oppose agli invasori spagnoli che volevano sottomettere il Cile. Il Colo-Colo è la squadra più titolata del Cile con 32 successi, ventiquattro volte ha vinto la coppa nazionale ed i suoi colori sociali sono il bianconero. Ah Colocolo significa “gatto della montagna”, per chi non lo sapesse.
Non poteva mancare anche l’Argentina che schiera nella nostra lista il Newell’s Old Boys, squadra di Rosario, la città dove è nato Lionel Messi, e che gioca le sue partite interne niente meno allo stadio “Marcelo Bielsa”, uno che non ha bisogno di spiegazioni. Il Newell’s Old Boys si chiama così in onore di Isaac Newton, un inglese considerato tra i pionieri del calcio in Argentina. Il club rosarino, nato nel 1903, ha i colori rossoneri ed è noto per il suo vivaio che ha visto crescere tanti futuri fenomeni: Messi, Batistuta, Valdano e Dezotti su tutti. Vincitore di sei titoli argentini, il Newell Old Boys disputa un derby cittadino molto sentito con il Rosario Central.
Oltre al Newell’s Old Boys, l’Argentina conta altre tre squadre che rientrano nel nostro elenco: il Club Atlético Aldosivi, il Club Atlético Douglas Haig ed il Club Deportivo Godoy Cruz Antonio Tomba.
La prima squadra deve il suo nome dalle iniziali dei suoi quattro fondatori (ALlard, DOllfus, WIriott e SIllard), ha sede a Mar della Plata, è nata nel 1913, milita in Primera Division ed il suo tecnico è Fernando Gago, ex giocatore di Boca, Real Madrid.
Il Club Atlético Douglas Haig ha sede a Pergamino e deve il suo nome addirittura ad un militare inglese tra i principali artefici della vittoria della Triplice Intesa nella Prima guerra mondiale. La notizia della sua vittoriosa tecnica militare giunse fino a Buenos Aires dove un gruppo di operai inglesi, impegnati nella costruzione di una linea ferroviaria, decisero di chiamare la loro squadra di futbol in onore di quel militare
Il Deportivo Godoy Cruz Antonio Tomba ha sede a Godoy Cruz nella Provincia di Mendoza, nell’interno del Paese a pochi chilometri dal confine con il Cile. Questa squadra milita anch’essa nella Serie A argentina e gioca le sue partite casalinghe all’Estadio Malvinas Argentinas. Si chiama così in onore di due squadre di Mendoza attive nel 1930, il Sportivo Godoy Cruz e il Deportivo Bodega Antonio Tomba, quest’ultima sponsorizzata dal negozio (bodega) di vini del signor Tomba. A dire il vero il Deportivo Godoy Cruz (conosciuta oggi senza la parte “Antonio Tomba”) si chiama come la sua città, che prende il nome da Godoy Cruz, governatore della Provincia di Mendoza nei primi anni del 1800 e rappresentante della Provincia al congresso di Tucuman dove il 9 luglio 1816 venne dichiarata l’indipendenza dell’Argentina dall’Impero spagnolo. Quindi un doppio nome e cognome in una squadra che ha già un nome e cognome.
Le ultime tre squadre in esame sono i cileni del Club Deportivo O’Higgins di Rancagua (che deve il suo nome a Bernardo O’Higgins Riquelme, uno dei padri fondatori del Cile), i salvadoregni del Club Deportivo Luis Angel Firpo, che si chiama in onore del pugile argentino Luis Angel Firpo vincitore del titolo mondiale dei massimi nel 1923 ed i paraguaiani del Club Presidente Hayes di Asuncion, che deve il nome addirittura ad un ex Presidente degli Usa, Rutherford Hayes, che ebbe a cuore la sorte del Paraguay durante la guerra della Triplice alleanza del 1864-1870 che vide il Paraguay soccombere contro Argentina, Impero del Brasile e Uruguay.